Sono trascorsi mesi da quando chi scrive ha denunciato, qui su Sololibri, la situazione inaccettabile in cui versa l’insegnamento della Geografia nella scuola italiana, con la disciplina ridotta a materia di serie C, “figlia di un dio minore”. Ma intanto, qualcosa pare essersi mosso.
Il 15 gennaio, su “Il Giornale”, Pier Francesco Borgia ha pubblicato un articolo che sembra preannunciare una svolta: Scuola, cambia tutto: torna il latino già alle medie, in cui il Ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara accenna anche alla separazione tra Storia e Geografia, con l’abolizione del vecchio (inutile) miscuglio noto col nome di ‘Geostoria’.
Riforma scuola del Ministro Valditara: primi commenti dalla stampa
Il riconoscimento del ruolo del Latino nella formazione è sicuramente un fatto profondamente positivo, che gli insegnanti aspettavano da anni, importante anche la sottolineatura sul valore dei classici e della poesia, ma la situazione della Geografia – al momento – sembrerebbe ancora incerta, sebbene si affermi:
Si punta ovviamente a conoscere bene (e forse anche meglio) il nostro Paese ma per il resto lo studio della materia deve essere là dove possibile associato a tematiche ambientali.
La grande domanda è: da quale logica nasce la scissione? L’unico vero passo avanti possibile sarebbe che le ore di ‘Geostoria’ fossero finalmente assegnate solo a Geografia.
Anche Andrea Carlino, su Orizzontescuola, sempre il 15 gennaio, commenta la notizia a caldo col suo articolo Nuove indicazioni nazionali, Valditara ’Abolizione della geostoria alla scuola superiore’ aggiungendo:
Un’importante novità riguarda l’abolizione della geostoria nelle scuole superiori, a favore di una storia intesa come “scienza degli uomini nel tempo”, focalizzata sulla narrazione storica, senza “sovrastrutture ideologiche”
parole che evidenziano un rafforzamento della Storia, ma che nulla dicono sul futuro delle Geografie.
Su Open, Antonio Di Noto, nel pezzo Contro l’analfabetismo funzionale alle medie torna il latino. Le novità della riforma Valditara: le poesie a memoria e la Bibbia per studiare Storia, riporta che:
A trovare maggiore importanza è anche la Storia, che viene separata dalla Geografia, laddove era stata accorpata alle superiori trasformandosi in Geostoria, e si avvale di testi come i poemi epici e la Bibbia. […] La geografia viene invece associata a tematiche ambientali, soprattutto legate alla penisola italiana.
Per quale motivo, nella seconda menzione, la parola Geografia sia privata della lettera maiuscola non è dato a sapersi, comunque il focus resta fisso principalmente sulla Storia.
Caratteristiche fondamentali della Geografia a scuola
Indubbiamente il Ministro Valditara ha intrapreso un percorso di riforma della scuola che sembra procedere velocemente, ma per migliorare l’istruzione degli italiani occorre ancora un cambiamento decisivo. Il sistema ha ancora bisogno di un progresso irrinunciabile.
Va tracciata in modo preciso e ottimale la rotta dell’insegnamento delle discipline geografiche: è necessario fare un passo ulteriore, potenziando le Geografie, introducendole in tutti gli indirizzi di studio, licei compresi, con un congruo numero di ore settimanali, e rafforzandone anche l’insegnamento nelle scuole secondarie di primo grado (le vecchie medie). La Geografia, infatti, è una disciplina fondamentale per la formazione dei cittadini, poiché non solo insegna a conoscere il mondo in cui viviamo, ma sviluppa anche una consapevolezza critica e una comprensione dei cambiamenti ambientali, economici e sociali che rimodellano costantemente la nostra realtà.
È imprescindibile che la Geografia venga insegnata in modo completo, almeno nei suoi fondamenti; le competenze che si acquisiscono con questa materia sono indispensabili per relazionarsi con un mondo in continuo mutamento, ed è per questo che essa deve essere inclusa nei curricula di tutte le scuole, senza alcuna esclusione.
Tuttavia, per garantire che le Geografie vengano insegnate con la qualità e il livello di preparazione che meritano, è necessario che vengano affidate esclusivamente a docenti appartenenti alla specifica classe di concorso A021 (Geografia), che – anche considerando il vantaggio che gli offre la varietà dei loro retaggi e percorsi universitari – sono gli unici professionisti adeguatamente preparati per affrontare la complessità e la molteplicità dei temi trasversali posti da questa disciplina.
