Joseph Conrad, scrittore di lingua inglese affermatosi in Inghilterra a partire della fine dell’Ottocento e morto nel 1924, è stato da molti accostato a Rudyard Kipling, altro scrittore di avventure, anche di viaggi in mare, e grande celebratore dell’impero britannico.
In realtà, anche se i romanzi di Conrad traggono spunto dai suoi innumerevoli viaggi in mare per la marina mercantile britannica, le caratteristiche dei suoi romanzi sono meno celebrative e più intente a esplorare le sensazioni e le esperienze di capitani di nave non sempre inquadrate in uno schema eroico.
Joseph Conrad: la vita
Joseph Conrad nacque in una famiglia polacca nobile in un territorio che oggi è Ucraina, allora posto sotto il dominio degli zar. Nei confronti degli zar non si nutriva amore e il padre, uno scrittore, venne arrestato per aver partecipato ad attività cospirative.
A undici anni, Conrad aveva perso entrambi i genitori e venne allevato da uno zio che frenò il suo desiderio di imbarcarsi. Una volta cresciuto, quando divenne attuale la possibilità di essere arruolato nell’esercito, si trasferì in Francia dove si imbarcò come marinaio al porto di Marsiglia.
Era stato educato alla lettura e oltre al polacco, come avveniva in molte famiglie nobili, aveva imparato anche il francese.
Iniziò a lavorare per la marina britannica e condusse una vita di viaggi. Imparò l’inglese e iniziò a pubblicare romanzi. Quando arrivarono le imbarcazioni a vapore lasciò la Marina e si dedicò alla scrittura.
Non navigò mai in floride acque. Tuttavia anche per le sue origini nobili gli venne concessa una pensione. Si sposò ed ebbe due figli.
Nei primi decenni del secolo scorso le sue opere vennero confuse con quelle di avventura che tendevano a celebrare la borghesia dell’epoca, la marina britannica e il suo sterminato impero.
In realtà la critica letteraria ha individuato nei suoi scritti una vena non sempre elogiativa.
Conrad narratore: da “Cuore di tenebra” a “Lord Jim”
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Conrad fu un versatile e formidabile traghettatore dalle tradizioni romantiche e vittoriane alle innovazioni della letteratura moderna.
Era romantico perché poneva la sua attenzione sugli individui avventurosi e per la sua sensibilità per la bellezza, il potere e l’immensità dell’ambiente naturale. Era vittoriano nelle sue riflessioni sulle zavorre del pensiero in un’epoca in cui la scienza andava tratteggiando panorami desolati; vittoriano anche nel riconoscere la grandezza delle imprese imperiali e nella sua alta valutazione di un’etica del lavoro e del dovere.
Bisogna tuttavia distinguere fra opere dove il mondo delle colonie civilizzate è ben lontano da quello che si potesse pensare, l’Africa in particolare, come Cuore di tenebra, l’opera più famosa alla quale si è ispirato il film abbastanza sconvolgente di Apocalipse now - opera comunque ambientata nel Congo belga e non nell’impero britannico.
E altre opere dove questa civilizzazione in parte si fa vedere, dove i commerci prosperano. Lord Jim rappresenta in parte questa realtà, ma anche in questo romanzo un incidente in mare porta il protagonista insieme all’equipaggio ad abbandonare la nave. In realtà, la nave non affonda e a lui viene revocata la patente di capitano. La vita lo porterà in un villaggio che difenderà dall’arrivo di saccheggiatori. Anche se vi aveva trovato l’amore, lo attenderà la morte.
Non di un vero e proprio eroe si tratta, ma ne assume alcune caratteristiche, specie se posto a confronto con l’antieroe, il capo dei briganti.
Tifone invece rientra maggiormente in una letteratura che esalta la vita in mare. Rispecchia le caratteristiche del romanzo di formazione. Il capitano di un vascello, che gode di poca stima presso il suo equipaggio ma anche presso la sua famiglia, si rifiuta di ascoltare i suggerimenti di cambiare rotta e affronta un tifone.
Riesce comunque a salvare nave ed equipaggio portandoli al centro del ciclone, dove regna la calma. Rappresenta come Lord Jim la crescita e l’evoluzione del protagonista che riacquista fiducia in sé.
Per ritornare a Cuore di tenebra bisogna ricordare che la colonia belga del Congo in quegli anni fu luogo dove i bianchi per esportare avorio richiestissimo non si fecero nessuno scrupolo. Forse per il trattamento cui furono sottoposti o per il diffondersi di malattie morirono molti indigeni. Ma il romanzo per alcuni non è visto come una denuncia. I movimenti Black lives matter hanno chiesto che non venga fatto oggetto di insegnamento.
L’Inghilterra aveva prodotto un vasto pubblico che sapeva leggere. E questo garantiva vendite e pubblicazioni anche a puntate nei tabloid popolari. Conrad ricevette una certa attenzione per i temi trattati nei suoi libri che avevano una certa risonanza allora, come il voto delle donne e la cattiva gestione della colonia belga.
“Conrad. Una vita senza confini”: il libro di Giuseppe Mendicino
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La casa editrice Laterza per il centenario della morte ha pubblicato una biografia dello scrittore, a conferma dell’attualità dello scrittore in un’epoca in cui il romanzo di avventura è decisamente battuto dal poliziesco. Si tratta dell’opera di Giuseppe Mendicino Conrad. Una vita senza confini.
Con lui si viaggia dall’arcipelago malese al Centro America, dal cuore del continente africano a cupe atmosfere londinesi, leggendo storie che hanno affascinato generazioni di lettori, coinvolgendo i più giovani per il senso dell’avventura e del mistero e i più adulti per la profondità e la molteplicità di punti di vista interpretativi e narrativi.
Questa biografia, intrecciando vita e opere, ne porta in piena luce aspetti coinvolgenti e intramontabili: il confronto con la natura e con la storia, la solitudine e le responsabilità dell’uomo, l’amore per la libertà e l’avversione per ogni totalitarismo.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Cento anni dalla morte di Joseph Conrad: una vita senza confini in un libro
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