I Ching: il libro dei mutamenti
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L’I Ching (anche noto come "Il libro dei Mutamenti") è un testo antichissimo la cui genesi si perde nei meandri della millenaria cultura cinese.
L’I Ching è un libro divinatorio, utilizzato cioè per ottenere delle profezie circa i propri problemi immanenti relativi alla vita di tutti i giorni.
Non è dato sapere se le profezie si realizzino o meno, perché il linguaggio delle sentenze è estremamente evocativo e legato fortemente alla tradizione in cui il libro è nato.
Ecco quindi che ci ritroviamo ad ottenere buoni consigli su quanto sia propizio attraversare la grande acqua, sul fatto che sia necessaria umiltà o che ci si debba affidare ad un buon maestro per acquisire saggezza e giustizia.
In realtà la lezione che questo libro racchiude è più ampia e profonda: l’I Ching è uno strumento che ci consente di vedere la qualità del tempo.
L’idea che il tempo non sia solo una dimensione misurabile quantitativamente ma anche qualitativamente non è poi così astrusa: anche nel Qohelet (libro della Bibbia attribuito a Salomone) si dice che vi sia un tempo per ogni cosa...
Ecco, l’I Ching è una guida per capire la qualità del tempo, quindi la via più giusta da seguire in armonia con lo spirito proprio del tempo presente e del tempo che verrà.
Il Libro dei Mutamenti è composto da 64 sentenze, ognuna associata ad un esagramma.
Gli esagrammi sono dati dalla sovrapposizione di due triagrammi che sono in tutto 8.
I triagrammi sono segni composti da 3 linee sovrapposte. Ogni linea può essere continua o spezzata.
Inoltre le linee possono essere fisse o mobili. Le linee mobili mutano nel loro opposto (da continue a spezzate e viceversa), delineando così nuovi esagrammi che rappresentano la tendenza futura.
Come consultare Il Libro dei Mutamenti
Per consultare l’I Ching si possono usare 3 monete identiche. Ad una faccia si associa il numero 2, all’altra il numero 3.
Gettando le monete si possono ottenere 4 diversi risultati: 6,7,8 oppure 9.
Ad ogni numero è associata una linea, con 6 lanci otteniamo quindi il nostro esagramma.
Se ci sono linee mobili si esegue la trasformazione e si traccia il secondo esagramma di lato al primo.
Si procede poi a leggere le sentenze relative ai due esagrammi: la prima sarà riferita alla situazione presente, la seconda a dei probabili sviluppi futuri.
In conclusione l’I Ching si tratta di un testo molto interessante: la consultazione può risultare divertente ma può anche essere spunto per serie riflessioni esistenziali. Ad ognuno la scelta sullo spirito con cui consultare il libro, l’oracolo risponderà di conseguenza.
I Ching. Il libro dei mutamenti.
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Un libro veramente interessante e divertente; non ho lanciato le tre monete, mi sono divertito a leggere le 64 sentenze. Mi è piaciuta la n. 24, "Il ritorno (la Svolta)". Una scelta fuori dalle aspettative legate alle profezie, un esercizio di piacere.
Esistono libri che per la loro bellezza, fascino e sapienza ci accompagnano per tutta la vita. Tra i molti, per me c’è senza dubbio “I Ching, il libro della mutazione” a cura di John Blofeld (Oscar Mondadori, pp. 231, 1989), traduzione di Alexa, con la prefazione preziosa del Lama Anagarika Govinda. Il mio volume ha la copertina abbastanza logorata dall’uso…
Per molto tempo nella giovinezza usai la traduzione di R. Whilhelm con prefazione di C. G. Jung, essendo tuttora una junghiana convinta. Poi fui discepola di un Lama che non è più su questa terra e mi imbattei “ per caso” (ma il caso non esiste) nel libro tradotto da Blofeld, un sinologo di grande prestigio. Blofeld (1913 -1987) parlava e scriveva correntemente il cinese, conosceva profondamente quella cultura e visse per oltre vent’anni in Cina. Secondo Lama Govinda la sua traduzione è superiore a quella di Whilelm, quest’ultima contenente imprecisioni e forse qualche fraintendimento.
