Virginia Woolf: il suo nome è indissolubilmente legato al movimento letterario del flusso di coscienza e anche al vivace cenacolo culturale che aveva sede nel quartiere londinese di Bloomsbury.
Chi è Virginia Woolf?
Allevata in un ambiente culturalmente vivace, figlia di secondo letto di genitori entrambi vedovi e già con altri figli, Virginia Woolf nata Stevens, manifesta precocemente interesse vivo per la cultura e per la letteratura malgrado sia stata educata in casa, regola non scritta per le ragazze di buona famiglia vissute durante l’età vittoriana.
Una serie di lutti familiari e di disagi (tra cui anche abusi sessuali da parte dei suoi fratellastri) minano la sua salute mentale portandola a quella depressione che sarà poi causa della sua morte. A Bloomsbury, Virginia entra a far parte di un circolo culturale di grande apertura mentale e conosce alcune tra le più brillanti personalità del primo decennio del Novecento, ma anche il suo futuro marito, Leopold Woolf, sposato nel 1912.
Il flusso di coscienza nelle opere di Virginia Woolf
Le opere che maggiormente riflettono l’uso del flusso di coscienza sono La signora Dalloway e Gita al faro, tra l’altro i suoi romanzi più noti a livello planetario.
In Gita al faro l’incipit del romanzo è dato da una frase secca e sibillina: "Sì, se sarà bello domani". L’aspettativa di questa gita che poi materialmente si effettua circa dieci anni dopo la frase iniziale e con la protagonista, la giunonica e dominatrice signora Ramsay ormai deceduta, si perde tra le descrizioni delle vicende dei vari protagonisti, vicende che seguono dei "momenti di essere", versione della Woolf dell’epifania joyciana e poco importa se l’azione viene a svolgersi in due giorni (come nella parte prima di Gita al faro), nell’arco di dieci anni (come avviene nella seconda parte del medesimo romanzo) o in dodici ore (come accade ne La Signora Dalloway).
In Orlando, ispirato all’amore per Vita Sackville-West, il flusso di coscienza è reso dal linguaggio raffinato ricco di metafore e alliterazioni che sono più presenti in poesia piuttosto che in un’opera di narrazione. Interessante anche lo scambio del personaggio che arriva a mutare di sesso risvegliandosi donna nel Settecento dopo esser vissuto da uomo nel Seicento. Scopo della scrittrice è anche e soprattutto denunciare le disparità tra i sessi molto feroci all’epoca a lei contemporanea (la Woolf fu molto attiva nel movimento femminista).
Ultimo lavoro della Woolf, Tra un atto e l’altro riassume le ansie vissute dalla scrittrice e sposa in toto il monologo interiore.
© Riproduzione riservata SoloLibri.net
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Il flusso di coscienza in Virginia Woolf
Naviga per parole chiave
Approfondimenti su libri... e non solo Curiosità per amanti dei libri Virginia Woolf Storia della letteratura
Lascia il tuo commento