John Locke è stato un medico e un filosofo di origine britannica considerato padre non solo del liberalismo classico ma anche dell’empirismo moderno, sicuramente uno degli anticipatori più influenti dell’illuminismo e del criticismo. Locke ha vissuto uno dei periodi più difficili della storia inglese, quello delle due rivoluzioni che condussero alla fine della monarchia del assoluta a favore di una monarchia parlamentare. Oltre che di filosofia e politica si interessò anche di medicina esercitando la professione, pare con risultati non buoni. Scopriamo quello che c’è da pare su vita, pensiero e opere di John Locke.
John Locke: la vita
John Locke nasce nel Somerset, Inghilterra, il 29 agosto del 1632. Il giovane Locke studia ad Oxford ottenendo infine la laurea in medicina. Come medico stringe amicizia con Lord Ashley, che diventerà Conte di Shaftesbury. Per una serie di vicissitudini Locke è costretto a fuggire in Olanda, dove vive in clandestinità e sotto falsa identità.
Questa via condotta clandestinamente lo porta ad essere coinvolto nel complotto che ha lo scopo di insediare sul trono il duca olandese, Guglielmo d’Orange, nel periodo che sarebbe poi stato ribattezzato Gloriosa Rivoluzione. Da questi eventi della sua vita Loche tra ispirazione per comporre una delle sue opere più celebri, "Due trattati sul governo", che diventa manifesto ideologico degli eventi politici legati alla rivoluzione.
John Locke torna a Londra alla fine del 1679 per affiancare Shaftesbury, il quale ha riconquistato il potere. Egli viene però incolpato di alto tradimento e costretto a fuggire in Olanda, dove muore poco dopo. Nonostante non si esponga più di tanto, i sospetti su Locke ci sono comunque in questo frangente e l’uomo si reca volutamente in esilio in Olanda, dove resta per cinque anni.
In Olanda Locke viene nuovamente coinvolto con Guglielmo d’Orange prendendo parte attivamente ai preparativi per la sua spedizione del novembre 1688. Nel 1689 Locke torna in Inghilterra a seguito della principessa Maria, moglie di Guglielmo, riprendendo credito per se stesso come intellettuale e difensore del nuovo regime liberale.
Saggio sull'intelletto umano. Testo inglese a fronte
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Comincia allora il periodo più proficuo per le sue attività letterarie: del 1689 è la sua "Epistola sulla tolleranza", seguita nel 1690 dal "Saggio sull’intelletto umano", uno dei perni della letteratura di questo filosofo. Degli anni seguenti sono altre opere filosofiche dell’autore, come la polemica con Stillingfleet, trattato pubblicato postumo sulla "Condotta dell’intelletto e l’Esame di Malebranche". "Pensieri sull’educazione" viene pubblicato nel 1963 e tra 1695 e 1697 pubblica i saggi sulla "Ragionevolezza del cristianesimo".
A partire dal 1691 John Locke aveva vissuto ospite di sir Francis Masham in Essex, non lontano da Londra, e proprio qui muore il 28 ottobre del 1704.
Le opere di John Locke
Ecco la lista di opere di John Locke e delle opere postume dell’autore:
- Epistola sulla tolleranza (A Letter Concerning Toleration), 1689
- Due trattati sul governo (Two Treatises of Government), 1690
- Saggio sull’intelletto umano (An Essay Concerning Human Understanding), 1690
- Alcune considerazioni sulle conseguenze della riduzione dell’interesse e dell’aumento del valore della moneta, 1691
- Pensieri sull’educazione (Some Thoughts Concerning Education), 1693
- Saggi sulla ragionevolezza del cristianesimo (The Reasonableness of Christianity, as Delivered in the Scriptures; A Vindication of the Reasonableness of Christianity), 1695-1697
- Primo trattato sul governo (First Tract of Government), 1660
- Secondo trattato sul governo (Second Tract of Government), 1662
- Questioni concernenti la legge di natura (Questions Concerning the Law of Nature), 1664
- Saggio sulla tolleranza (Essay Concerning Toleration), 1667
- Sulla condotta dell’intelletto (Of the Conduct of the Understanding), 1706
- Esame di Malebranche (An Examination of P. Malebranche’s Opinion of Seeing All Things in God), 1706
- Note sulle epistole di san Paolo (A Paraphrase and Notes on the Epistles of St. Paul), 1707
Il pensiero di John Locke
John Locke di è meritato il titolo di filosofo della libertà: ha fornito il suo contributo prezioso alle idee sulla separazione dei poteri, il governo della legge e lo Stato ad autorità limitata. Ha sempre sostenuto una serie di tesi a favore della tolleranza religiosa (proprio di questo parla la sua opera “Epistola sulla tolleranza”) che hanno avuto un ruolo cruciale nel progresso del pensiero civile.
John Locke è stato padre sia dell’empirismo che del liberismo. Proprio a proposito dell’empirismo, la sua opera di maggior rilievo (“Saggio sull’intelletto umano”), stabilisce in maniera precisa i confini entro i quali si può sviluppare la conoscenza basandosi sull’esperienza. Per Locke il primo stadio della conoscenza è composto dalle idee semplici, frutto di una ricezione passiva di ciò che appartiene alla realtà esterna e alla realtà interna, rispettivamente idee di sensazione e idee di riflessione.
Per Locke le idee innate non sono valide e, anzi, sono uno strumento del potere. Le idee semplici vengono raggruppare e organizzate in idee generali e complesse. Constatare una concordanza o una discordanza tra queste idee è ciò che Locke definisce conoscenza vera e propria, che può essere di due tipi: conoscenza certa, che è quella ottenuta attraverso l’intuizione, la dimostrazione e la sensazione attuale e la conoscenza probabile, che è quella data da testimonianza e dalla coerenza con l’esperienza passata.
Locke ha avuto un ruolo fondamentale anche nell’ambito del liberalismo in quanto ha teorizzato che in un ipotetico stato di natura gli uomini vivano in totale parità dei diritti (libertà, proprietà, vita). Per Locke in uno stato naturale esercitare questi diritti viene limitato dalla legge della natura, la ragione, anche se può capitare che l’uomo cerchi di violare i diritti altrui in maniera forzata.
A questo punto lo stato di guerra può essere evitato solo grazie all’instaurarsi di uno stato civile la cui unica funzione è tutelare la libertà dell’uomo utilizzando la legge come mezzo. Questo stato per Locke ha caratteristiche precise: intanto non ha potere assoluto e nasce da un contratto tra i cittadini e il sovrano. Lo stato non deve mai immischiarsi con le questioni di fede e non mette il potere legislativo e quello esecutivo nelle mani della stessa persona. Tutte queste ragioni spiegano perché Locke venga considerato ancora oggi teorico del liberalismo.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: John Locke: vita, opere e pensiero
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