Il viaggio dell’eroe è un tema letterario che, per la sua centralità e la sua frequente ricorrenza, è stato oggetto di una mole pressoché sterminata di studi ed è stato riconosciuto come un vero proprio topos della letteratura, ovvero come tema, con specifici meccanismi e specifici caratteri che, al di là della singola narrazione, del singolo eroe e del singolo viaggio, ricorre prepotentemente nella letteratura dall’antichità fino al contemporaneo, oltrepassando anche i confini geografici della tradizione europea.
Significato archetipico del viaggio
Il topos del viaggio dell’eroe può essere considerato come una metafora della vita stessa in cui ogni essere umano e gran parte degli eroi e dei personaggi letterari attraversa fasi e vive momenti ben definiti:
- desiderio di abbandonare il luogo natale e perdita delle certezze;
- decisione di intraprendere un viaggio, un percorso, uno spostamento (non necessariamente geografico), che può essere causato anche dalla ricerca di un oggetto dotato di particolare valore o simboleggiante determinati valori;
- viaggio vero e proprio, caratterizzato da difficoltà, fatica, dissidio interiore, incertezza;
- attraverso le prove superate nel percorso o viaggio avviene però anche l’acquisizione di una superiore consapevolezza e di una conoscenza nuova e differente da quella posseduta all’inizio del viaggio;
- nostos ovvero ritorno alla terra natale o all’origine: il momento finale in cui l’eroe riconosce la propria autorealizzazione e la propria individuazione e scopre l’autocoscienza di sé che è il vero e proprio tesoro che si conquista con il viaggio.
Tipologie di viaggi e di eroi
Nella storia della letteratura variano di gran lunga le tipologie di viaggi e le caratterizzazioni degli eroi che le compiono, come anche le finalità per cui l’opera, in cui è narrato il viaggio di un eroe, è scritta:
- nella letteratura antica il viaggio è genere compiuto per mare o in una terra straniera e l’eroe coincide con il guerriero o con il personaggio dotato di un’acume e di un’intelligenza superiori;
- altro caso ricorrente nella letteratura classica è la catabasi, ovvero il viaggio nell’oltretomba, dove l’eroe è il dotto e la narrazione assume anche dei significati allegorici, pedagogici e filosofici;
- il novecento rielabora e stravolge il topos del viaggio dell’eroe perché in molti casi letterari dello scorso secolo l’eroe è in realtà un antieroe alla ricerca di se stesso o, comunque, un personaggio caratterizzato negativamente e oltremodo lontano dalle convinzioni sociali e dal sentire comune.
Il viaggio dell’eroe nella letteratura classica
Tra le opere letterarie che hanno ormai assunto il ruolo imprescindibile di classici della letteratura europea e mondiale possiamo ricordare:
- L’Odissea di Omero, vera e propria culla della tradizione letteraria europea, in cui si ritrovano tutti gli elementi descritti sopra ma, in particolare, la dimensione del nostos e del ritorno;
- L’Eneide di Virgilio che assume come esempio l’Odissea ma è caratterizzata dalla dimensione del viaggio verso l’ignoto e viene scritta con finalità encomiastiche: vuole in altre parole nobilitare le origini della gens Iulia e dell’Imperatore Augusto;
- La Divina Commedia di Dante, dove Virgilio non è solo un esempio letterario ma diviene addirittura un personaggio. In quest’opera diviene preponderante la dimensione del viaggio ultraterreno, la valenza pedagogica dell’opera e il significato allegorico e teologico;
- La Gerusalemme Liberata di Torquato Tasso, dove il viaggio è intrapreso dai cristiani per liberare la città santa dai musulmani e la spiritualità e la religiosità continuano a essere gli elementi fondamentali intorno ai quali ruota la narrazione.
Il viaggio dell’eroe nella letteratura contemporanea
Il Novecento sovverte il topos del viaggio dell’eroe mettendo al centro della narrazione persone comuni che, sovente, compiono un viaggio interiore, il cui fine o risultato non è l’acquisizione di una superiore consapevolezza, ma la perdita delle certezze precedentemente possedute, come appare evidente nelle seguenti opere:
- L’Ulisse di James Joyce, una complessa rielaborazione “al contrario” dell’Odissea di Omero, tutta tesa dimostrare la distanza incolmabile tra l’uomo comune contemporaneo, immerso in una vita priva di valore, e l’eroe classico;
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- La Coscienza di Zeno di Italo Svevo, dove emerge la figura dell’uomo privo di autonomia, l’inetto che fallisce e non riesce ad assumersi le sue responsabilità;
- Il fu Mattia Pascal di Luigi Pirandello, dove l’uomo comune assurge al ruolo di eroe quando riesce ad avere il coraggio di vivere un’esistenza che non ha scelto ma che, attraverso un ruolo e una maschera, gli è stata imposta dalla società di massa.
- Se questo è un uomo di Primo Levi dove il viaggio è quello della disperazione perché conduce all’esperienza di abbrutimento e spersonalizzazione del lager nazista. Proprio in questa situazione emerge l’eroismo di uomini comuni.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Il viaggio dell’eroe: un topos della letteratura europea e mondiale
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