

L’altro femminismo
- Autore: Annalisa Terranova e Cristina De Giorgi (a cura di)
- Genere: Politica ed economia
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2025
L’altro femminismo (Eclettica 2025, pagg. 154), che ha come sottotitolo “Spunti di riflessione per un nuovo percorso femminile”, è la raccolta degli atti del convegno organizzato dall’Arsenale delle idee il 16 novembre 2024 a Roma. Tale raccolta è stata curata dalle giornaliste Annalisa Terranova e Cristina Di Giorgi, con la prefazione di Arianna Meloni.
Con gli interventi in questo convegno le organizzatrici hanno voluto dimostrare che il cosiddetto femminismo non ha una sola matrice, cioè di sinistra, ma anche a destra le donne hanno la loro ragione da vendere per la “parità di genere”.
Scrive Arianna Meloni nella prefazione:
Oggi quando si parla di parità di genere ci si riferisce alle donne, al loro diritto ad avere pari condizioni di partenza rispetto agli uomini. Il tema a mio avviso va inquadrato nella cornice più generale del concetto di equità: mettere tutti – donne, uomini, ricchi, poveri, disabili e minoranze discriminate – nella stessa identica condizione di esprimere il proprio talento, di avere la possibilità di liberare le proprie energie. Questo mi pare il presupposto principale di una società fondata sul merito.
E senza alcuna ombra di dubbio dovrebbe essere così. Non ci deve essere distinzione tra uomo o donna, ma tra merito o no. Se ha merito, una donna deve andare avanti e non essere sorpassata da un uomo perché tale.
La società di oggi ha molte donne in vista sia nella Magistratura, sia nelle Società partecipate dallo Stato, ma soprattutto una donna, dopo 76 anni, a Palazzo Chigi. Ed ecco che le relatrici, al suddetto convegno del 16 novembre 2024, ognuna nel loro campo di azione, hanno illustrato gli svariati aspetti del mondo femminile che avanza. Ne segnalo alcuni. Particolare è il contributo della docente Simonetta Bartolini sulla storia linguistica del come denominare, tra l’altro, una donna nelle svariate professioni (medica o medico, avvocata o avvocato). Quindi quello attento e preciso della giornalista Brunella Bolloli sul “mainstream e le donne (di destra) di serie B”, in cui le donne in politica hanno conquistato il ruolo con le loro sole forze. Ecco quello della psicoterapeuta Nausica Cangini su “La violenza delle relazioni intime: una lettura integrata tra scienza e narrazioni polarizzate”, dove ci illustra come vengono fuori i femminicidi di cui purtroppo siamo attualmente abituati. Situazioni di degrado, amori tossici, alcool e sostanze, situazione economica e sociale modesta. Magistrale è il contributo di Cristina De Giorgi sulla famosa giornalista Gianna Preda, che considerano la “Oriana Fallaci” della destra. Molto interessante è anche il contributo dell’altra curatrice, Annalisa Terranova, su “Dove sta il vero femminismo?”, nel quale affronta il fattore se esiste una sensibilità femminile anche a destra.
Secondo me non bisogna assolutamente parlare di tabù per le donne, che vanno valorizzate solo ed esclusivamente perché sono donne. Ma per le donne la carriera innanzitutto è ancora indietro anche se iniziamo a vederne, come dicevo poc’anzi, qualcuna in posti chiave. Ma quando Presidente della Repubblica? Quando Generale o Ammiraglio Capo di S. M.? E questo saggio è sicuramente un piccolo originale contributo a tutto ciò. Alla donna perché donna.
Concludo con due concetti tratti dal libro in oggetto.
Dove si levano le parole d’ordine del neofemminismo radicale là c’è spazio per ribadire che l’idea di donna non è un prodotto del patriarcato e che l’idea di natura è la grande metafora che ha guidato il nostro modo di conoscere e di pensare per secoli. E non è affatto rivoluzionario abbandonarla ma piuttosto pericoloso e controproducente.
e
[…] per valorizzare le donne (la mossa N.d.A.) è proprio quella di non dividerle in gruppi di serie A e di serie B. Insomma, non si segua la narrazione faziosa del mainstream. Tale classificazione, infatti, è frutto di un furore ideologico e di una visione di parte (sinistra) ed è proprio ciò che meno ci aiuta nella strada verso una compiuta realtà.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: L’altro femminismo
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