I diari della tartaruga di Paolo Nones

Paolo Nones, trentino, ama viaggiare. Anni fa si è regalato un viaggio coast to coast a bordo di un autobus della Tortuga line, tartaruga di nome e fatto essendo di vecchia concezione e di poche pretese.
Unico italiano assieme alla sua compagna, lo scrittore inizia un’avventura indimenticabile accanto a giovani di varie nazionalità che danno origine a una buffa comunità viaggiante.

Epigoni di quel Jack Kerouac che scrisse a fine anni quaranta la Bibbia del globetrotter, il mitico "Sulla strada", i turisti alternativi del bus tartaruga si spingono da est a ovest instaurando un rapporto immediato di solidarietà necessario se si deve passare un lungo periodo insieme in un ambiente scomodo e limitato.
L’autore si lascia andare a precise e minuziose descrizioni dei suoi sodali non mancando di commentare i luoghi visitati aggiungendo personali riflessioni (la stridente contraddizione che porta a mettere sulla banconote l’assoluta fiducia verso la divinità e contestualmente l’amore sviscerato verso il dio denaro) o ancora il divario tra luoghi che trasudano spreco e ricchezza e spazi incontaminati dalla presenza umana.

Terra di contrasti, il continente nordamericano è visto dallo scrittore con gli occhi curiosi di un europeo che vuole imparare a capire le motivazioni che hanno reso gli Stati Uniti un mito per molte generazioni.
Ma il diario di viaggio è letto anche come un cammino spirituale alla luce di quanto affermato sin dalle epoche più remote (si pensi al viaggio degli Ebrei verso la Terra Promessa e alla sua matrice prevalente di crescita e maturazione dello spirito). Ogni partecipante, che è dipinto con distacco e quasi con ironia dall’autore, aggiunge dopo il viaggio un mattone alla costruzione di sé.
Valido esordio per Nones e interessante taccuino di viaggio per chi sogna di visitare gli USA o per chi lo ha già fatto.