“Il vetro rotto” di Umberto Saba è una poesia contenuta nella sezione Ultime cose de Il Canzoniere, in cui l’autore racconta il dramma personale e corale di essere ebreo durante le persecuzioni razziali.
Composta poco prima dello scoppio del conflitto mondiale, esprime il senso di solitudine, l’angoscia e la disperazione dell’autore che, in quanto ebreo, patì sulla propria pelle tutta la violenza di quell’epoca.
I versi hanno una forte e profonda carica simbolica e, attraverso la descrizione breve e scarna di oggetti tangibili, rimandano in realtà a situazioni personali e universali complesse ed articolate, come la mancata solidarietà fra gli umani e l’amore per la natura.
Ne risulta uno dei componimenti più marcatamente pessimistici di Saba, per certi critici paragonabile ai toni usati da Eugenio Montale in alcune sue poesie, principalmente La casa dei doganieri e La bufera.
Vediamo testo, parafrasi, figure retoriche e analisi de Il vetro rotto.
“Il vetro rotto” di Umberto Saba: testo della poesia
Tutto si muove contro te. Il maltempo,
le luci che si spengono, la vecchia
casa scossa a una raffica e a te cara
per il male sofferto, le speranze
deluse, qualche bene in lei goduto.
Ti pare il sopravvivere un rifiuto
d’obbedienza alle cose.
E nello schianto
del vetro alla finestra è la condanna.
“Il vetro rotto”: parafrasi
Ogni sciagura è contro di te. Il cattivo tempo,
la luce che viene a mancare, la vecchia
casa colpita da una raffica di vento e io divento cara a te
per il male che ti hanno inflitto, per le speranze
disilluse, e per qualche momento di vita ben vissuto.
Il continuare a vivere è per te
come una rinuncia a cedere alle avversità.
E con il rompersi del vetro della finestra
può entrare la malvagità.
Analisi metrica della poesia
Il vetro rotto è una poesia in endecasillabi sciolti.
Queste sono le figure retoriche presenti:
- vari enjambements (vv. 1-2; 2-3; 3-4; 4-5; 6-7; 8-9)
- similitudine ("Ti pare il sopravvivere un rifiuto d’obbedienza alle cose" (v. 6-7))
- iperbole (Tutto si muove contro te), poiché si tratta chiaramente di un’espressione linguistica che esprime esagerazione
- anastrofe ("E nello schianto del vetro alla finestra è la condanna").
Analisi e commento della poesia “Il vetro rotto” di Umberto Saba
I pochi versi che compongono Il vetro rotto racchiudono una parte dolorosa della vita del poeta che, per esteso, rappresenta la sofferenza di tutti gli ebrei come lui nel periodo in cui, alla fine degli anni ’30, in Italia vennero emanate le leggi razziali.
Saba ne subì le conseguenze in prima persona e non sopportò l’irruzione di questo male ingiustificato nella propria esistenza, fino ad allora tranquilla.
Le parole e le espressioni linguistiche che compongono il testo sono attentamente scelte ed usate per conferirgli un elevato valore simbolico, a cominciare dal titolo stesso, che non potrebbe essere più significativo.
Il poeta si immagina all’interno di una casa, sinonimo di situazione protetta e serena, in cui all’improvviso il male irrompe infrangendo i vetri della finestra.
Da questo momento in poi tutto diventa tempesta, fragore, dolore.
Il riferimento è alle persecuzioni razziali e il vetro rotto, per analogia, rimanda alla tragica "notte dei cristalli" (9-10 Novembre 1938), quando in Germania vennero distrutte le vetrine dei negozi di proprietà degli ebrei.
Il lessico fortemente cadenzato, quasi singhiozzante, de Il vetro rotto rende con grande efficacia il senso di angoscia dell’autore e di un’intera generazione.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: “Il vetro rotto” di Umberto Saba: testo, parafrasi e analisi della poesia
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