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In occasione della Giornata Mondiale del Teatro, che cade il 27 marzo 2025, vi raccontiamo alcune curiosità legate al Teatro Olimpico di Vicenza, il primo teatro stabile coperto dell’epoca moderna, oggi Bene protetto dall’UNESCO.
Rappresentazioni teatrali nella Vicenza cinquecentesca
Teniamo presente che durante il Cinquecento aumenta il numero sia di feste pubbliche - matrimoni di sovrani e notabili, entrate trionfali in città di re e imperatori -, sia di feste private. Le prime si svolgevano negli spazi comuni di piazze e vie sotto gli occhi della popolazione in festa, le seconde invece venivano organizzate nelle sale dei palazzi aristocratici per un’élite. E tra le feste, un posto particolare era riservato alle rappresentazioni teatrali.
Pertanto i membri dell’Accademia Olimpica di Vicenza affidarono a Andrea di Pietro della Gondola detto il Palladio (1508-1580) il compito di progettare un teatro che rispondesse all’esigenza di destinare alle rappresentazioni uno spazio stabile e chiuso come lo intendiamo oggi. Ricordate, vero, che il teatro greco antico era un emiciclo all’aperto, che per le gradinate sfruttava il pendio del territorio, mentre quello romano - stabile in muratura solo a partire dal 55 a.C. con il teatro di Pompeo - non aveva un soffitto permanente, ma un tendone steso o tolto secondo necessità?
L’Accademia Olimpica di Vicenza e il Palladio
Fondata nel 1555, l’Accademia Olimpica di Vicenza era aperta - una novità rispetto alle sue sorelle nello Stivale - a quanti, nobili e non, si fossero distinti nelle arti (lettere, teatro, musica, matematica, scienze, esercizio delle armi compresi). Il suo motto era un emistichio in latino tratto dal IV libro dell’Eneide virgiliana:
Hoc opus hic labor est.
È ancora in attività con un ricchissimo calendario di eventi culturali, balletti, concerti, spettacoli.
Ma c’è un’altra curiosità che vi vogliamo svelare. Fu il Trissino ad affibbiare all’architetto l’appellativo di Palladio: “Colui che è sacro a Pallade Atena” (la divinità greca protettrice delle arti).
Il Teatro Olimpico di Vicenza: struttura e inaugurazione
Per la realizzazione del Teatro Olimpico di Vicenza, Andrea Palladio interpreta il modello del teatro antico contenuto nel trattato De Architectura di Vitruvio, vissuto nel primo secolo a.C, progettando per esempio una cavea di forma ellittica per ospitare il pubblico sopra un loggiato decorativo sostenuto da colonne ioniche; un proscenio corredato da una scena fissa, che nell’idea originaria avrebbe dovuto rappresentare una veduta ideale di Venezia.
Il Palladio voleva collegare idealmente lo spazio degli attori con quello riservato al pubblico (la cesura tra i due avverrà in epoca Barocca) in una struttura unitaria illuminata dalle numerose finestre poste sopra la cavea. Conosciamo questi dettagli dalle incisioni dell’epoca; una soluzione suggestiva che avrebbe sicuramente fatto colpo sullo spettatore.
Alla sua morte il progetto viene completato dal vicentino Vincenzo Scamozzi che, tra i vari cambiamenti, sostituisce la veduta ideale di Venezia con una via centrale della città di Tebe.
Infatti la prima opera teatrale ad essere portata in scena in occasione dell’inaugurazione il 3 marzo 1585 fu la tragedia Edipo tiranno di tal Orsato Giustiniani, nobile veneziano, poeta e letterato che la tradusse in volgare. Altro non è se non l’Edipo re sofocleo, la tragedia perfetta secondo la Poetica di Aristotele.
Al Teatro Olimpico, nel 1585, recitano almeno due attori professionisti: Luigi Groto e Giambattista Verato. Il primo, non vedente fin dall’adolescenza, recitava la parte di Edipo con una verosimiglianza lodata dai contemporanei; il secondo interpretava l’indovino Tiresia. Per lui Torquato Tasso scrisse un sonetto-epitaffio, quando l’attore era ancora in vita, a celebrarne le doti recitative.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Il Teatro Olimpico di Vicenza: storia e struttura del teatro coperto più antico del mondo
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