In un chiaro, gelido mattino di gennaio all’inizio del ventunesimo secolo
- Autore: Roland Schimmelpfennig
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Fazi
- Anno di pubblicazione: 2019
Al confine tra Germania e Polonia, in direzione di Berlino, un’autocisterna sbanda sulla neve ghiacciata causando un catastrofico tamponamento a catena. Per oltre quaranta chilometri l’autostrada si blocca e Tomasz, operaio edile pendolare tra Varsavia e Berlino, bloccato in auto, con poca benzina, rischiando di morire assiderato, scende per prendere un sacco a pelo nel bagagliaio, visto che lampeggianti della polizia ed autoambulanze mostrano che la sosta sarà lunga. Vicino al cartello che indica la distanza da Berlino, ottanta chilometri, l’uomo scorge un lupo che lo fissa. Estrae il cellulare, lo fotografa, ma un istante dopo del lupo non c’è più traccia. Tomasz finalmente riprende la strada, raggiunge il suo piccolo appartamento che condivide con la compagna Agniezka, bionda polacca che fa le pulizie nelle ricche case berlinesi. Mostra alla ragazza la foto del lupo. Lei la venderà ad un giornale.
Da quel momento l’apparizione del lupo diviene una sorta di leggenda metropolitana attorno a cui ruota tutta la narrazione di "In un chiaro gelido mattino di gennaio all’inizio del ventunesimo secolo". L’animale compare in vari punti della città, consentendo all’autore, un noto regista teatrale tedesco, di mettere in scena in una sorta di ideale palcoscenico una serie di personaggi, apparentemente lontani e sconosciuti gli uni agli altri, che si trovano a confrontarsi con la presenza fantasmatica del lupo. In una Berlino notturna, gelida, poverissima, cupa, si aggirano i diversi interpreti della storia: due ragazzi giovanissimi fuggono da casa. Lei ha una madre manesca e violenta, lui un padre alcolista ricoverato in una struttura sanitaria; si dirigono in un bosco, passano la notte in una capanna abbandonata dove trovano il cadavere di un cacciatore, a cui rubano il fucile. Quasi congelati riusciranno fortunosamente a raggiungere Berlino, dove trovano rifugio in un palazzo abbandonato e ora in ristrutturazione. Quello dove lavora Tomasz.
La madre della ragazza, un’ex artista, raggiunge anche lei la città alla ricerca della figlia e si fa ospitare da un’amica che non vede da decenni. Anche il padre della ragazza, che vive in città in una bella villa, si mette alla ricerca della ragazzina: in quella casa lavora come domestica Agniezka. Insomma intorno all’immagine del lupo che appare e scompare, compaiono e scompaiono i vari personaggi che si trovano, si riconoscono, si perdono, si ritrovano. Tomasz che è colto da crisi di panico, Agniezka che lo tradisce, il fucile abbandonato e ritrovato che dovrebbe servire ad uccidere il lupo, le case abbandonate in una metropoli che si sta ricostruendo dopo l’unificazione delle due Germanie, i lavoratori immigrati dalla Polonia, poverissimi, l’alcol che sembra essere l’unico modo per scaldare cuori gelati, danno un’immagine della metropoli europea davvero spaventosa.
Disoccupazione, miseria, paura, violenza, un contesto cittadino fatto di stazioni abbandonate, appartamenti fatiscenti, vecchi soli, locali infimi, solitudine affettiva, costituiscono lo scenario intorno a cui Roland Schimmelpfennig costruisce la sua storia ottimamente costruita sul piano narrativo, espressa con un linguaggio duro ma efficace, ma decisamente molto deprimente. Frasi brevi, dialoghi incisivi, capitoli corti, passaggio da un ambiente ad un altro costituiscono un incastro narrativo apparentemente labirintico ma che alla fine trova una sua unità.
"In un chiaro gelido mattino di gennaio all’inizio del ventunesimo secolo" è un romanzo originale, inatteso, simbolico: il lupo è ancora capace di spaventarci, di costituire una vera minaccia alla nostra sicurezza di abitanti di città, in un ambiente nordeuropeo che malgrado la ricchezza della Germania attuale ci propone un’immagine di crisi imminente che fa riflettere: sperando che non sia profetica.
In un chiaro, gelido mattino di gennaio all’inizio del ventunesimo secolo
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