"Il ponte delle spie" andrà in onda questa sera su Rai 3, un film di Steven Spielberg basato sul romanzo "La verità sul caso Rudolf Abel", scritto da James B. Donovan. La pellicola ha come tema centrale la storia vera di James B. Donovan, avvocato americano che si trovò a difendere la spia russa Rudolf Abel.
Il film "Il ponte delle spie" è ambientato negli anni della guerra fredda, momento particolarmente delicato della storia degli Stati Uniti.
Il film nel 2016 portò il Premio Oscar a Mark Rylance, che ottenne l’ambita statuetta come attore non protagonista. Di seguito scopriamo la trama de "Il ponte delle spie" e il trailer, dando uno sguardo così anche ad alcune scene del film che andrà in onda questa sera su Rai 3.
"Il ponte delle spie": trama e trailer del film di Spielberg
James Donovan è un affermato avvocato americano, che lavora in uno studio legale a Brooklyn. L’avvocato, interpretato da Tom Hanks, verrà chiamato a difendere Rudolf Abel, spia russa catturata dal governo americano e sarà scelto per il ruolo chiave che rivestì nel corso del Processo di Norimberga. L’intento degli Stati Uniti era quello di mostrare che tutti avevano la possibilità di ottenere un processo equo, sebbene i rapporti con la Russia fossero piuttosto tesi in quel preciso periodo storico (siamo nel pieno degli anni della guerra fredda).
Donovan, dopo qualche reticenza, accetterà il caso scontrandosi con la propria famiglia, il capo dello studio legale e il giudice del processo che cercano di imporgli una difesa quanto più blanda possibile.
L’avvocato inizia la conoscenza con l’imputato con distacco e freddezza, ma conoscendo meglio Abel comincia sempre più a interessarsi al caso. Donovan strutturerà così una difesa molto efficace per il suo assistito, giungendo anche ad evitare la pena di morte per la spia russa. Al giudice l’avvocato di Brooklyn mostrerà infatti come Abel possa essere una vera e propria risorsa per il Paese, facendo capire che per gli Stati Uniti la figura della spia potrebbe rivelarsi un’ottima merce di scambio, in caso venisse catturato un cittadino americano.
Donovan riesce così ad ottenere una reclusione di 30 anni per il suo assistito, una sentenza che però non gli sembra equa e che lo spinge ad appellarsi alla Corte Suprema. Da questo momento in poi l’avvocato e la famiglia entreranno nell’occhio del ciclone, dal momento che anche la stampa comincerà ad interessarsi alla questione.
Ciò che aveva però ipotizzato l’avvocato avverrà qualche anno dopo, quando un pilota americano verrà catturato dalla Russia e la figura di Abel sarà un elemento chiave per riportare Francis Gary Powers negli Stati Uniti.
Il film, uscito nelle sale italiane a fine 2015, andrà in onda questa sera a partire dalle ore 21:10 su Rai 3. La pellicola che vede protagonista delle vicende Tom Hanks si basa su una storia vera che viene raccontata dallo stesso avvocato nel libro "La verità sul caso Rudolf Abel". Il film di Spielberg risulta essere molto attinente con i fatti davvero avvenuti.
La storia vera di Donnovan e Abel
Rudolf Abel era una spia russa, attiva sul suolo americano da ben 10 anni, che venne arrestato a causa del suo assistente nel 1957. Reino Häyhänen, assistente di Abel, si era rifugiato nell’ambasciata americana a Parigi avendo paura delle conseguenze per il suo operato. Abel aveva infatti richiesto che Reino venisse sollevato dal suo incarico, dati i suoi problemi con l’alcool, i continui litigi con la moglie e il suo sempre maggiore interesse per le prostitute, la Russia lo aveva così richiamato in patria.
Il 21 giugno del 1957 Rudolf Abel venne arrestato con tre capi di accusa: cospirazione contro gli USA, raccolta di informazioni classificate e mancata dichiarazione dello status di agente segreto.
La difesa dell’imputato verrà affida a James B. Donovan, avvocato della Brooklyn Bar Association, che venne scelto per i suoi trascorsi nell’ambito militare e per il ruolo chiave che giocò come assistente di Robert H. Jackson al Processo di Norimberga. L’avvocato accettò di difendere Abel, perché il governo americano, con l’arresto della spia russa aveva violato il Quarto Emendamento, perquisendo la casa del suo assistito e sequestrandone i beni senza un mandato.
La difesa di Abel costò cara a Donnovan, che dovette cambiare numero di telefono e fronteggiare le critiche e gli insulti che vennero rivolti a lui e alla sua famiglia. La vicenda cadde poi nell’oblio finché nel maggio del 1960, come aveva ipotizzato l’avvocato, un pilota americano non venne catturato dopo l’abbattimento del suo aereo.
Il padre del pilota scrisse a Donnovan dicendo che avrebbe chiesto al Governo di scambiare Abel per suo figlio, nel frattempo anche la moglie di Abel cominciò a scrivere all’avvocato. Donnovan divenne così l’uomo giusto per iniziare le trattative che avrebbero portato allo scambio il 10 febbraio 1962 sul Glienicke Bridge.
In cambio di Abel l’avvocato riuscì a riportare a casa non solo il pilota americano, ma anche Frederic Pryor, studente di Yale che era stato accusato di spionaggio, mentre si trovava a Berlino per ricerca.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Il ponte delle spie, stasera in tv: il film di Spielberg tratto da un libro
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