Il Duce mio padre
- Autore: Romano Mussolini
- Genere: Storie vere
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: BUR
- Anno di pubblicazione: 2004
Scomparso a Roma il 3 febbraio 2006, Romano Mussolini era il quarto figlio del Duce. Oggi è considerato uno tra i più famosi jazzisti italiani della sua generazione, tuttavia oltre alla musica ebbe anche altre passioni: si cimentò nella pittura (sviluppando uno stile che francamente può anche non piacere a tutti) e pubblicò un libro che racconta una parte importante della sua vita.
Il testo dato alle stampe da Romano si intitola Il Duce mio padre, è stato pubblicato da BUR nel 2004 e l’autore lo ha presentato come un’opera che vorrebbe
"contribuire con elementi nuovi a far luce su alcuni aspetti della vita del Duce".
Dalla prima parte del volume si apprende inoltre che il discendente del dittatore abbia voluto mettere a disposizione addirittura "tutti i suoi ricordi", ma in realtà le pagine sono 170 e (senza contare gli ovvi dubbi sull’imparzialità della voce narrante) basta già questo aspetto a far intuire che il lavoro è quantomeno incompleto. È chiaro a chiunque che quella di Mussolini è una personalità troppo complessa per poter credere che bastino così poche facciate per ottenere un suo ritratto veramente significativo.
Venendo al contenuto, si deve riconoscere che queste memorie di Romano sono scritte in un italiano stilisticamente apprezzabile, ma il testo è di scarso valore. È palese a chiunque che il racconto del figlio di Mussolini non possa essere ritenuto un documento scevro da opinioni personali e che vada letto con prudenza, tuttavia, a prescindere da ciò, non si può ignorare come ne Il Duce mio padre ogni singolo passaggio della narrazione sia frettoloso, sintetico e povero di dettagli realmente rilevanti. Tralasciando la presenza di varie dichiarazioni controverse, il libro non restituisce aspetti inediti o particolarmente interessanti del carattere del fondatore del fascismo o della sua complicata esistenza. In alcuni passaggi si trovano dei vaghi accenni al desiderio del Duce di far uscire l’Italia dal secondo conflitto mondiale ed è ben noto che il nostro paese fosse in condizioni disastrose, ma tutto viene risolto in brevi paragrafi che non chiariscono nulla. Il giudizio su Edda può anche risultare degno di nota:
"Di tutti noi fratelli era quella che più somigliava al Duce con il suo temperamento energico fino alla temerarietà, la capacità di sintesi e la sensibilità esasperata".
Però, anche qui, c’è troppa rapidità e in generale tutto è sempre troppo sbrigativo.
Onestamente, inoltre, il libro appare disordinato, ma restando sempre sulla questione della poca profondità non si può ignorare come, ad esempio, sia riassunta con pochissime battute persino la terribile vicenda di Ida Dalser, la donna trentina con cui Benito Mussolini ebbe un figlio (Benito Albino), morta nel manicomio di San Clemente a Venezia il 3 dicembre 1937.
In conclusione Il Duce mio padre è uno scritto chiaramente di parte, ma anche inespressivo e insoddisfacente, e per farsi un’idea credibile su Mussolini è sicuramente più consigliabile leggere una biografia scritta da un buono storico.
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