Nel 2025 non è tollerabile che docenti di A050 (Scienze naturali, chimiche e biologiche) si rivolgano a docenti di A021 (per altro spesso costretti a lavorare in altri ambiti) per chiedergli come si debba insegnare la Geografia, poiché loro da soli non riescono a raccapezzarsi tra gli argomenti che qualche dirigente scolastico gli ha ingiustamente assegnato.
Solo con docenti qualificati, cioè appartenenti ad A021, si potrà assicurare che la Geografia non venga ridotta a una mera disciplina magrinale o a una "decorazione" nei programmi scolastici, come purtroppo – sino ad oggi – è talvolta accaduto; la Geografia va trattata con la dignità che le spetta, nella sua interezza. Gli insegnanti di A021 sono infatti gli unici che possiedono una preparazione approfondita, che consente loro di affrontare in modo articolato e scientifico lezioni inerenti alle sfide contemporanee legate ai cambiamenti climatici, alle migrazioni, alle dinamiche geopolitiche e alle questioni ambientali citate da Valditara.
Non si tratta solo di imparare a localizzare paesi e città, né tantomeno di limitarsi a conoscere a memoria dei nomi, ma di comprendere le interrelazioni tra luoghi, economie, culture e governi, e di sviluppare una mentalità aperta verso le problematiche globali collegandole anche alla propria realtà locale, pronti ad affrontare gli appuntamenti ineludibili che il futuro ci pone.
La Geografia: ponte per eccellenza tra i saperi umanistici e tecnici
Potenziando l’insegnamento della Geografia in tutti gli indirizzi scolastici, a partire dalle scuole secondarie di primo grado fino ai licei, e affidandola a docenti specializzati, possiamo davvero garantire che i nostri studenti siano preparati a fare il bene del paese in un contesto globale, agendo con una visione equilibrata, un buon bagaglio di conoscenze e soprattutto avendo confidenza con metodi ben interiorizzati.
La Geografia – ponte per eccellenza tra i saperi umanistici e tecnici – è anche una materia che funge da collante tra altre discipline; la sua capacità di integrare informazioni provenienti da diverse aree, come la Letteratura, la Storia, le Scienze, l’Economia e la Politica, la rende unica nel favorire una visione completa della civiltà umana. La necessità di assumere questa prospettiva è palese nel quadro geopolitico attuale, segnato da conflitti nuovi e antichi, instabilità e tensioni crescenti.
Potenziando l’insegnamento delle Geografie in tutte le scuole e affidandole a docenti della specifica classe di concorso A021, possiamo davvero garantire che i nostri studenti abbiano la possibilità di essere pronti ad affrontare il futuro, le sfide che li attendono e le opportunità che si possono cogliere per costruire un domani più sostenibile (sotto ogni punto di vista) e soprattutto pacifico.
Gli insegnanti di A021, custodi della conoscenza geografica in un momento tanto incerto, devono unirsi con determinazione e armonia attorno ai gruppi che li rappresentano, come sentinelle vigili del sapere. Devono agire con spirito comunitario, facendo sentire la propria voce con ogni mezzo possibile, sfruttando le opportunità offerte dalle associazioni culturali, partecipando a dibattiti e diffondendo articoli che illustrino con chiarezza il grave stato di decadenza che sta attualmente vivendo l’insegnamento della Geografia.
Non si tratta solo di mettere in luce una situazione, ma di educare una comunità che, a volte, sembra dimenticare persino l’utilità pratica delle Geografie. I docenti devono cercare di far arrivare le proprie parole ovunque: alle pagine dei quotidiani nazionali e locali, alle riviste, ai portali digitali, ai giornalini scolastici e persino ai bollettini parrocchiali se necessario! Nel film “Le ali della libertà”, il protagonista scrive ogni settimana una lettera al senato degli Stati Uniti per ottenere i fondi per una biblioteca carceraria; bisogna unirsi e scrivere lettere al Ministero con cadenza regolare e forse, prima o poi, darà ascolto alla voce di chi ha a cuore il futuro degli italiani. Ogni spazio di dialogo può diventare un fronte per sensibilizzare e informare. Deve essere una battaglia corale.
Bisogna parlare con i dirigenti scolastici, con i vari responsabili della formazione, con i genitori degli alunni e coinvolgere gli studenti stessi, trasformando ogni confronto in un’opportunità divulgativa. Ogni piccolo sforzo, ogni riga scritta con convinzione, ogni discorso fatto con passione, può accendere una scintilla, creare consapevolezza, fare la differenza.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Insegnamento della Geografia a scuola: cosa attendersi nel 2025 dal Ministro Valditara?
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