I dati Istat sulla produzione e la lettura di libri in Italia mostrano una situazione ormai ben nota: in Italia si legge poco. Nel Belpaese sembrerebbe infatti mancare una cultura alla lettura, un avviamento, che sin dalle scuole, mostri in che modo approcciarsi ad un libro.
Quindi sebbene nel 2018 (i dati Istat si riferiscono infatti a questo anno) vi sia un segnale di lieve crescita nella produzione editoriale, con un +1,2% di titoli pubblicati rispetto al 2018 per i grandi editori e un +1,7% di copie stampate per i medi editori, i lettori non aumentano rispetto all’anno precedente.
Per il 2018 soffrono invece le piccole case editrici che segnano un -3,3%, dovuto forse ad un mercato che ricerca sempre più la novità editoriale. Le prime edizioni nel 2018 sono state infatti il 61,7%!
A segnare la ripresa migliore per il 2017 era stata l’editoria per ragazzi che, secondo i dati Istat 2017, aveva avuto una forte crescita con un +29,2% di opere e +31,2% per le tirature. Per il 2018 non si registrano questi dati di crescita (che si attesta ad un +9%), ma a trainare in questo settore è l’editoria educativo-scolastica, che cresce del 13%.
L’opinione degli editori è ben chiara e i principali fattori che determinano la modesta predisposizione alla lettura in Italia sono due:
- il basso livello culturale della popolazione (42,6% delle risposte) sarebbe la principale causa di questo conclamato disinteresse;
- per il 38,4% degli editori invece è la mancanza di efficaci politiche scolastiche di educazione alla lettura che provoca questo disinteresse.
I dati parlano chiaro e anche per il 2018 in Italia solo il 41,0% della popolazione legge, un numero che mostra come solo 23 milioni e mezzo di italiani si confrontino con almeno un libro una volta l’anno per passione e non per lavoro. Tra questi 23 milioni e mezzo le più attive sono le donne, che sono il 46,2% del totale e che sembrano essere più appassionate alla lettura. Solamente il 34,7% degli uomini del Belpaese invece legge un libro almeno l’anno per semplice piacere e non per studio o per questioni professionali.
Il divario tra lettori e lettrici è un dato ormai consolidato e dal 1988, anno in cui le lettrici furono il 39,3% contro il 33,7% dei maschietti lettori, viene confermato di anno in anno.
Tra i lettori forti, ossia le persone che leggono almeno un libro al mese, le fasce d’età più attive sono quelle che vanno dagli 11 ai 14 e dai 55 anni in su, un dato che si lega anche con gli impegni professionali e di studio delle altre fasce. Inoltre la fetta di popolazione che legge di più sembra essere proprio quella dei giovani lettori, dal momento che nei dati Istat 2018 emerge che ben il 60% dei ragazzi nella fascia d’età tra i 14 e i 19 nell’anno ha letto almeno un libro. Un dato che ci mostra la fascia d’età che frequenta le scuole superiori e che potrebbe essere incentivata ancora di più ad appassionarsi alla lettura.
In questo quadro la scuola infatti perde un’ottima opportunità per educare le future generazioni all’amore per i libri. I dati dell’Istat del 2017 mostravano infatti come fosse la famiglia il fattore scatenante della passione dei ragazzi per la lettura e non invece la scuola. L’80% dei ragazzi che leggevano avevano infatti in casa uno o entrambi i genitori che leettori, mentre solo il 39,8% dei ragazzi non aveva almeno madre o padre con questa passione.
I ragazzi quindi sono spinti a leggere e ad appassionarsi alla lettura dai propri genitori, seguendone quindi l’esempio e magari chiedendo anche qualche consiglio per i testi. La scuola invece perde una grande occasione: la possibilità di invogliare i più giovani ad avere una passione sana, come la letteratura e a confrontarsi con i libri.
Il Bonus cultura, attivato negli ultimi anni, ad esempio è uno strumento buono, se utilizzato nella maniera giusta, per invogliare i ragazzi ad appassionarsi alla lettura. Nel 2018 i libri acquistati con questo finanziamento sono stati moltissimi e per alcuni è stato un modo per scoprire autori nuovi o anche generi letterari diversi.
Politiche di questo genere hanno aiutato i ragazzi a sperimentare e a confrontarsi con qualcosa di nuovo, come ad esempio la lettura.
Per il 2020 il Bonus è stato mantenuto, ma ne è stato diminuito l’importo che è sceso a 300€, risultando comunque ancora un ottimo strumento.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: In Italia si legge poco: la mancanza di educazione alla lettura una delle cause
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