Jeli il pastore, una delle novelle più celebri di Giovanni Verga, appartiene alla raccolta Vita dei campi, pubblicata nel 1880. Vita dei campi raccoglie in tutto otto novelle che Giovanni Verga, padre e maggiore esponente del Verismo italiano, scrisse fra il 1878 e il 1880.
Il tema centrale dell’opera è la contrapposizione, sempre più evidente sul finire del XIX secolo, tra il mondo agricolo e rurale della Sicilia tanto cara all’autore e l’avanzare del progresso, mosso essenzialmente dalla corsa al guadagno.
Jeli è il tipico eroe verghiano, tanto umile quanto puro, incarnazione di quei valori di amicizia, amore e fedeltà che la società nascente, utilitaristica e corrotta, rischia di far scomparire per sempre.
Vediamo qual è la trama di Jeli il pastore e analizziamone il significato più profondo.
Jeli il pastore: trama e riassunto della novella
Jeli è un giovane guardiano di cavalli siciliano rimasto molto presto orfano di entrambi i genitori.
È sempre vissuto nei campi della sua amata terra natale, perfettamente integrato e a proprio agio a contatto con la natura incontaminata e selvaggia dell’isola, libero "come un cane senza padrone".
Sono due le persone più importanti per il ragazzo, ovvero l’amico borghese Don Alfonso e Mara, della quale si innamora.
Due eventi negativi segnano profondamente l’animo di Jeli catapultandolo con brutalità nell’età adulta: la perdita del lavoro e la partenza di Mara.
Agrippino, padre dell’amata, gli trova un nuovo posto come guardiano di pecore, mentre Mara, alla fine, manda a monte il matrimonio con il promesso figlio di un massaro amico del genitore a causa della sua relazione clandestina con Don Alfonso.
E così Jeli, per "riparare", ma anche perché ancora innamorato di lei, decide di sposarla.
All’inizio la vita coniugale è praticamente perfetta, ma con il tempo gelosie e contrasti continui finiscono per minare il rapporto.
Jeli, come in paese si dice da tempo, si convince che la moglie lo tradisca e abbia ancora una tresca proprio con Don Alfonso.
Un giorno, accecato dalla gelosia e dalla collera, finisce per uccidere il grande amico di un tempo, che stava ballando con Mara.
Jeli il pastore: analisi e significato della novella
Anche in Jeli il pastore, così come in tutte le novelle che compongono Vita dei campi, il protagonista, incarnazione di un mondo e di ideali che vanno ormai esaurendosi, è destinato a soccombere di fronte alla durezza della realtà che si dipana dinanzi ai suoi occhi.
Troppo puri e troppo ingenui per resistere e vincere.
Del resto nella raccolta di cui pure Jeli il pastore fa parte, si trovano già in germe i temi che Verga tratterà in seguito nei suoi capolavori, I Malavoglia e Mastro Don Gesualdo.
Jeli è un ragazzino totalmente immerso nella natura in cui vive e non conosce altri mondi al di fuori del suo.
Abituato ad essere libero, è e si sente come gli animali che tanto ama, ma non in senso negativo, anzi.
Come loro è istintivo, irrazionale e, in quanto privo di sovrastrutture culturali e sociali, completamente puro e di una ingenuità che lo relega in una dimensione "altra" destinata inevitabilmente a scontrarsi (e a perdere) di fronte al progresso che, inesorabile, avanza.
Sincero e onesto, il giovane instaura con il coetaneo "signorino" Don Alfonso un’amicizia vera e profonda, che supera ogni differenza di ceto, ma questo affetto tanto sentito si rivela una cocente delusione e sfocia in una tragedia che gli segnerà la vita per sempre. Lo stesso dicasi per l’amore.
Jeli si innamora perdutamente di Mara, anche lei di origini contadine, ma maggiormente affascinata e protesa verso quel mondo nuovo, attento solo al denaro e alla posizione sociale, da cui lui, al contrario, non viene mai neanche sfiorato.
Già segnato dalla morte precoce dei genitori, allo sbando quando privo di punti di riferimento affettivi, Jeli spera di trovare pace nel matrimonio, ma anche questo sogno si infrange contro la crudele realtà.
La drammatica scena dell’uccisione di Don Alfonso e del conseguente arresto del protagonista rende perfettamente l’idea della semplicità di pensiero e della sprovvedutezza del ragazzo:
“Tutt’a un tratto come vide che don Alfonso, colla bella barba ricciuta, e la giacchetta di velluto e la catenella d’oro sul panciotto, prese Mara per la mano per ballare, solo allora, come vide che la toccava, si slanciò su di lui, e gli tagliò la gola di un sol colpo, proprio come un capretto.
Più tardi, mentre lo conducevano dinanzi al giudice, legato, disfatto, senza che avesse osato opporre la menoma resistenza: “Come” diceva “non dovevo ucciderlo nemmeno?… Se mi aveva preso la Mara!…”.
Dunque anche Jeli, come tutti gli eroi verghiani, lotta, spera, sogna e combatte, ma nulla serve a cambiare il suo destino di "vinto".
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Jeli il pastore: riassunto, analisi e significato della novella di Verga
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