Due nuove voci nel panorama narrativo italiano hanno fatto recentemente capolino per donare ai lettori un romanzo indimenticabile che fonde le tinte della saga familiare con l’affresco del romanzo storico. Lecco fa da sfondo alle vicende storiche e personali della grandiosa famiglia Badoni, che ha saputo forgiare nel tempo un impero di ferro grazie ai suoi produttivi stabilimenti, mentre l’intimo tratteggio dei chiaroscuri dei singoli personaggi ha permeato ogni pagina del romanzo di un lirismo, un’intensità e una magia difficili da dimenticare.
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Una storia coinvolgente e commovente che ruota attorno all’imprenditore Giuseppe Riccardo Badoni, nel cui passato si cela un doloroso trascorso taciuto persino alle figlie e alle donne di casa Badoni, indiscusse portavoci delle gioie e incomprensioni, dei dolori e amori della famiglia lecchese.
Ho intervistato Lorenzo Bonini e Paolo Valsecchi, in libreria con Una casa di ferro e di vento (Nord, 2024), per conoscere da vicino l’affresco corale offerto dal capofamiglia Giuseppe Riccardo Badoni e dai suoi indimenticabili figli.
Non conosciamo il mondo che comincia di là dai monti, di là dal lago.
- Marta Badoni è un’indiscussa protagonista chiave del romanzo. Come siete giunti a lei? Cosa vi ha spinto a cercarla, a scegliere di raccontare la storia della sua famiglia?
Incontrare Marta, l’ultima dei 12 figli (di cui 11 donne) del grande capitano d’azienda Giuseppe Riccardo Badoni, è stato un grande privilegio umano.
Marta, che era una psicanalista di fama internazionale (peraltro in tempi in cui tanta era la diffidenza verso la psicanalisi quanto quella verso le donne che intraprendevano professioni mediche), ci ha aiutato con grande lucidità e sensibilità a illuminare i complessi e intricati rapporti umani che hanno caratterizzato l’intera dinastia Badoni tra gli anni 30 e gli anni 70.
- Avete riscontrato difficoltà e perplessità, durante la stesura, nell’adottare i differenti punti di vista femminili? E quali insegnamenti e messaggi avete desiderato veicolare attraverso le donne della famiglia Badoni?
Leggere l’opera di due “uomini che scrivono di donne” desta molta curiosità nei lettori e nelle tante lettrici che si stanno tuffando tra le pagine del romanzo.
Eppure per noi la difficoltà non è stata quella di immedesimarsi nelle psicologie femminili, quanto piuttosto quella di immedesimarsi nelle psicologie altrui, siano esse maschili o femminili. Raccontare con le proprie parole l’intimità, i pensieri, i sentimenti, i drammi, gli amori e i dolori – ovvero la complessità dell’esistenza – è un percorso che ci ha richiesto tanta attenzione e sensibilità.
Il romanzo è un affresco che ritrae tante donne differenti – nel loro sentire, nelle loro scelte, nelle loro aspirazioni – tutte accomunate però dal grande coraggio di affrontare e superare le sfide del destino e di saper navigare anche contro vento (c’è anche questo, nel titolo) per raggiungere il proprio porto sicuro, le proprie legittime ambizioni di felicità.
Un messaggio delicatamente racchiuso nel verso di una poesia scritta da Piera Badoni: “Felici bisogna saperlo essere”.
Non crediate che non sia stata felice, mi fareste un grave affronto, felici bisogna saperlo essere.
- Parliamo di poesia. Sappiamo che ogni capitolo è introdotto dalle poesie di Piera Badoni. Quale rapporto avete con la poesia? Credete che le sue poesie siano depositarie di verità universali su cui fare fondamento, intrise di suggestioni e richiami sui cui riflettere? Se sì, quali?
Le poesie di Piera sono delicate coccole che accompagnano il lettore, come una colonna sonora in grado di amplificare gli stati emotivi.
- L’ambientazione, il paesaggio è fondamentale come sfondo e cornice di una storia. Di quali valori è depositario il lago nel vostro immaginario? Quali spunti interessanti può offrire a chi lo vive?
Siamo cresciuti, viviamo e lavoriamo proprio sulle rive “di quel ramo del lago di Como”: la corrente dell’Adda (ma lo stesso vale per le pareti rocciose delle Grigne e del Resegone!) fa da sfondo alle nostre esistenze prima ancora che a quelle dei nostri personaggi.
Il segreto del lago – con il suo lento scorrere, la sua generosità nel regalare stupore, la sua capacità di riflettere tutte le sfumature del cielo – è quello di saper essere un silente amplificatore di emozioni: riesce ad inghiottire la malinconia nelle sere più cupe, a riflettere la felicità nelle mattinate limpide, a trasmettere tutta l’energia nei pomeriggi ventosi.
