Ifigenia. Traduzione in rima
- Autore: Jean Racine
- Genere: Classici
- Categoria: Narrativa Straniera
- Anno di pubblicazione: 2024
I miti classici resistono ai secoli dopo aver ispirato, e ispirano ancora, generazioni di autori alimentando la fantasia di chi legge. Questo perché hanno espresso in modo plastico i valori e i sentimenti dell’umanità: l’amore, l’odio, le passioni, le guerre e sono dunque racconto e parola viva senza mai perdere di concretezza e attualità.
Lodovica San Guedoro candidata al Premio Strega sei volte, recensita e intervistata su Sololibri, ha curato una nuova traduzione della tragedia in cinque atti ispirata al mito greco di Ifigenia nella versione di Jean Racine, scrittore e drammaturgo francese del Seicento, per i tipi di Effegi Edizioni, nella collana Poesia.
Ifigenia, personaggio della mitologia greca, era la figlia primogenita di Agamennone, il Re dei re, e di Clitemnestra, nonché simbolo per eccellenza della verginità femminile e vittima sacrificale per il bene assoluto della comunità, volere degli Dei.
Agamennone è diviso tra l’ambizione e l’amore paterno: la flotta greca non poteva salpare per Troia bloccata perché i venti erano contrari. L’indovino Calcante chiede ad Agamennone di sacrificare la sua figlia più bella.
Per stessa ammissione della curatrice contenuta in prefazione lo scopo del suo lavoro è stato quello:
“Di dotare l’opera di una smagliante e multicolore veste poetica con una contaminazione di stili.”
Per riuscirci ha realizzato una traduzione in rima inframezzata da versi liberi. Eccone un esempio tratto dalla scena Tre, atto primo, tra Ulisse e Agamennone, dove si parla dell’oracolo:
Cosa mi devo da questo sospiro aspettare? Del sangue che vi si rivolta è un qualche sussurro? Creder dovrei che bastata è una notte a farvi vacillare? È stato dunque il vostro cuore or ora a parlare? Riflettete. Vostra Figlia alla Grecia dovete, Ce l’avete promessa. E su questa promessa Calcante, ogni giorno dai Greci consultato, Infallibile dei venti il ritorno ha pronosticato.
Sono numerose le versioni di Ifigenia. Da Eschilo - che nella tragedia Agamennone, la prima della trilogia dell’Orestea, narra la versione più antica e tragica del mito - fino a Goethe.
Racine invece con la sua Iphigénie si ispirò al tragediografo Euripide che compose Ifigenia in Taulide e in Ifigenia in Aulide. È consapevole però che per i dettami della sua epoca era disdicevole sacrificare una fanciulla innocente. Gli esiti finali, infatti, erano o la morte dell’eroina o la sostituzione con una cerva. Il sacrificio di una fanciulla virtuosa e innocente era inaccettabile, anche dal punto di vista estetico. Attua dunque una soluzione geniale per aggirare gli ostacoli, possibile soprattutto grazie a una profonda conoscenza dei miti e delle fonti. Inventa un’altra Ifigenia, figlia illegittima di Elena e di Teseo: Erifile, ignara delle sue origini e del suo nome, schiava e prigioniera di Achille dopo la vittoria di questi a Lesbo, fatalmente conquistata dal suo stesso carnefice e per giunta delatrice dell’inganno perpetrato da Agamennone per evitare il sacrificio della figlia, elaborandone la fuga.
Vediamola in un passo trasposta in rima da Lodovica San Gregorio:
Voluto, Doride, l’avrei. Quale triste immagine. La sua gloria su quei lidi trionfante mi parve! Ma alla sorte irresistibile dovetti acconsentire. Una voce segreta mi ordinò di partire, Mi disse che con la mia presenza importuna. Avrei qui forse portato la mia stessa sfortuna, Che quegli Amanti troppo felici avvicinati, Forse con qualcuno dei miei mali li avrei contagiati. Ecco cosa mi guida, e non certo l’impazienza Di scoprire a chi debba la mia triste provenienza. O piuttosto mi sarà il loro imene di legge servito. Se si farà, basta, tutto sarà per me finito... Io morirò, Doride, e con una morte tempestiva Nella notte della tomba la mia infamia sigillerò, Senza più genitori cercar tanto lungamente ignorati, E che folle il mio amor ha disonorati.
Dal punto di vista narrativo con l’escamotage di Racine, che era comunque usanza utilizzare al tempo, viene salvata la fanciulla innocente e si permette il sacrificio ristabilendo l’equilibrio.
Tuttavia l’equilibrio si può considerare rispettato anche adesso, con quest’altra “terza via”, come la chiama l’autrice in una apposita nota finale al testo, ovvero la sua traduzione i cui obbiettivi sono stati raggiunti. La lettura è estremamente godibile e coinvolgente, ma negli aspetti pratici non è un’operazione così scontata o semplice come può sembrare a prima vista.
Ifigenia. Traduzione in rima
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