Ma bando alle polemiche, che cosa è questo libro, composto di 64 esagrammi, capaci di rappresentare in toto la vita? Mondadori scrive a chiare lettere in copertina che si tratta del “più antico testo divinatorio cinese”. In parte ciò è vero; in genere il libro, antichissimo, viene consultato per ricevere una risposta a una specifica domanda, quindi esso corrisponde perfettamente ai presagi ricavati dal volo degli uccelli degli antichi, o al lancio dei dadi di nota pratica romana. Eppure non è proprio così. Il libro è un amico che mostra la realtà, sia essa esteriore che interiore al questuante, indica linee di tendenza, un viaggio simbolico nelle profondità dell’anima personale e cosmica. Sta poi alla coscienza individuale comprendere e decidere. Siamo di fronte a un equilibrio tra destino e libero arbitrio. Scrive Lama Govinda:
“[…] l’individuo, invece di ignorare o di opporsi alle forze agenti e alle realtà che lo circondano, intorno e dentro di lui, collabora con queste e le trasforma in alleati nella creazione del proprio futuro. Un marinaio non può controllare il vento o le correnti marine, è però in grado di utilizzare le loro forze collaborando con loro abilmente.”
Splendida metafora, nella quale il destino, vento e correnti, non scompare, ma nel suo alveo l’uomo collabora e può, almeno in parte, decidere e foggiare se stesso.
Gli esagrammi, composti da 3 linee spezzate e 3 intere, sono la combinazione di 6 figure o personaggi: padre e madre, due sorelle e due fratelli, ma non solo: padre e madre rappresentano anche e soprattutto la “terra” e il “cielo”, yin e yang cardini della filosofia cinese. Sono le due forse moventi il tutto, l’universo e la vita dei popoli, dei singoli, i cicli della natura. Il visibile la terra e l’invisibile il cielo. Tutto ciò ricorda Eraclito, il moto senza fine di due forze che si fronteggiano e si combattono per sintetizzarsi, intuito dal filosofo.
I “figli” nell’ “I Ching”, altra immagine calzante, antropomofizzano le forze della natura: fuoco e acqua, terra e aria, laghi e montagne, nuvole ma i cinesi possiedono anche un quinto elemento, rispetto ai 4 elementi classici di Galeno, è il metallo, il duro e pesante stato che deve essere estratto, lavorato dall’uomo. Si tratta di archetipi.
Tutto ciò è estremamente affascinante, risuona in noi con potenza. Ci sentiamo guidati e protetti da immagini e parole antichissime, da una sorta di Provvidenza che chiede sempre la nostra collaborazione per far proseguire la vita. All’esagramma sono abbinate sentenze allegorie, in risposta alla domanda. Ma è molto importante il grafico, non soltanto il testo.
Riguardo alla “mutazione”, Blofeld preferisce usare questo termine invece che quello di “mutamenti”; credo che la differenza consista nel fatto che un mutamento capita, sta al di sopra del nostro comprendere e fare, mentre la “mutazione” presuppone o lascia posto al nostro coinvolgimento personale.
Il tempo non è un nemico ma è, scrive il Lama
“vera essenza della vita e pertanto non opposto all’eterno: è piuttosto ciò grazie al quale l’eterno viene rivelato.”
Ancora risuona Eraclito, che non scrisse soltanto il noto “panta rhei” “tutto scorre”, ma fu il primo a parlare, in Grecia, di “logos”, l’eterno e stabile “quid” da cui tutto proviene.
Il responso con “I Ching” si ottiene gettando tre monetine che posseggono due facce, per sei volte, come sei sono i personaggi o forze immanenti. Si ottiene un esagramma che può mutare oppure no, ed è la fotografia del momento presente e dei suoi sviluppi. Noi occidentali per questa divinazione non usiamo gli steli di erbe, come accade in Oriente, metodo molto complesso che richiede un esperto sia nel maneggiare gli steli che nel trarne un auspicio.
E poi, buona meditazione.