Il segreto dei Ségonzac di Alberto Ongaro

Nella Francia della seconda metà del settecento un giovane medico, Philippe Ségonzac, torna da Parigi alla regione della Marna a galoppo di Pascal, il suo fedele cavallo. E’ un venerdì tredici, giorno in cui, secondo la superstizione di quel tempo, è meglio starsene chiusi in casa. Ma Philippe, fregandosene di ciò, sceglie di mettersi in viaggio proprio quel giorno. Forse per sfortuna o per caso, sul fiume Marna lo aspettano due uomini per un attentato. Quello è solo il primo delle tante sventure che gli capiteranno, ma dietro tutto ciò si cela un motivo ben preciso che porta il protagonista a porsi mille domande e a chiedere aiuto per scoprirlo, oltre a stare costantemente in guardia per proteggere la propria vita senza sapere il perché.

Leggendo questo libro di Alberto Ongaro, pubblicato nel 2007 da Piemme, si può conoscere un aspetto della società parigina settecentesca poco conosciuta attraverso i libri didattici. Si capisce che la Francia del 1700 non era abitata solo da colti illuministi. Lo scrittore riesce a far immedesimare i lettori a tal punto da sentirsi mescolati alla storia e da cercare di scoprire il segreto, motivo del pericolo di vita al quale è sottoposto il protagonista.

Questo libro si legge tutto d’un fiato per vari motivi: il modo di scrivere fluido e ben attento ai dettagli dello scrittore; la curiosità, che sorge nel lettore, di scoprire il vero motivo delle sventure del giovane medico Philippe Ségonzac e la voglia di riuscire a rispondere a varie domande: quali segreti si celano all’interno delle mura dei castelli, maestosi e lussuosi, appartenenti all’alta società francese del settecento? Qual è il segreto dei Ségonzac? Queste sono le domande che mi invasero la mente mentre leggevo la storia del giovane Philippe.
Comprai questo libro un po’ per caso, ma quando iniziai a leggerlo ne fui folgorata. Consiglio di leggerlo perché veramente è incredibile quanto possa sorprendere e quanto possa travolgere il lettore. Lo considero uno dei più belli libri che io abbia mai letto.