Il marchese di Montespan di Jean Teulé

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I francesi sanno raccontare la grande storia, sanno trasformare la narrazione in romanzi, sanno rendere emozionanti fatti che abbiamo studiato su talvolta noiosi libri di scuola. E’ questo il caso del romanzo dedicato al marito della celebre Marchesa di Montespan, amante per lunghi anni di Luigi XIV dopo avere scalzato dal suo posto di favorita Louise de Lavallière, e scacciata poi per far posto alla Maintenon. Ma il punto di vista del marito abbandonato dalla moglie amatissima, deciso ad escogitare ogni possibile espediente pur di ottenere il ritorno a casa della splendida Athenais, non darà i risultati auspicati: la Montespan verrà liquidata dal sovrano dopo oltre venti anni di onorato servizio a Versailles, ma suo marito, che l’ha attesa per tutto quel tempo, non accetterà di riprenderla a casa dopo aver assistito ad un rituale satanico di cui la terribile marchesa si è resa complice.

La capacità di scrittura dell’autore ci rende visibile la vita terribile a cui erano sottoposti tutti coloro che erano fuori dalla fastosa corte reale: miseria, malattie, sporcizia, degrado fisico e morale, fame sembrano essere l’unica realtà presente nella Francia dell’Assolutismo. Mentre a corte i nobili, sporchi, pidocchiosi, spesso mutilati dalla sifilide, con bocche sdentate ostentano un lusso malsano e degradante, fuori di quel recinto si muore in guerra, per la carestia, per le malattie da malnutrizione, per il freddo, per la violenza dei gendarmi, per la giustizia operata in modo totalmente arbitrario. Teulè ci fa confrontare con la storia di un periodo celebrato dai grandi pittori, dal musicista Lulli, da Molière, da Racine come il Grand Siècle, ed invece sotto la sua lente impietosa vediamo la sporcizia della Senna, vera cloaca a cielo aperto, i bordelli parigini dove si ammassano donne che nulla hanno più di umano, la miseria estrema delle campagne, dove si trascinano contadini che non hanno la forza di lavorare. La grande Francia vista dall’altra parte fa un’impressione di perdita completa dei valori che non potrà che portare all’affermazione dei principi dell’Illuminismo ed alla Rivoluzione del 1789.
L’autore tratta la sua materia con leggerezza e molta ironia, ci descrive i costumi sessuali di un’epoca libertina con grassi particolari, ci fa divertire mentre impariamo una densa lezione di storia.