- I temi del dolore e della memoria sono piuttosto rappresentativi all’interno del romanzo, riescono a permeare ogni singola pagina. Sono due àncore a cui aggrapparsi sempre e comunque, affinché si possa trovare il senso della vita, cercare risposte alle nostre esistenze, o a volte sono ombre insidiose da temere e sfuggire?
La ricerca dell’amore e la fuga dal dolore sono i motori del romanzo: due poli che spesso il destino ha portato a sovrapporre nella vita delle nostre protagoniste, chiamate a vivere l’amore con dolore e a superare il dolore attraverso l’amore. Non solo nelle relazioni sentimentali, ma anche in quelle familiari.
«Vorrei che restasse quaggiù qualcosa di quello che ho amato e pensato, le strade che la mia anima ha trovato per sopravvivere al dolore e tornare ad amare e sperare. Senza presunzione, solo perché qualcuno le trovi utili, solo per ricordare alla gente che non siamo passati di qui senza amare, senza sognare, senza soffrire.»
- Giuseppe Riccardo Badoni, altro protagonista cardine del libro, affida il suo io interiore, più vero e nascosto, alle pagine di un diario segreto. Avverto ancora in questa sua scelta tutta la contraddittorietà e la complessità della sua fragilità, una fragilità che più volte ha saputo destare in me un profondo moto di tenerezza verso di lui. Quanto è stato importante per questa figura maschile scrivere un diario, riversare su inchiostro gli intimi chiaroscuri della sua esistenza?
Giuseppe Riccardo Badoni è il personaggio più enigmatico, misterioso e controverso del romanzo: lo è per il lettore, ma lo è stato anche per le figlie.
Ѐ stato un padre autoritario a volte troppo severo, ma anche un modello di dedizione e rettitudine, un imprenditore che amava trattare i propri operai quasi come fossero figli, ma che allo stesso tempo chiedeva alla famiglia di piegarsi alle esigenze dello stabilimento.
Il diario rappresenta dunque la chiave per comprendere i segreti più intimi e inconfessabili di un uomo complesso, poco avvezzo ad esprimere le proprie emozioni e a condividere il proprio passato, nemmeno con le persone che amava.
- Il titolo è indubbiamente di forte impatto, il contrasto netto fra l’immagine del ferro e quella del vento è molto suggestivo, evocativo. Quali messaggi veicolano e quali spunti offrono?
Il ferro – che i Badoni lavoravano nel grande stabilimento – rappresenta la durezza della responsabilità e il peso delle aspettative.
Ma ricorda anche che (quasi) tutte le fratture possono essere saldate e ricucite… se si sa come fare.
Il vento è il richiamo alla leggerezza, è il sussurro della coscienza, il sospiro dell’amore, l’invito a inseguire ciò che è apparentemente impalpabile.
- Parliamo del vostro percorso come uomini e come scrittori. Chi eravate prima di questo romanzo e chi siete diventati dopo la sua stesura? Avete vissuto un’evoluzione emotiva, avete avvertito dentro di voi che qualcosa è cambiato o che vi si è svelato? Il saper ricostruire questa appassionante storia attraverso le testimonianze reali e poter narrarla in un secondo tempo cosa vi ha suggerito e lasciato come riflessioni, messaggi e valori?
Scrivere è inevitabilmente narrare anche di sé, persino quando i protagonisti sono personaggi storici reali.
Dare forma ai loro pensieri, dipanare le matasse delle loro esistente, rileggere spinte ed esiti dei loro moti interiori è stata una sorta di “percorso terapeutico” che ci ha concesso di avvicinarci ai grandi temi esistenziali che hanno accompagnato i personaggi del nostro libro nella loro vita: la rivendicazione delle proprie aspirazioni, la ricerca di una propria strada indipendente dalle aspirazioni familiari, la voglia di vivere a pieno la propria vita, anche quando questo può causare cicatrici nel cuore.
- Pensate che in futuro il romanzo possa essere trasposto sul piccolo schermo, magari adattato come serie tv?
Per ora pensiamo solo a goderci tutti gli abbracci di tante lettrici e tanti lettori che stiamo incontrando dal vivo nelle librerie!
Recensione del libro
Una casa di ferro e di vento
di Lorenzo Bonini e Paolo Valsecchi
© Riproduzione riservata SoloLibri.net
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Intervista a Lorenzo Bonini e Paolo Valsecchi, in libreria con “Una casa di ferro e di vento”
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