Il museo dei pesci morti
- Autore: Charles D’Ambrosio
- Genere: Raccolte di racconti
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: minimum fax
- Anno di pubblicazione: 2006
L’abbandono, la sua violenza, è il tema cui ruotano attorno tutti gli otto racconti della raccolta “Il museo dei pesci morti” (Minimum Fax, 2006), prima opera dello scrittore statunitense Charles D’Ambrosio.
Bambini abbandonati in istituti, donne vittime della violenza degli uomini, padri e figli uniti dalla malattia, storie d’amore fra pazienti psichiatrici, truffatori alla deriva, i protagonisti di queste brevi storie acchiappano il lettore per i colletto della camicia e lo tirano dentro il proprio inferno quotidiano. Non c’è riscatto, non c’è possibilità di rivincita, di rivalsa, nessun cambiamento è contemplato nelle vite di questi individui figli di un’America spietata, dolente, al limite della sopportazione. Nessuno è salvo, nessuno è al sicuro, non ci si può fidare di nessuno.
La lettura di questi racconti di D’Ambrosio serra la gola, impedisce di deglutire, poiché ciò a cui ci vuole portare l’autore è una quieta rassegnazione all’insoddisfazione, concetto tanto cupo quanto avvilente. Un libro difficile da mandar giù, come un amaro cucchiaio di sciroppo, dove vige la legge del più cattivo e tutti sono vittime di qualcun altro.
Un ritratto spietato dell’America, provinciale e degradata come nella peggiore delle nostre realtà, boccheggiante come un pesce tirato fuori da un fiume con ancora l’amo attaccato alla presa, piena di solitudine e senza speranza.
“Si svegliò con la bocca riarsa e mise la testa sotto il rubinetto e bevve disperatamente, lappando, come un animale intossicato.”
Il museo dei pesci morti
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