Il libro rosa della filosofia. Da Aspasia a Luce Irigaray, la storia mai raccontata del pensiero al femminile
- Autore: Simonetta Tassinari
- Genere: Filosofia e Sociologia
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2024
Il libro rosa della filosofia. Da Aspasia a Luce Irigaray, la storia mai raccontata del pensiero al femminile (Gribaudo 2024, Collana “Straordinariamente”) di Simonetta Tassinari, professoressa di Storia e Filosofia nei licei, indaga lo stretto legame tra l’universo femminile e la filosofia.
“Se la filosofia l’avete studiata a scuola, o se semplicemente ve ne sentite attratti, vi sarete senza dubbio domandati com’è che si contano così poche donne filosofe in paragone agli uomini”.
Infatti, è sufficiente scorrere un manuale di liceo per capire che le donne rappresentano una percentuale irrisoria per quasi tutto il lungo periodo, sicché si evince che il primo, imprescindibile requisito per filosofare sia l’essere nati maschi. Indubbiamente si assiste per il Novecento a una certa accelerazione, tutto sommato minima rispetto al contesto, di cui peraltro molti autori, spesso uomini, quasi non si sono accorti.
Perché le donne no, allora? Perché dire “donne e filosofia” sembrava assurdo.
Perché alle donne non si concedeva la ragione, quella più nobile, la ragione speculativa, bensì solo quella bassa, che si traduceva nel buon senso quotidiano, nelle scelte non avventate, nello stare al proprio posto e nel fare ciò che competeva loro. Eppure l’elenco delle filosofe in senso stretto, di quelle, cioè, che al pari di molti uomini hanno fatto del pensiero la loro principale occupazione, e anche nel senso più ampio intese come donne di cultura, intellettuali, che in qualche modo hanno influenzato il loro tempo e oltre, non è poi così esiguo, e anzi denso di personalità originali e creative. Però in una cultura che per millenni ha avuto un carattere spiccatamente patriarcale e maschilista non se ne parla, oppure non se ne parla abbastanza. Inoltre, le donne spesso sono state tagliate fuori dall’istruzione preventivamente. Infine, ricordiamo che le donne vengono molto citate nelle pagine dei filosofi, anche di quelli più antichi, ma come oggetto più che come soggetto di filosofia.
Tra le tante filosofe presenti nel volume prendiamo in esame Ildegarda di Bingen (1098-1179), nata a Magonza, fu una monaca, profetessa, filosofa e mistica benedettina, dichiarata santa e dottore della Chiesa.
Le sante proclamate dottori della Chiesa, per la loro speciale dottrina e sapienza, sono quattro in tutto, mentre gli uomini sono trentasei. Le altre tre donne che hanno ricevuto questo onore (che può essere concesso solo postumo) sono santa Caterina da Siena (1347-1380), santa Teresa d’Avila (1515-1582) e santa Teresa di Lisieux (1873-1897).
Ildegarda visse in un periodo caotico e violento; stavano per essere bandite le Crociate, si combattevano infinite lotte tra i feudatari e l’imperatore, nessun luogo era al riparo dalle scorrerie di soldataglie e di ladroni. Ultimogenita di dieci figli, Ildegarda venne educata in un monastero, dove entrò all’età di otto anni, e prese i voti in giovane età. Donna dai numerosi talenti, fu inoltre, guaritrice, erborista, naturalista, cosmologa, gemmologa, filosofa, profetessa, drammaturga, musicista, linguista e consigliera politica. Moderno il suo principio che la salute possa dipendere dalla mente e che esistano delle malattie che, attualmente definiremmo psicosomatiche.
“Che cosa ha perso il mondo, impedendo al genere femminile di esprimere la propria voce e di contare? Da che cosa deriva la cattiva fama delle donne presso i filosofi (e non solo)? È vero che le donne e gli uomini ragionano (e filosofano) in modo diverso?”.
Per chiunque voglia approfondire l’argomento troverà un libro esaustivo e ben scritto. Un testo veramente interessante e arguto da leggere in occasione della Festa della donna augurandosi che molte ragazze si dedichino allo studio della filosofia e che il gentil sesso possa sempre più occupare posti rilevanti nell’ambito lavorativo.
“Udì mai, la moglie Santippe, i dialoghi di Socrate sulla bellezza e la verità?” Sarah B. Pomeroy
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