La scrittrice Enza Villoni ci presenta il suo libro "La finestra sotto il ciliegio" e risponde ad alcune domande sulla sua attività letteraria.
- Può parlarci un po’ di lei e della sua vocazione letteraria?
Sono nata in una famiglia umile, semplice, in provincia di Caserta, anche se la mia prima infanzia l’ho vissuta all’estero, in Inghilterra; ho ancora i miei parenti lì da parte dei miei genitori. La mia vocazione letteraria risale a quando ero piccola; un po’ in famiglia siamo artisti del genere, ho uno zio fratello di mia madre che mi ha sempre affascinato per le cose che dipingeva e scriveva. E lo stesso talento forse mi è stato trasmesso e scorre nelle mie vene. In realtà ho sempre avuto una fervida immaginazione e il primissimo scritto risale a un compito di scrittura creativa che la professoressa alle scuole superiori ci fece fare una volta: inventai una favola che raccontava di un bambino e il suo cane che volevano andare sulla luna; costruirono una navicella a forma di scarpone (la favola era intitolata: Lo scarpone spaziale), per cui il senso era che chiunque con impegno e dedizione, può raggiungere la vetta e realizzare un proprio sogno. La professoressa di italiano mi elogiò dicendo: “Sei brava, perché non fai la scrittrice?”. Io a suo tempo rimasi sbalordita, molto contenta, però non misi mai in atto niente di ciò che lei mi espose. Col tempo ho poi scritto delle cose, spontaneamente, anche testi di canzoni. I personaggi arrivano come la pellicola di un film, anche di notte, all’improvviso, ed io carpisco e scrivo; mi alzo, annoto i nomi su un pezzo di carta per non dimenticare e dopo incomincio. In genere sono una che tende al “Fantasy”, racconti per ragazzi e bambini, infatti una decina di anni fa ho cominciato a scrivere un romanzo molto laborioso che ancora oggi non ho concluso, che mi sono ripromessa di finire, dal momento che sono quasi agli ultimi capitoli. Inoltre, essendo laureata in Belle Arti, ho realizzato e dipinto le copertine delle mie storie, con gli stessi personaggi e ciò che rappresentano; in realtà avevo intenzione di mettere all’interno dei capitoli anche le illustrazioni, poi vedrò come meglio procedere. Quando un personaggio si fa vivo nella mia testa, come se mi chiedesse lui stesso di raccontare la sua storia, non posso fare a meno di descriverlo e contestualizzarlo, imprimendogli carattere e forza espressiva attraverso le mie parole; per me è una cosa meravigliosa e io stessa mi stupisco poi di ciò che realizzo. È nella mia indole. Sono fatta così!
- Come mai ha deciso di scrivere un libro sui malati di SLA?
Ho deciso di scrivere un libro sulla sla perché, sfortunatamente, mia madre ne è stata colpita ed è morta a causa di essa… “La Finestra sotto il ciliegio” è in parte una storia ispirata ad un fatto reale. Il romanzo vuole essere una sorta di abbraccio solidale verso chi nella vita è incappato in questo destino infausto di sofferenza, e di ogni altra malattia.
- Nel suo libro inserisce precise diagnosi e terapie non solo sulla SLA, ma anche su casi veterinari. Inoltre si mostra anche ferrata in cinema e teatro. Perché ci ha tenuto a essere così precisa nei particolari? Per un maggiore realismo o cosa?
Il libro è ricco di particolari perché ritengo che questi in una storia siano spesso necessari, in quanto rendono al lettore una più vasta spiegazione e visione di ciò che si sta dicendo rispetto al solo accenno. Per la sla è facile immaginare che sono diagnosi ricavate dalla mia esperienza con mia madre; per scrivere il libro mi sono avvalsa di tutti i ricordi e le cartelle cliniche in mio possesso. Le sapienze veterinarie, invece, derivano dal fatto che sono amante degli animali e negli anni ho avuto cani, ne possiedo uno attualmente e perciò ho continuamente a che fare con i medici veterinari. Infine, mi mostro ferrata nel cinema e nel teatro perché all’Accademia di Belle Arti abbiamo studiato regia; le conoscenze le ho acquisite lì, anche se, nel racconto mi sono avvalsa più della mia fantasia, aggiunta solo a pochissime delle cose apprese in classe; ho fatto una piccola ricerca sulla Mostra del Cinema di Venezia, mentre il resto è tutto frutto della mia indole, mi viene naturale.
Grazie Enza e auguri per tutto!!!
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Intervista ad Enza Villoni
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