
Convalescenza
- Autore: Han Kang
- Genere: Raccolte di racconti
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Adelphi
- Anno di pubblicazione: 2019
Han Kang, scrittrice sudcoreana e vincitrice del Premio Nobel per la letteratura nel 2024, è in questo momento una delle autrici più famose al mondo. In Italia, anche grazie al premio dell’Accademia svedese, domina da mesi le classifiche di libri venduti. Tra i suoi testi meno conosciuti, c’è Convalescenza (Adelphi, 2019, traduzione di Milena Zemira Ciccimarra), raccolta di due storie brevi che, in pochissime pagine, racconta di due donne pietrificate da un senso di impotenza nei confronti della vita.
Non sai che un mattino freddo, svegliandoti presto, assetata, guarderai i tuoi occhi pieni di lacrime nello specchio sopra il lavandino dopo un sogno che non riesci a ricordare. Non sai che le tue mani continueranno a tremare quando ti getterai dell’acqua sul viso. Non sai che quelle parole che non hai mai pronunciato ti pescheranno la gola come uno spillone rovente.
La prima storia, che dà anche il titolo al libro, descrive alcuni giorni di una persona, che, dopo aver perso sua sorella a causa di una malattia, vive la sua quotidianità svuotata da qualsiasi emozione. Ogni sensazione, ogni gesto malinconico è descritto per far cadere il lettore nella tristezza della protagonista. Forse, anche a causa dello stile narrativo, Han Kang riesce a gettare il pubblico all’interno delle riflessioni di colei che si è lasciata completamente andare.
Le pagine che le sono dedicate oscillano tra il racconto del suo passato, dallo strano rapporto con la famiglia, dai ricordi d’infanzia condivisi con la sorella e tra l’evoluzione di una brutta bruciatura che la tormenta da settimane. È proprio nei vari passaggi temporali che ruota la storia; è tutto ambientato nella sua mente, nei suoi pensieri, nei suoi dubbi, nelle sue paure e nei suoi rimpianti. Quello che vive sembra quasi non toccarla più, anche il dolore provocato da due slogature e da un’infezione sembrano cose di poco conto. Cammina, va a lavoro, pensa alla sorella, controlla le bende al piede, prende l’autobus per arrivare a casa e basta. La protagonista, schiacciata dalla sua vita, sembra immobile in un ciclo continuo di apatia, lontana, con sua stessa ammissione, dalla volontà di tornare alla normalità.
La seconda storia, dal titolo Il frutto della mia donna, tra i due, è il primo ad essere stato pubblicato. Anche in questo caso i protagonisti non hanno un nome, ma ugualmente vivono in una cupa città della Corea del Sud. Tutto ambientato in un appartamento di pochi metri quadri, una coppia, marito e moglie, trascorrono normalmente le loro giornate tra il lavoro e la casa, fino a quando sul corpo di lei compaiono degli strani lividi che non provengono da un colpo ricevuto.
Le pagine che seguono evidenziano uno stato psicologico dei personaggi molto simile a quelli del primo racconto, ovvero uomini e donne che si sentono completamente impotenti nei confronti di tutto ciò che li circonda, come se vivessero la vita senza possibilità di reagire agli eventi. La protagonista sembra bloccata nella sua città, vorrebbe andarsene, scappare con il marito, ma qualcosa è come se glielo impedisse, come se le sue radici fossero già state piantate impedendole di schiodarsi dal terreno, ed è per questo che il suo corpo inizia a modificarsi fino ad un punto di non ritorno.
Non sono mai stata felice. Forse sulle mie spalle grava perennemente un’anima tormentata, che mi si aggrappa alla gola e alle membra? Il mio desiderio è sempre stato di scappare, un impulso basilare, il dolore che provoca un grido, il pizzico che genera un urlo.
Convalescenza di Han Kang è un libro particolarmente originale, che, mettendo in scena la storia di due donne stanche e pietrificate nei confronti di una vita che corre più veloce di loro, aiuta a riflettere sul quotidiano di tutti noi.

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