Il jazz. Una storia sentimentale
- Autore: Igor Ebuli Poletti
- Genere: Musica
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2023
Igor Ebuli Poletti confeziona un piccolo ma succoso omaggio alla musica jazz, che forse è una parola che viene dal francese, “jazz”, inteso come divertimento, un termine usato agli inizi del Novecento a New Orleans, senza dimenticare che le radici del jazz sono nei dolori e nelle fatiche degli schiavi negri.
Poletti scrive che se dai forma all’acqua il jazz è la bottiglia che contiene tutte le musiche ascoltate, e che ascolti mentre la esegui. Errol Garner suonava il pezzo Misty in modo eccelso, anche se non leggeva la musica, ma poi lui replicava con una frase che è rimasta famosa:
È vero, ma nessuno viene a vedere che leggo, vengono a sentire quello che suono.
Per tornare alla musica jazz sentimentale c’è la tromba di Chet Baker che si bruciò per il troppo talento, facendo una vita impossibile, tra alcol e droghe, che lo lasciarono completamente solo.
Un altro raccontatore dell’angoscia fu Charlie Parker, che in una giornata caldissima, il 29 luglio 1946, incise Lover man, una elegia laica la chiama Poletti. Ma in quanto preghiera laica l’autore scrive:
Trasforma il pezzo in una straziante elegia laica, in una serie di frasi strumentali spezzate dall’angoscia, con le note che non sembravano provenire dal suo sassofono ma da qualcosa di più misterioso, di sotterraneo per terminare la registrazione con una sola, lunghissima e insopportabile nota sospesa, incompiuta.
Il jazz è ritmo e improvvisazione, ci sono i patiti del jazz puro, con gli assoli che per i non esperti diventano troppo lunghi. Chi scrive non ha conosciuto, tramite il proprio padre, Charly Parker o Chet Baker, ma le canzoni di Frank Sinatra e le signore del jazz, tra tutte, Ella Fitzgerald e meno Billie Holiday, perché per mio padre il jazz era soprattutto divertimento, entertainment.
La storia del jazz e i racconti degli esordi, come è stato già scritto, del jazz che era un modo improvvisato e ritmato, appunto, affinché gli schiavi di colore non crollavano di fatica dopo 14 ore di lavoro continuo nei campi di cotone e non solo, le donne schiave dovevano mantenere pulita la "farm" e le più giovani venivano molestate, o peggio, dal padrone e dai padroni bianchi.
Magari possiamo superare questo dolore che per gli afroamericani è ancora vivo, presente, e tornare alle pagine de Il jazz. Una storia sentimentale (Oligo editore, 2023) proprio con Ella Fitzgerald, la più grande cantante jazz a pari merito con Billie Holiday, che però cantava altro e anche la sua vita fu molto infelice. A proposito di Ella, Poletti scrive:
La musica è sempre un dialogo, deve esserlo, se diventa un monologo non diventa più niente, si sfalda, si smarrisce. E quale migliore dialogo se non quello, intenso e rarefatto, potente e leggero, tra il pianoforte di Duke Ellington e la voce di Ella Fitzgerald in Lush Life, con le sillabe che rotolano eleganti e bizzose come i frutti maturi che stanno per staccarsi da un albero perché è arrivato il loro momento.
Oppure John Coltrane che suona con gli occhi sbarrati, come se fosse in un’altra dimensione. L’autore scrive che l’improvvisazione nel jazz è come fare silenzio nella testa per poi parlare di nuovo.
Forse in questi anni abbiamo parlato molto sui social network, per cause anche che vanno oltre la nostra logorrea, come un virus, una guerra, un periodo di grande penuria di generi alimentari in alcune zone dell’Africa e dell’America Latina.
Fare jazz diventa più difficile, perché il silenzio viene continuamente interrotto.
Una delle icone del jazz più amate e criticate: Miles Davis. L’uomo che prese il posto di Louis Armstrong e la pubblicazione di Miles Davis di Kind of Blue del 17 agosto del 1959: il dodicesimo album più venduto di sempre, nella classifica di Rolling Stone.
Mentre la parabola di Leon Box va interamente letta nel capitolo Luci e ombre. L’autore infine si chiede se esista una via italiana al jazz. Sembra di sì, con il sax tenore di Emanuele Cisi, il pianoforte di Stefano Bollani, la tromba di Paolo Fresu e un sacco di altri nomi che vanno scoperti, perché come scrive l’autore:
Non si può chiedere ai sentimenti una esaustività da elenco telefonico.
Un piccolo grande libro per quelli che ancora ascoltano il jazz e lo sostengono e lo amano appassionatamente.
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