Gola profonda. Una storia vera
- Autore: Linda Lovelace
- Genere: Storie vere
- Anno di pubblicazione: 2012
Linda Lovelace, pseudonimo di Linda Susan Boreman, nel 1972 divenne una delle più famose attrici del cinema pornografico recitando da protagonista nel primo film a luci rosse legale della storia, "Gola profonda" (rinominato poi in Italia "La vera gola profonda"). Il film catturò subito l’attenzione di un vasto pubblico, e diede il via al cosiddetto genere "porno-chic". L’incredibile successo però mise in secondo piano le drammatiche vicende che si nascondevano dietro le scene interpretate dalla Lovelace. (Note di copertina)
Linda Lovelace è un’icona, una madeleine, una specie di luogo dello spirito. Ricordate, no? Era la brunetta col clitoride dalle parti dell’esofago (sic!) ne “La vera gola profonda”, sogno proibito di generazioni di adolescenti e pornomani di tutto il mondo.
Adesso però fatemi un favore (dico soprattutto agli uomini): cancellate quel sorrisetto beota che avete sulla faccia e ascoltatemi bene: la vita di Linda Lovelace (all’anagrafe Linda Boreman) è stata tutt’altro che una passeggiata, diciamo piuttosto un horror di quelli disturbanti, perché i mostri non avevano le zanne ma giacca e cravatta e l’aria di bravi ragazzi americani.
La sua autobiografia (“Gola profonda. Una storia vera”, Castelvecchi, 2012) enumera solo una parte (credo) delle sevizie subite prima di “approdare” alla prostituzione, quindi all’industria del porno: colpevole principale un marito trasformatisi, come nel peggiore degli incubi, da principe azzurro in psicotico/sfruttatore. Non lasciatevi dunque ingannare dalla copertina simil-pop di questo libro: si legge come un’autentica discesa all’inferno, con il sesso a fungere da filo rosso nei gironi dell’abiezione. La vita breve e sfortunata della Lovelace (è morta in un incidente d’auto a soli 53 anni) si consuma d’un fiato, ma in uno stato di “prostrazione” costante, sconcertati dal fatto di trovarsi faccia a faccia con la degradazione pura, con la violenza - psicologica, fisica, quasi sempre gratuita - sottesa alle performance della stella del cinema X-rated.
“L’uomo col quale vivevo mi aveva puntato una pistola, mi aveva costretta a spogliarmi, mi aveva spedito in una stanza con cinque sconosciuti, mi aveva visto mentre mi stupravano ripetutamente, e ora era arrabbiato perché non ero stata abbastanza eccitante per loro. Buon Dio”
scrive la Lovelace, e vi assicuro che non è nulla rispetto a quanto si leggerà nel resto del libro.
Occorrono stomaci forti e nervi saldi per reggere fino in fondo questo “Gola profonda” in versione “verista”, dove gli uomini sono quasi sempre bau-bau e le fanciulle (in fiore) vittime designate. Lo stile della Lovelace colpisce per il tono diaristico, la storia è americana (ma può servire da propedeutica universale: mai fidarsi degli sconosciuti, anche si vuole fuggire da una madre anaffettiva e da un padre troppo accondiscendente), le sue intenzioni esorcistiche ( dichiara di aver scritto il libro “per mio figlio, per l’uomo che pur sapendo tutto mi ha sposata, per ristabilire la verità dei fatti e per me stessa, per mettermi una buona volta tutto alle spalle”. Resta fuori dalla biografia l’impegno anti-pornografia profuso dalla Lovelace a fianco di diverse associazioni femministe: l’icona non si è smentita fino in fondo, ma per ragioni antitetiche a quelle riferibili al mito di “Gola profonda”.
Gola profonda. Una storia vera
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