Vetrate, dipinti, affreschi e crocifissi lignei: tutti noi abbiamo visto almeno una volta un’immagine della crocifissione di Gesù Cristo. Ad accomunare tutte le rappresentazioni non sono solo le magre costole di Cristo, la corona di spine arricciata o i chiodi che ne bloccano mani e piedi; è ricorrente anche un’iscrizione, posta in cima alla croce: I.N.R.I.
Cosa significa?
I.N.R.I.: cosa significa?
La scritta che abbiamo sempre visto sulle rappresentazioni della crocefissione si chiama tecnicamente Titulus crucis (il titolo, l’iscrizione della croce).
Il diritto romano prescriveva l’esibizione della motivazione della condanna sulla croce e per questo motivo l’iscrizione che si trova sopra il capo di Gesù nei crocifissi fu fatta mettere da Ponzio Pilato in tre lingue (a quanto riporta il vangelo di Giovanni): ebraico, greco e latino. Se esprime la condanna, cosa significa dunque I.N.R.I.?
Le iniziali che conosciamo fanno parte della tradizione latina che deriva dal vangelo di Giovanni: I.N.R.I. significa Iesus Nazarenus Rex Iudeorum, che si traduce letteralmente in "Gesù nazareno, re dei giudei".
Non tutti conoscono però l’iscrizione con questa sigla: nelle chiese ortodosse, per esempio, si usano le iniziali dell’equivalente greco, che lette di seguito compongono la parola I.N.B.I.
Inoltre, non tutti i vangeli concordano sulla forma dell’iscrizione. Il vangelo di Marco (il più antico) riporta "Il re dei giudei", mentre Matteo e Luca riportano rispettivamente "Questi è il re dei giudei" e "Questi è Gesù, il re dei giudei".
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: I.N.R.I.: cosa significa la scritta sulla Croce?
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