Il Man Booker Prize è uno dei più importanti premi letterari inglesi che ha visto come vincitori alcuni tra gli scrittori più grandi di tutti i tempi come ad esempio Ian McEwan e Salman Rushdie e che mette in palio un assegno di ben 50.000 sterline oltre ad una visibilità senza dubbio maggiore. E’ stato finalmente decretato il vincitore dell’edizione 2010.
Tutti si aspettavano la vittoria di "C" di Tom McCarthy oppure di "Parrot and Olivier in America" di Peter Carey e invece il Man Booker Prize è stato quest’anno consegnato allo scrittore Howard Jacobson con il libro "The Finkler Question", il primo libro comico che sia riuscito a vincere un titolo tanto importante. Secondo la giuria questo romanzo è stato scritto con una delle prose più simpatiche, intense e intelligenti che la letteratura comica possa offrire. Howard Jacobson è infatti un autore capace di trattare di temi dolorosi come quelli che girano attorno alle vicende del popolo ebraico con una prosa comica. Lui stesso si definisce "la Jane Austen ebrea".
Questa è la storia di tre amici ebrei alle prese con le ovvie crisi di identità che questo popolo si porta continuamente dietro. Sam è un filosofo e uno scrittore di best seller, Libor è un ex-insegnante mentre Julian è un ex produttore televisivo. Tutti e tre sono alla ricerca di qualcosa che non riescono ad afferrare e tutti e tre sanno purtroppo cosa significhi essere ebrei nel XXI secolo. Sono proprio questi i temi che si troveranno ad affrontare durante una discussione.
Si parla quindi dell’Olocausto e nello specifico delle conseguenze che ha avuto sul popolo ebraico. E si parla soprattutto di cosa significhi essere ebrei in un mondo, come quello dell’Inghilterra odierna, dove il ritorno dell’antisemitismo sembra essere sempre alle porte. Howard Jacobson ci racconta una storia di dolore, una storia amara, ma con un’ironia e con un pizzico di comicità che la rendono più scorrevole e leggera.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Howard Jacobson vince il Man Booker Prize 2010
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