Si è tenuto nei giorni scorsi un incontro titolato “Ricordando Rosanna Pirajno”, già Presidente della Fondazione Salvare Palermo, di recente scomparsa, di cui rimane memoria indelebile per il suo garbo, la sua cultura e professionalità, unita all’impegno profuso per la difesa e tutela del patrimonio culturale cittadino nel senso più ampio, autrice tra l’altro dello splendido volume Guida ai giardini pubblici di Palermo, edito dalla stessa Fondazione.
Un volume prestigioso con i contributi di Francesco Maria Raimondo, Mario Pintagro e Giuseppe Barbera, che ripercorre la storia e lo sviluppo degli spazi verdi di una città che nel corso del tempo per il suo incantevole clima e le alterne vicende storiche come pure per le influenze delle popolazioni che vi hanno dimorato, ha risentito nei suoi spazi verdi di specificità e particolarità.
Gli impianti di Villa Giulia e dell’Orto Botanico hanno costituito il fulcro di un’attività di ricerca, studio e sperimentazione già dalla fine del Settecento di piante esotiche in ragione del clima tropicale dell’Isola.
Nella prima metà dell’Ottocento, con il Giardino all’inglese lungo l’asse di via Libertà e il Giardino Garibaldi su piazza Marina si è vieppiù operato nell’accrescimento di spazi verdi anche nelle splendide ville in stile Liberty che adornavano un tempo in gran misura la città.
L’insediamento a Palermo di una famiglia inglese quali i Whitaker ha fatto poi diffondere nel territorio cittadino una cultura anglosassone del verde che si è manifestato nei giardini ora in parte ridimensionati, delle loro principali dimore (Villa Malfitano in via Dante, il più fulgido esempio di giardino ancora pressoché intatto e poi Villa Whitaker in via Cavour e Villa Sofia nel quartiere Resuttana, di cui invece rimangono tracce residuali) per poi estendersi agli spazi verdi delle locali famiglie benestanti, colte e aristocratiche.
Nei periodi successivi, dal periodo postunitario sino ai giorni nostri, non si ha, nonostante l’incremento demografico, unito all’implemento urbanistico un significativo e proporzionato aumento degli spazi verdi, seppure in presenza di qualche esempio degno di nota.
Il presente volume a cura di Rosanna Pirajno e Arturo Flaibani, corredato delle fotografie di Sandro Scalia e Turiana Ferrara, è una più che valida opera di ricognizione, ricerca storica e descrizione dettagliata delle principali specie e colture botaniche.
La "Guida" è un’opera completa, quasi un suo testamento spirituale, un lavoro enorme di documentazione che consta di 312 pagine divisa in tre sezioni (giardini storici, moderni e contemporanei). Una pubblicazione che dimostra il grande amore per il verde dell’arch. Pirajno che all’interno di un insediamento urbano costituisce un elemento imprescindibile che deve essere vissuto dai cittadini.
Un verde pubblico che non deve essere solamente un elemento ornamentale ma un luogo di delizia dello spirito, della contemplazione, dove elementi naturali, minerali e vegetali convivono insieme all’unisono e in perfetta armonia. Un ambiente al cui interno ci si sente protetti, in una concezione di rigenerazione della natura con il mutare delle stagioni e delle varie fasi della vita. Questa è stata l’idea principe nel concepire questa Guida che vuole essere una sorte di narrazione in cronaca della storia della città attraverso il verde urbano.
Con questa “Guida”, ma appare riduttivo definirla tale, si offre al lettore e al visitatore occasionale e agli stessi palermitani meno informati la possibilità di fruire appieno di tutte le informazioni e di avere piena e precisa contezza e conoscenza, degli itinerari e degli spazi da non perdere di visitare, allorché si voglia godere di tutte le bellezze del capoluogo dell’Isola non ultimi i suoi splendidi giardini.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Guida ai giardini pubblici di Palermo: ricordando Rosanna Pirajno
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