Disponibile su Amazon Prime Video Il nemico, titolo originale Foe, il film con protagonisti Saorsie Ronan e Paul Mescal tratto dal libro di Ian Reid edito in Italia da Rizzoli.
Lo scrittore canadese lo ha definito “una storia di suspense filosofica”; ancora una volta l’autore torna ad affrontare il tema dell’isolamento che era presente anche nel suo precedente romanzo, Sto pensando di finirla qui (Rizzoli, 2020, titolo originale I’m Thinking of Ending Things, Ndr) divenuto a propria volta un film, nel 2020, diretto da Charlie Kaufman con protagonista Jessie Buckley.
Ora Il nemico, il thriller psicologico di Reid, diventa un film di fantascienza diretto da Garth Davis, lo stesso regista di Lion. La strada verso casa, che ne esalta soprattutto gli elementi fantascientifici legati allo sviluppo dell’intelligenza artificiale.
Scopriamo trama e differenze tra libro e film.
“Il nemico”: la trama del film
Ambientato in un futuristico 2065 nella terra arida del Midwest, Il nemico narra la storia di una giovane coppia formata da Junior (Paul Mescal) ed Henrietta (Saoirse Ronan).
I due conducono una vita molto ordinaria: lei lavora come cameriera, mentre lui è operaio in una fabbrica di carne. Vivono in una fattoria sperduta, lontana da ogni centro sociale e, dopo cinque anni, la loro relazione inizia a entrare in crisi.
Tutto cambia all’improvviso quando Junior viene selezionato per un programma spaziale che lo condurrà su un nuovo pianeta che dovrebbe rappresentare la salvezza per l’umanità, in quanto la terra è ormai funestata dal cambiamento climatico. Il programma durerà due anni, come annuncia Terrance, emissario della “OuterMore”, che si presenta alla loro porta di casa illustrando nel dettaglio ogni passaggio.
Al posto di Junior, accanto a sua moglie Hen, sarà messo un sostituto biologico, una sorta di replicante. Nulla, naturalmente, andrà come previsto.
Il film si avvale di un’atmosfera fantascientifica, ma presto trascende nel melò drammatico: Henrietta si innamorerà, corrisposta, del clone sviluppando con lui una relazione più intensa di quella che aveva con il marito. Si aprono numerosi interrogativi, tra cui: l’intelligenza artificiale può provare amore? La risposta proposta potrebbe stupirci.
Il film di Garth Davis, ispirato al romanzo di Reid, scandaglia gli scenari del futuro servendosi di uno scenario vintage tipicamente anni Cinquanta che intensifica l’espressività (e la bravura) degli attori protagonisti, entrambi ragazzi di origine irlandese divenuti stelle hollywoodiane.
“Il nemico”: il libro di Iain Reid
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Nel romanzo Il nemico, edito da Rizzoli nella traduzione di Stefano Tummolini, Iain Reid si concentra soprattutto sulla condizione psicologica dei protagonisti: il suo focus è dedicato alla vita matrimoniale, alla solitudine che si può provare anche vivendo in coppia e, non da ultimo, alla tecnologia che rende i rapporti astratti, artificiali, a tratti claustrofobici nella continua permanenza e reperibilità che la comunicazione impone.
L’avventura spaziale, nelle intenzioni dello scrittore canadese, non è altro che una metafora per dire “altro” e restituire una visione etica della vita e del futuro. Il tema centrale per Reid, cresciuto in una remota fattoria dell’Ontario, è l’isolamento e la relazione tra i due protagonisti che è il “vero universo” pieno di domande e possibilità. Per esplorare le oscure dinamiche che governano la contemporaneità, Reid si serve di una prospettiva allargata e di un’ambientazione futuristica. Lo spazio, il fantomatico pianeta sul quale approda Junior, in realtà rimane sullo sfondo: poiché quella remota lontananza è già qui, sulla Terra, quella distanza siderale è ciò che già si frappone tra le persone talmente assuefatte dall’uso delle tecnologie da essere incapaci di comunicare tra loro. In sostanza, Il nemico sembra una storia fantascientifica, ma lo è solo in apparenza, perché ci sta parlando del presente, non di un ipotetico futuro.
“Il nemico”: le differenze tra libro e film
Il film di Garth Davis non è del tutto fedele al libro di Iain Reid, ne riprende sostanzialmente la trama ma distorce alcune tematiche a discapito di altre. Se nel thriller di Reid il focus era dedicato al matrimonio, alle difficoltà della vita di coppia e alle domande esistenziali dell’umanità, ecco che nel film invece viene accentuato l’elemento fantascientifico: infatti l’idea dell’intelligenza artificiale è introdotta sin dall’inizio. Inoltre cambia la prospettiva: se nel romanzo il punto di vista principale era quello di Junior, ecco che nel film è Henrietta a narrare la storia, illuminando l’intera vicenda con una visione femminista e con un’emotività tempestosa, a tratti disperata.
L’umanizzazione dell’intelligenza artificiale è centrale nel film: tanto che Hen ha uno scatto drammatico nel finale, mentre nel libro accoglie l’inevitabile epilogo con una rassegnazione certo non priva di rimpianto.
Anche ambientare il film nel 2065 è stata una precisa scelta del regista che voleva porre l’attenzione anzitutto sugli effetti drammatici del cambiamento climatico e sull’urgenza di correre ai ripari prima che l’utopia prefigurata dai peggiori scenari fantascientifici diventi possibile. Laddove il libro si concentra sulle dinamiche personali e di coppia, ecco che il film si spinge su una visione più universale invitando alla riflessione etica e sociale.
Il thriller di Iain Reid si basava sull’inquietudine e sul mistero, creando un’atmosfera impalpabile di tensione costante; nel film di Davis questa inquietudine è assente, i colpi di scena - soprattutto quello finale - diventano più prevedibili e meno scioccanti, perché il regista ha scelto di approcciarsi alla storia con un ritmo diverso, favorendone un’interpretazione più analitica.
Se l’intenzione di Reid era quella di fornire al lettore una storia ambigua, sulla solitudine e il terrore del cambiamento, ecco che invece la pellicola di Garth Davis si concentra più sulle possibili derive futuristiche del presente mostrandone il voltafaccia angoscioso e inquietante.
“Il nemico”: trailer del film
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