Ho molti amici gay
- Autore: Filippo Maria Battaglia
- Genere: Politica ed economia
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Bollati Boringhieri
- Anno di pubblicazione: 2017
“Non ho niente contro i musulmani, però…”, “Ammiro le donne, ma…”, “Ho tanti amici gay, tuttavia…”.
Sono le premesse usuali di chi, prima di iniziare un discorso in realtà fobico e discriminatorio, si trincera dietro un paravento di pretesa liberalità, sfoderando poi micidiali armi di attacco contro “i diversi”. Sono altrettanto numerosi coloro che, vantando la propria apertura mentale nei confronti di chi compie scelte di vita appena fuori dall’ordinario, utilizzano il preambolo “Io non ti giudico se…”, ignorando che un secolo di psicanalisi ha sancito che chi giudica ha nei fatti già condannato.
Filippo Maria Battaglia (trentatreenne giornalista d’assalto, attualmente redattore a Sky Tg24) suggerisce in “Ho molti amici gay” una riflessione approfondita sugli stereotipi in cui ci asserragliamo, in difensiva, quando siamo chiamati a esprimerci riguardo ad argomenti che creano fastidio, imbarazzo o diffidenza.
Se recentemente si è venuti a sapere dell’esistenza in Cecenia di lager in cui vengono rinchiusi, torturati e “rieducati” gli omosessuali, e si è gridato mediaticamente allo scandalo invitando alla riprovazione e alla condanna del fenomeno, continuiamo a fingere di non sapere che il nostro cattolicissimo paese discrimina legalmente, socialmente e politicamente i gay, e vanta una delle classi dirigenti più omofobe d’Europa.
Esibendo una puntuale documentazione riportata nel cospicuo apparato di note, che occupa quasi la metà del volume, l’autore elenca una lunghissima serie di censure, persecuzioni, processi e condanne, espressioni offensive, interviste, trasmissioni televisive, articoli giornalistici e dichiarazioni ufficiali che dagli inizi del ‘900 ad oggi hanno preso di mira l’omosessualità, decretandone in concreto il biasimo collettivo, l’ostracismo o, nei migliori dei casi, un silenzioso e farisaico occultamento.
Così, se Mussolini poteva affermare che al fascismo non servivano leggi punitive contro “gli invertiti” (detti anche froci, busoni, culattoni, capovolti, finocchi, terzo sesso, pervertiti…), ma sarebbero bastate “le mani e i piedi degli squadristi”, non più teneri ed eleganti furono i politici della ritrovata democrazia del dopoguerra. Battaglia ce li sciorina davanti agli occhi tutti, i nomi venerati dei Padri della Repubblica e dei parlamentari di destra di centro e di sinistra, con le loro affermazioni sessuofobe e sghignazzanti, innalzanti vessilli di conclamato pudore, onore, amor di patria e di famiglia, cattolicesimo integerrimo. Una specie di crociata che nei decenni trascorsi ha preso di mira sia i comportamenti privati di singoli cittadini, sia le opere di artisti, scrittori, registi, poeti di riconosciuta genialità, e che ancora oggi non teme di manifestare platealmente il suo oscurantismo.
Accanto a questo verificato florilegio di triviali idiozie, l’autore documenta però anche una crescita della sensibilità e dell’attenzione rispettosa nei riguardi degli orientamenti sessuali dei cittadini, così come è stata incoraggiata dalle iniziative di singoli e di associazioni, di femministe e del clero più illuminato, di intellettuali e di personaggi dello spettacolo: da Pasolini ad Angelo Pezzana, da Testori ai radicali, da Franco Grillini a Niki Vendola, da Paola Concia a Vladimir Luxuria.
Un affinamento e una maturazione ideologica collettiva che hanno portato alla recente approvazione del disegno di legge sulle unioni civili proposto dalla senatrice democratica Monica Cirinnà, secondo cui le coppie omosessuali potranno essere riconosciute come tali davanti alla legge e alla società, con gli stessi diritti e doveri, obblighi di legge e tutele reciproche delle coppie eterosessuali. Tardi rispetto al resto dell’Europa, ma comunque un’importante rivoluzione sociale e culturale per il nostro paese.
Ho molti amici gay. La crociata omofoba della politica italiana
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