Gli anni dell’abbondanza
- Autore: Maria Costanza Boldrini
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Nord
- Anno di pubblicazione: 2025
Gli anni dell’abbondanza (Nord, 2025) è il romanzo d’esordio di Maria Costanza Boldrini, che è laureata in Lingue e specializzata in Giornalismo e vive in Francia, dove lavora come traduttrice freelance e redattrice per “Una parola al giorno”, sito di approfondimento linguistico ed etimologico.
1900. Valchiara, borgo costiero nel cuore dell’Italia.
Si alzava tutte le mattine alle quattro per sbrigare le faccende di casa e poi andare al lavoro a piedi.
Beata Contini, quattordici anni, occhi e capelli neri, lisci e fitti, dalla carnagione olivastra, aveva deciso di andare a lavorare alla Fabbrica dei Sigari. La ragazzina non voleva pesare sulle spalle dei genitori e, con un posto dello Stato, se non avesse trovato marito sarebbe stata indipendente. Però la madre Assunta le aveva ribadito che aveva bisogno del suo aiuto in casa e il padre Arturo e il fratello maggiore Rico necessitavano della sua presenza per coltivare il campo. Ma Beata era stata ferma sui suoi propositi, risoluta, assicurando la madre che la paga era a cottimo e il posto era fisso.
Tutte le giovani come me non aspettano che di andare a lavorare lì.
Quindi l’adolescente era entrata come apprendista sigaraia alla Regia Fabbrica dei Sigari di Valchiara insieme ad altre quattrocento donne che vi erano impiegate. Prima di farsi assumere era dovuta andare per una settimana alla scuola elementare per essere capace di firmare. Non poteva tracciare una semplice X nei registri, ma non aveva nemmeno il tempo di imparare a leggere e scrivere. Quindi Beata, con una grafia incerta ma ostinata, aveva apposto la sua firma sul registro delle operaie.
Ogni giorno, la neo-sigaraia si ammantava nello scialle, calava la cuffia sulla zazzera nera e con gli zoccoli partiva verso il suo impiego. Con il suo passo spedito attraversava tutta la campagna di Castelferretto, tagliando per le scorciatoie da lei conosciute. La piccola grande donna non si sarebbe certo fatta intimidire dalla mancanza di istruzione: lavorare ed essere autonoma economicamente erano il primo passo verso l’affrancamento.
Per ricostruire fatti tramandati in famiglia in modo confuso e soprattutto per parlare con cognizione di causa di epoche e realtà per me lontane, ho trascorso molto tempo nell’archivio di Stato di Ancona a spulciare registri militari, atti di nascita e di matrimonio, cartelle cliniche dell’ex manicomio e molti altri documenti. Sono andata sul Carso, a Caporetto, a Vittorio Veneto, ho fatto incetta di saggi sulla Prima Guerra mondiale. Con questo romanzo spero di aver dato una piccola voce a un territorio, quello della provincia anconetana, poco o per nulla cantato dalle muse letterarie italiane
scrive la scrittrice in una nota finale.
Attraverso un secolo della storia d’Italia, un esordio felice dalla prosa piacevole vede protagoniste tre donne: Beata, sua figlia Clarice e la nipote Antonia, tutte e tre portatrici del dono dell’abbondanza. Un libro emozionante, che l’autrice dedica
Alle madri e alle nonne che sono cura, amore, magia e meraviglia. Ai paeselli da cui si parte per poi ritornare.
Da leggere tutto d’un fiato per scoprire cosa riserva il fato alle tre protagoniste.
Beata era stata la prima a non accontentarsi, a voler di più, a scegliere la paga e il lavoro fuori di casa.
Gli anni dell'abbondanza
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