Per parlare del lavoro come ufficio stampa in una casa editrice abbiamo scelto di intervistare Emiliano Sbaraglia. Collaboratore con l’Ufficio Stampa della casa editrice Minimum Fax per 15 anni, ha ideato l’ormai famoso e gettonato "Book Party": pagando soli 10 euro si partecipa alla festa con consumazione inclusa e in più si ha in regalo il libro che viene presentato, formula esportata con successo anche al di fuori della scena romana.
Emiliano Sbaraglia è nato a Frascati, nel 1971. È dottore di ricerca per la cattedra di Letteratura italiana dell’Università di Roma Tor Vergata. Autore di un saggio-intervista sulla figura di Piero Gobetti (Cento domande a Piero Gobetti, 2003) e di uno studio su Enrico Berlinguer (Incontrando Berlinguer. Passioni e parole di un leader scomodo, 2004), entrambi pubblicati dall’editore Non Luoghi. Collabora alle riviste "Nuovi Argomenti", "Sincronie" e alle pagine culturali del mensile "Aprile". È redattore del quotidiano web Aprileonline.info. Attualmente si trova in Senegal ad insegnare francese in una scuola per bambini a sud di Dakar.
1- Di cosa si occupa l’ufficio stampa di una casa editrice e in cosa consiste il tuo lavoro per la minimum fax?
Tendenzialmente l’ufficio stampa di una casa editrice cura i rapporti con gli scrittori e con la stampa, oltre che promuovere i vari eventi che un editore può organizzare, o ai quali viene invitato a partecipare. In ogni caso il suo obiettivo principale rimane quello di far uscire le recensioni dei libri della casa editrice per cui lavora sulle pagine e negli inserti culturali dei maggiori quotidiani nazionali.
Per quanto riguarda il mio lavoro con minimum fax, iniziato nel 1998, da tre anni si concentra principalmente sull’organizzazione e la gestione di eventi. D’altra parte sin dalla sua nascita, nel 1994, minimum fax ha sempre legato le sue pubblicazioni alla creazione di eventi.
2- Secondo la tua esperienza, quali sono i requisiti e titoli per lavorare come ufficio
stampa? E’ necessaria una laurea in scienze della comunicazione o sono
sufficienti capacità di organizzazione e una dose di “savoir faire”?
Beh, se per “savoir faire” s’intende essere intraprendenti, allora ci vuole. Se per essere intraprendenti si saltano alcuni elementi di conoscenza del settore, allora secondo me non si va molto lontano. Ma non è detto che tali elementi si apprendano obbligatoriamente dentro un’aula universitaria. Bisogna cercare di comprendere quali siano le proprie attitudini di apprendimento. Se si crede che la pratica funzioni meglio della teoria, per il lavoro di ufficio stampa può andar molto bene lo stesso.
3- E’ vero che sarebbe necessario un portfolio di contatti di giornalisti che si
conoscono personalmente per poter iniziare in questo ruolo? Se sì, come si fa
a crearsi da zero le conoscenze?
Non sono convinto che occorra un’agendina personale per iniziare questo tipo di lavoro. Certo, dopo poco diventa un elemento importante, se non essenziale. Per crearsi dei contatti, più che delle “conoscenze”, bisogna partire da qualche persona già inserita nell’ambiente, che abbia la correttezza di iniziare un leale rapporto di lavoro e reciproca collaborazione, anche se all’inizio da te potrà avere ben poche indicazioni utili. Non è facile da trovare, ma pian piano si trova. Poi bisogna darsi da fare: leggere leggere leggere. Soprattutto i giornali, gli inserti settimanali, seguire presentazioni di libri che si pensa possano essere interessanti, magari individuare una persona con cui scambiare qualche parola con discrezione e sincerità d’intenti.
4- Quanto conta la “faccia tosta” e la capacità di fare buon viso a cattivo gioco?
Francamente non lo so, non me lo sono mai chiesto. So che la faccia tosta non deve mai essere confusa con l’invadenza, ma che comunque non bisogna mai rinunciare all’intraprendenza, quando è supportata da una preparazione sul tema o l’argomento dell’occasione.
5- Hai tre consigli da dare ad un giovane che volesse intraprendere il tuo stesso tipo di lavoro?
Non perdere l’entusiasmo, avere il coraggio di crescere gradualmente. E, soprattutto, farsi pagare il giusto.
Vedi anche: Lavoro come ufficio stampa in una casa editrice
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Intervista a Emiliano Sbaraglia, Addetto Ufficio Stampa
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