Ci ha lasciato questa mattina lo scrittore Ismail Kadaré, una delle voci letterarie più importanti dell’Albania. Perseguitato in patria dal dittatore Enver Hoxha, Kadaré si era sempre affermato come una voce libera, dissidente, guadagnandosi una notorietà internazionale grazie a numerosi premi e riconoscimenti, tra cui il Man International Booker Prize nel 2005 e il Premio Principe delle Asturie nel 2009. Il suo nome è stato più volte menzionato per il Premio Nobel; ma quel sogno ormai non potrà più avverarsi.
Ismail Kadaré è stato stroncato da un attacco di cuore, aveva 88 anni. Al momento della morte era ricoverato in un ospedale di Tirana, nella sua natale Albania.
Le sue opere in Italia sono edite da La nave di Teseo.
La vita di Ismail Kadaré, uno scrittore dissidente
Ismail Kadaré era nato ad Argirocastro, una città dell’Albania meridionale. In patria si era laureato in Storia e filologia, per poi trasferirsi in Russia, presso il prestigioso Istituto Gor’kij di Mosca, dove si era specializzato in letteratura.
Iniziò la sua carriera come giornalista, scrivendo per la rivista Drita (in italiano “Luce”) per poi divenire caporedattore di Les letres albanaises. In quel periodo, unitamente alla professione giornalistica, si dedicò alla sua prima passione letteraria: la poesia, pubblicando alcune raccolte. Si affermò nel mondo letterario come poeta, prima di esordire come scrittore nel 1963 con il romanzo Il generale dell’armata morta. Il libro sarebbe stato pubblicato in Italia da Longanesi solo nel 1982, ne fu tratto un film con protagonista un giovane Marcello Mastroianni.
Quel primo romanzo aveva segnato il principio dei dissidi tra Kadaré e il regime comunista dell’Albania: le autorità mal tolleravano l’ambientazione e i personaggi della storia, tra cui figurava un prete cattolico. L’autore non se ne diede pena e continuò a pubblicare libri di argomento storico-politico, tra cui I tamburi della pioggia (1970) e La città di pietra (1971).
Ismail Kadaré affermava che uno scrittore dovesse essere nemico naturale di ogni forma di dittatura. Negli anni Novanta fu costretto a fuggire in Francia a causa delle minacce del regime: il suo libro più famoso, Il palazzo dei sogni (1981), fu censurato in patria e pubblicato in Italia nel 1991 da Longanesi. Visse il resto della propria vita dividendosi tra Tirana e Parigi, senza smettere di denunciare la “realtà d’inferno” del proprio paese. Tra le sue opere si annoverano anche dei saggi, tra cui alcuni scritti dedicati a Dante Alighieri, di cui Kadaré era un appassionato studioso anche grazie alle sue competenze in filologia.
Recensione del libro
Il generale dell’armata morta
di Ismail Kadaré
I suoi numerosi libri, in passato editi da Longanesi, Guanda e Fandango, oggi sono editi in Italia da La nave di Teseo, la casa editrice fondata da Elisabetta Sgarbi e Umberto Eco.
I libri più belli di Ismail Kadaré
Tra le opere più celebri di Ismail Kadaré ricordiamo:
- Il generale dell’armata morta: primo romanzo di Kadaré, reca il segno inconfondibile dello stile dello scrittore. Narra la storia di un generale e un sacerdote italiani che, vent’anni dopo la Seconda guerra mondiale, vengono mandati in Albania per recuperare i cadaveri dei soldati morti. Ma insieme ai cadaveri i due protagonisti si troveranno a riesumare anche antichi rancori, intrappolati in una terra ostile.
Il generale dell'armata morta
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- Il palazzo dei sogni: considerato il capolavoro di Ismail Kadaré, è una trasfigurazione metaforica della dittatura comunista. Il palazzo dei sogni, il Tabir Sarraj, nell’immaginario di Kadaré è un’istituzione potente che governa e sorveglia i suoi cittadini. La distopia dello scrittore albanese a tratti ricorda 1984 di Orwell, con la differenza che Ismail Kadaré quel regime della sorveglianza l’aveva sperimentato e vissuto sulla propria pelle.
Il palazzo dei sogni
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- La città di pietra: in questo romanzo una nuova trasfigurazione del regime: una città di pietra, scoscesa e impervia, tanto da divenire inabitabile. Questo luogo inospitale è attraversato da alcuni degli eventi più bui della Storia, come la Seconda guerra mondiale. Kadaré ci narra una storia cupa e difficile attraverso gli occhi e la fantasia di un bambino che diventa uomo.
La città di pietra
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- Aprile spezzato: ambientato nel nord dell’Albania, questo romanzo ha il ritmo dinamico del giallo. Il giovane Gjorg è costretto a diventare fuggitivo dopo la tragica morte del fratello e il tentativo di vendicarlo. Sulla sua testa pende una condanna a morte, ma l’incontro con una coppia di sposi, provenienti da Tirana, cambierà il corso degli eventi.
Aprile spezzato
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- Dossier O.: edito in Italia nel novembre 2022, questo romanzo di Ismail Kadaré si configura come un avvincente thriller che indaga il mistero insondabile dell’arte. Al centro della storia due studiosi irlandesi, Max Roth e Willy Norton, che giungono da Harvard nel nord dell’Albania per studiare le tradizioni di alcuni rapsodi albanesi nel quale ipotizzano di rintracciare l’origine dei poemi omerici. In bilico tra romanzo storico e thriller, quest’ultimo romanzo di Kadaré indaga l’enigma - inconoscibile, insondabile - alla base di ogni creazione artistica.
Il dossier O.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Addio a Ismail Kadaré, il pluripremiato scrittore albanese che ha lottato contro la dittatura
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