
L’albero di carrubo. Essere ebrei di Sicilia (1848-2020)
- Autore: Alessandro Hoffmann
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2025
L’ultimo volume di Alessando Hoffmann L’albero di carrubo. Essere ebrei di Sicilia (1848-2020) (Edizioni d’Arte Kalós, 2025) ha la prefazione del professor Giuseppe Savagnone e la postfazione di Nicolò Bucaria. Dopo Gli amici di Moïse. Cento e più storie di ebrei di Sicilia e La pupa di Zabban. Ebrei di Sicilia nel Novecento, è il terzo volume di una serie che conclude il disegno dell’autore di una quanto più completa ricostruzione della mappa degli Ebrei di Sicilia. La vicenda del popolo ebraico nell’Isola, condotta con un’adeguata e minuziosa ricerca portata felicemente a termine, si focalizza in Sicilia, essendo la narrazione, in questo territorio, diversa da quella del resto della Penisola. Nel contesto di numerose vicende e della realtà storica, si racconta di una Sicilia inedita che pochissimi conoscono, come si evince dalle fotografie che corredano il testo e dai diversi elenchi riportati con precisione di persone coinvolte.
Leggendo il libro, frutto di un lavoro ultradecennale dell’autore, docente universitario e giornalista, si apprende come nei principali centri dell’Isola e non solo vi sia stata una piccola ma significativa presenza ebraica, come un enclave di questo popolo che ha svolto un ruolo significativo nella storia della Sicilia.
Un libro prezioso che si divide in tre parti, di cui la prima di estremo interesse e del tutto originale in ragione che per la prima volta si è avuto accesso agli archivi segreti del Vaticano. Sono stati così resi noti i contenuti di tutti i fascicoli relativi a richieste di aiuto rivolte alla Santa Sede, in numero di circa tremila che sono stati messi in rete. Nello scorrere questi elenchi, l’autore ha verificato come circa venti nomi riguardano i cosiddetti Ebrei di Sicilia, cioè la popolazione di origine ebraica che in un certo qual modo ha intessuto rapporti con l’isola.
Non mancano le soprese, specie per quanto riguarda l’elenco dei “Giusti”, quei non ebrei che hanno aiutato gli ebrei a salvarsi, e tra questi sono annoverati il cardinale Ernesto Ruffini, il diplomatico Antonio Di Stefano e Giorgio La Pira. Appare quasi inverosimile che il cardinale Ernesto Ruffini, distintosi poi per alcune infelici esternazioni, appaia in questo elenco. Tra il 1943 e il 1944 l’allora monsignor Ruffini dimorava in un palazzo di piazza Trastevere, proprietà del Vaticano che godeva dell’extraterritorialità. Il prelato nascose quasi ottanta ebrei e nel libro appare una foto che lo raffigura con gli ebrei salvati, che è stata da spunto per la ricerca condotta dall’autore e che ha trovato conferma del fatto nella documentazione rinvenuta.
Nel libro non mancano i richiami e i riferimenti storici, quando si ricorda come con lo Statuto Albertino gli ebrei e i valdesi vengono autorizzati a entrare e muoversi nel Regno d’Italia e gli ebrei iniziano così a poter circolare in Italia, e a partire dal 1848 la prima grande famiglia che viene a insediarsi a Palermo sono gli Jung. Guido Jung fu imprenditore di successo, deputato e poi unico ministro ebreo nel governo Mussolini, al dicastero delle Finanze. Diede vita all’ICE (Istituto del Commercio Estero) e partecipò all’istituzione dell’IRI e successivamente ricoprì ancora l’incarico di Ministro anche con il governo Badoglio del Regno del Sud. Ma nello scorrere le pagine dell’opera di Hoffmann, si ha una continua e costante scoperta di altri personaggi, uomini che hanno percorso la Storia d’Italia lasciando un segno.
Sulla presenza degli ebrei in Sicilia, poi, vi sono molte notizie false, essendovene stati in numero molto più numeroso di quanto riportato nella statistica ufficiale. E questo in ragione che è impossibile dare una definizione di ebreo, definendosi di volta in volta chi poteva definirsi tale in base alla legislazione italiana. Gli ebrei “ufficiali” in Sicilia erano 202, ma in realtà l’autore ne ha contato circa 300 diffusi nel territorio dell’Isola tra Catania , Palermo e Messina. A Catania la situazione della popolazione ebraica è poco decifrabile, mentre a Palermo è merito dell’autore avere ricostruito le vicende degli studenti ebrei che frequentavano la locale Università degli Studi, subendo le conseguenze negative delle leggi razziali.
Le famiglie ebraiche hanno avuto un ruolo incisivo e rilevante nella società siciliana e alcune famiglie erano legate al commercio come pure al mondo intellettuale. Dopo il 1938 con le leggi razziali, ecco mettersi in atto due tipi distinti di provvedimenti, quello del licenziamento degli italiani ebrei e quello dell’allontanamento degli stranieri ebrei. Una delle caratteristiche peculiari in Sicilia fu infatti la prevalenza di stranieri ebrei, di cui andarono via circa la metà.
Si ricorda poi come, dopo lo sbarco delle truppe alleate il 12 luglio del 1943, viene pubblicata la prima Gazzetta Ufficiale della Regione Siciliana, edita dal Governo alleato, che contiene le prime leggi della Liberazione, e all’art. 7 è presente il primo testo di legge che abolisce le leggi razziali. Ma un altro momento importante a cui non è stato dato adeguato rilevo è quando, nell’agosto dello stesso anno, Radio Palermo trasmette il primo giornale radio della Sicilia libera. E ancora si ricorda come a Palermo una Chiesa protestante metodista venga trasformata in Sinagoga, la prima nell’Europa liberata.
Il libro presenta una notevole ricchezza di ricostruzioni e sono presenti diversi allegati con l’elenco degli ebrei stranieri di Sicilia presenti nelle varie province dell’Isola. Si nominano i docenti di origine ebraica che hanno insegnato nelle Università siciliano nel periodo compreso tra la fine dell’Ottocento ed il 2020 e, per ognuno di questi, vi è la storia di una persona.

L'albero di carrubo. Essere ebrei di Sicilia (1848-2020)
Amazon.it: 17,10 €
© Riproduzione riservata SoloLibri.net
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: L’albero di carrubo. Essere ebrei di Sicilia (1848-2020)
Lascia il tuo commento