Io sono la Contessa (Newton Compton 2024, pp.256, 12,90 euro) è il nuovo romanzo di Cinzia Giorgio, dottoressa di ricerca in Culture e Letterature Comparate, specializzata in Women’s Studies e in Storia Moderna, dedicato alla figura di Matilde di Canossa (Mantova 1046 – Bondeno di Roncore, 24 luglio 1115), contessa di Mantova, duchessa di Spoleto, margravia di Toscana, duchessa consorte della Bassa Lorena, contessa consorte di Verdun e contessa consorte di Baviera.
Cinzia Giorgio è direttrice editoriale del periodico “Pink Magazine Italia” e insegna Storia delle donne all’Uni.Spe.D. di Roma.
Nobildonna di stirpe longobarda, membro della dinastia degli Attoni, detti comunemente “Canossa” dal nome di un loro feudo, Matilde, nota anche con lo pseudonimo di “Magna Comitissa” fu una potente feudataria, che si impegnò a favore del papato durante la lotta per le investiture. Emerse come figura di primaria importanza, estendendo il suo dominio su tutti i territori italiani situati a nord dello Stato Pontificio e fu sotto la sua guida che il dominio dei Canossa raggiunse il proprio apice in termini di estensione territoriale. La Magna Comitissa rappresenta una delle personalità più rilevanti e affascinanti dell’Italia medievale. La sua esistenza, trascorsa in un’epoca segnata da conflitti, intrighi e scomuniche, fu esemplare per la forza dimostrata. Affrontò con tenacia grandi sofferenze e umiliazioni, evidenziando al contempo un’innata capacità al comando.
L’espressione “andare a Canossa” ha tra i protagonisti anche la nostra eroina, nata dal marchese di Toscana, Bonifacio, e dalla contessa Beatrice di Lotaringia, sposa di Goffredo il Gobbo (1069), duca di Lorena, poi risposatasi, per motivi politici, con Guelfo V di Baviera (1089).
Anno 1076.
Enrico IV, Re di Germania e Imperatore del Sacro Romano Impero (Goslar 1050 - Liegi 1106) riunito il Sinodo nella città di Worms, depose Papa Gregorio VII dell’autorità pontificia. Il Pontefice, a sua volta, forte del favore di cui godeva tra molti feudatari, lo scomunicò liberando i sudditi dal giuramento di fedeltà al sovrano. Enrico IV, temendo di perdere consensi tra i nobili e, nel tentativo di ottenere il perdono del Papa, compì un lungo viaggio fino a Canossa, dove la contessa Matilde ospitava il pontefice deposto. Ma solo dopo che Enrico IV si cospargerà il capo di cenere e avrà atteso il perdono per tre giorni e tre gelide notti, vestito solo di un saio, Gregorio VII lo libererà dalla scomunica.
“Ho imparato ad amare questa donna libera così libera, bella e piena di vita, ma anche troppo sola. Non si perdona mai la libertà di pensiero e di azione. Oggi come allora”.
Dopo Cassandra (Newton Compton 2022), Cinzia Giorgio rievoca un’altra figura femminile straordinaria e affascinante, dotata di una grande dose di resilienza. Attraverso il manoscritto inedito di Matilde di Canossa, frutto della fantasia di Cinzia Giorgio, scoperto dalla professoressa Demetra Fusselman tra le pagine di una preziosa copia della Vita Mathildis, biografia ufficiale di Matilde di Canossa scritta da Donizone, viene dipinto il ritratto completo di una donna fuori dal comune, che aveva la capacità bellica pari a quella di Giulio Cesare, che aveva studiato e amava. Non è dunque azzardato paragonare Matilde con uno degli uomini più intelligenti che la storia ci ha tramandato grazie alle sue memorie.
Dopo la sua morte, Matilde di Canossa venne inizialmente sepolta nel sarcofago nell’abbazia di Polirone (San Benedetto Po, in provincia di Mantova). Nel 1632, per volere di Papa Ubano VIII, la sua salma venne traslata a Roma in Castel Sant’Angelo. Nel 1644 trovò definitiva collocazione nella basilica di San Pietro in Vaticano, rara presenza femminile nelle grotte vaticane. La tomba di Matilde di Canossa, grandioso monumento scolpito da Giovan Lorenzo Bernini, fu detta “Onore e Gloria d’Italia”.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: “Io sono la contessa”: la vita di Matilde di Canossa nel nuovo libro di Cinzia Giorgio
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