Il richiamo del sentimento di Fabrizio Guarducci

Una trama affascinante di quando, in un tempo antico, vi era una società che non conobbe mai la violenza, una storia di resistenza e idealismo nell’Europa medievale, con al centro i Catari. Vivevano in pace senza bisogno di guardie o di leggi e la loro moralità era innata. In libreria dal 16 gennaio, Il richiamo del sentimento (Lorenzo de’ Medici Press, 2025) è l’ultimo lavoro di Fabrizio Guarducci, scrittore, saggista e autore, regista e produttore cinematografico. Formatosi con i principi della dottrina politica e sociale del giurista Giorgio La Pira, ha fondato il Dipartimento di Antropologia culturale dell’Istituto Internazionale Lorenzo de’ Medici di Firenze, e al contempo si è dedicato alla ricerca dei linguaggi come strumenti per migliorare l’interiorità dell’individuo e per trasformare in positivo la realtà che ci circonda. Il suo ultimo saggio Eclissi è stato selezionato al Premio Strega del 2024.

Attraverso il percorso di studi accademici della giovane protagonista Elvira, ricercatrice e scrittrice, scopriremo un movimento eretico medioevale e forse molto di più, che dette vita a una società perfetta che aveva sfidato la Chiesa nel cuore del Medioevo e che fu perseguitato e sterminato dal potere ecclesiastico.

La loro filosofia era incentrata sulla dualità del bene e del male, sulla ricerca di una vita semplice e spirituale.

La documentazione di Elvira non è del tutto completa per poterne pubblicare un libro, e la sua ricerca storica proseguirà da Firenze fino in Francia, sulle tracce del misterioso “Vangelo di Giovanni l’apostolo”, un manoscritto perduto di cui aveva sentito parlare. Trovarlo per lei era diventata un ossessione. Giorni a macinare letture nella biblioteca del convento di San Marco, che si ergeva maestoso e austero nel cuore di Firenze, nella sezione dedicata agli eretici, Elvira era sempre più determinata a indagare tra i documenti le cui pagine ingiallite parlavano di credenze, di rituali e di dottrine e che custodivano le origini dei Catari. E poi nel sud della Francia, perché alcuni degli archivi interessanti e indispensabili alla sua ricerca erano stati finalmente resi disponibili.
Il loro nome, “catari”, aveva una origine greca e significava puro. Insoddisfatti della Chiesa, e di denuncia contro il papato e la curia, il loro credo era negli insegnamenti del Vangelo, in quanto unici eredi degli apostoli. La chiesa catara si diffuse nelle aree rurali nel sud dell’Europa e in Italia; professavano la loro dottrina del bene rifiutando la corruzione e le ricchezze materiali. Il messaggio lasciato dai Catari era un fondamento per il bene comune; i loro principi erano di condivisione, uguaglianza e rispetto. Le donne avevano un ruolo significativo; le parfaites, le donne spiritualmente realizzate, avevano la stessa autorità degli uomini nel guidare la comunità. Partecipavano alla vita religiosa e sociale, nell’istruzione, nell’amministrazione e nella cura dei malati.

Nei suoi scritti Elvira porrà in evidenza le sue riflessioni evidenziando le caratteristiche di una comunità felice e in pace, così profondamente diversa dalla nostra società moderna complessa e globalizzata. Vaaga in lungo e in largo per la Francia, tra i campi dorati della Provenza, per le strade di Carcassonne, la città con le sue antiche mura cariche di storia e segreti da svelare, e a Saint-Maximin con la sua abbazia dove, secondo la tradizione, erano conservate le reliquie di Maria Maddalena.

Elvira sentì che qualcosa stava cambiando dentro di lei. Non era più solo una studiosa, una ricercatrice. Sentiva di essere diventata una viaggiatrice, non solo attraverso i luoghi e le idee, ma anche dentro se stessa.

Ogni nuova scoperta la avvicinava a una comprensione sempre più profonda del pensiero gnostico. La sua ricerca non era solo un lavoro accademico, non riguardava un testo religioso ma una visione del mondo diversa, una filosofia di vita, attraverso la ricerca di testi e codici antichissimi, il Kephalaia e la Pistis Sophia.

Una ricerca che non si limitava a indagare la storia o i testi, ma che la chiamava a esplorare se stessa, le sue domande più intime, i desideri che non aveva mai osato confessare nemmeno a sé stessa.

Con il suo viaggio in Francia era diventata una viaggiatrice dell’anima alla ricerca di una verità che andava oltre il confine delle parole. Attraverso le parole di Elvira, il lettore si porrà riflessioni sulla nostra società, nel bisogno di ritornare ad antichi valori, a una nuova condizione di vita che ci riporti all’autenticità e alla capacità di emozionarci e di imparare a ritrovare luoghi in cui essere felici e quel senso di pace che abbiamo dimenticato.