Giovedì 7 novembre, un interessante dibattito ha coinvolto il pubblico ospite del circolo Parioli del Partito Democratico a Roma, per la presentazione del libro di Anna Foa intitolato “Il suicidio di Israele”, appena pubblicato dall’editore Laterza che era presente in sala. L’autrice, che ha insegnato Storia moderna per più di quarant’anni all’Università La Sapienza di Roma, oltre ad aver trascorso lunghi periodi insegnando in Israele a studenti sia ebrei che palestinesi, soprattutto ragazze, ha riassunto alcuni punti del suo breve, ma articolato pamphlet.
Partendo dai tragici eventi del 7 ottobre 2023 e ricordando che a 13 mesi da quella strage ancora più di cento ostaggi israeliani sono in mano di Hamas, Anna Foa ha riassunto brevemente il significato del termine sionismo, per poi sintetizzare la situazione del 1948, quando nasce lo stato di Israele.
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In un passo importante del libro Anna scrive:
“come la Shoah è stata, dopo il processo Eichmann (1961) al cuore dell’identità ebraica israeliana, così la Nakba (catastrofe) è stata al cuore di quella palestinese. Due memorie, due identità contrapposte ma molto simili, non perché la perdita della casa e l’esilio possano confrontarsi con la camera a gas, ma perché entrambe sono identità nazionali in cui la dimensione della catastrofe e del trauma svolgono un ruolo centrale nella narrazione.”
All’ultimo capitolo del libro, la storica cita Amos Oz, autore di pagine illuminanti contro il fanatismo di quanti credono
“di essere gli eletti da Dio in terra a ricostruire la grande Israele.”
Anna Foa nomina ripetutamente lo storico Arturo Marzano, presente anche nella ricca bibliografia del volumetto, ma soprattutto i grandi pensatori Martin Buber e Yeshayahu Leibowitz, oltre allo stesso Rabin. Non mancano le citazioni di scrittori come Abraham Yehoshua, Amos Oz e David Grossman, ammirati e letti dal pubblico italiano, ma ora denigrati (David Grossman fischiato in una manifestazione a Bologna nello scorso giugno).
Anna Foa è stata molto apprezzata, ma il dibattito sul tema è molto delicato e ha visto anche posizioni ostili al libro e al suo titolo, spiegato dalla scrittrice in diverse interviste:
Tuttavia secondo l’autrice non resta che il dialogo tra le due parti entrambe traumatizzate e per gli ebrei della diaspora è fondamentale l’aiuto e il sostegno a quanti in Israele, ormai sempre più osteggiati dal governo, cercano di opporsi con forza al governo Netanyahu “che sta trascinando Israele nell’abisso”.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: “Il suicidio di Israele”: il libro di Anna Foa presentato a Roma
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