Nei prossimi mesi i cittadini europei saranno chiamati alle urne per il rinnovo del Parlamento Europeo.
I partiti e i loro leader saranno alla ricerca dei voti per vincere le elezioni, offrendo all’elettore promesse e doni al fine di ottenere consenso e credibilità.
Non sempre però quelle promesse saranno mantenute, alcune saranno menzognere. Il tema dell’inganno e della menzogna è un tema antichissimo, ma oggi è ancora più importante perché riguarda i beni della democrazia e della libera e corretta informazione ai tempi delle fake news e del possibile uso distorto dell’Intelligenza Artificiale.
Le bugie o, piuttosto, una verità addomesticata, proferita paradossalmente per garantire il bene comune, sono uno dei metodi e degli strumenti per ottenere il consenso.
Si può usare l’arte della menzogna senza dire necessariamente bugie?
La menzogna è utile agi uomini solo sotto specie di farmaco (...) Quindi ai capi della città (…) si conviene mentire per causa dei nemici o dei cittadini, a vantaggio della città stessa.
Così scrive Platone nel “Libro III” della Repubblica.
Sempre in Platone, la menzogna, attraverso la mimesi (imitazione), serve a edificare lo stato ideale, che purtroppo è solo una copia sbiadita della stessa idea di Stato ideale.
Sant’Agostino nelle Morali Pastorali asserisce che:
Non è lecito mentire per procurare ad alcuno la salvezza.
Machiavelli, l’autore de Il Principe, sostiene che il governante deve essere in grado di utilizzare tutti i mezzi necessari per mantenere il controllo sulla sua posizione e sulla società, tra cui la manipolazione, la corruzione e la menzogna.
Tommaso Campanella, l’autore de La città del sole, scrive che:
Bello è il mentir, se a far gran bene si truova.
Ma a partire dal Secolo dei Lumi, è possibile definire metodo e regole della menzogna politica? Chi è il mentitore? Quali sono i suoi vantaggi? Per quale ragione gli uomini credono alle menzogne?
La menzogna in politica è deformazione o necessità? O entrambe?
L’arte della menzogna politica di Jonathan Swift
Link affiliato
A queste domande cerca di dare risposta Jonathan Swift (1667–1745), l’autore del famoso romanzo allegorico I viaggi di Gulliver (1735).
Considerato uno dei maestri della prosa satirica, nel 1710 pubblica il piccolissimo e singolare saggio L’arte della menzogna politica (Ibis, 1995), anticipando ciò che filosofi, sociologi e politologi nel Novecento hanno poi implementato con le tecniche di manipolazione di massa.
Secondo alcuni storici e critici quell’operetta morale, suddivisa in due brevissimi testi, sarebbe stata scritta invece - o con la complicità in una sorta di specchio narrativo - dall’amico John Arbuthnot.
Nel primo testo l’autore (forse Swift?) esordisce dicendo che:
Il diavolo è padre delle menzogne e fu bugiardo fin dall’inizio (…) e il primo uso che egli ne fece fu puramente politico, volto a minare l’autorità del suo principe e a distogliere un terzo dei sudditi dalla loro ubbidienza” e più avanti afferma che “la menzogna è, in uno stato, l’estremo sfogo di una fazione terrena (…) applicando quest’arte alla conquista del potere e alla sua conservazione, come pure alla vendetta dopo che il potere lo si è perso (…). Una menzogna politica nasce a volte dalla testa di uno statista che è stato cacciato via e quindi viene messa in circolazione per essere alimentata e viziata dalla gente.
Secondo Swift:
La superiorità del suo genio consiste solo ed esclusivamente in un’inesauribile riserva di menzogne politiche, che egli prodigalmente distribuisce non appena apre bocca, e che con incomparabile generosità dimentica e conseguentemente contraddice nella mezz’ora successiva.
Questa frase del 1710 è così attuale se compariamo la narrazione, veicolata dai social network, dei politici contemporanei quando si fanno burla della credulità dei cittadini. Ciò che scrive Swift è ancora più incisivo, infatti:
Come il più infimo scrittore ha i suoi lettori, così il più grande bugiardo ha i suoi creduli.
Il secondo testo de L’arte della menzogna politica, attribuito a J. Arbuthnot, è una sorta di indice ragionato di un’opera non ancora scritta di due volumi.
Il primo, dal titolo Proposal (proposte), è composto da undici capitoli.
Argutamente l’autore afferma che tale opera:
Potrebbe giustamente ambire a un posto nell’Enciclopedia, specialmente in quanto serve da modello di educazione per un politico abile.
Nel I capitolo si ragiona filosoficamente sulla natura dell’anima umana e su quelle qualità che la rendono suscettibile di menzogna. Nel II cap. si parla della natura del mentire politico definita come l’arte di convincere il popolo di salutari falsità per qualche buon fine. Nel III capitolo si tratta della legittimità della menzogna politica. Nel IV capitolo ci si domanda se il diritto di coniatura delle menzogne politica competa esclusivamente al Governo. Nel V cap. le menzogne sono suddivise in diverse specie e classi.
Nel VI cap. si tratta il miracoloso, ossia le menzogne terrificanti e le menzogne rincuoranti o incoraggianti. Nel VII l’attenzione è rivolta al partito più capace nell’arte della menzogna politica. Nel VIII l’autore propone di riunire le tante piccole corporazioni di mentitori in un’unica Società costituita dai capi di ciascun partito.
Nel IX capitolo ci s’interroga sulla velocità e la durata delle menzogne. Nel X ci si sofferma sulle caratteristiche delle menzogne.
Infine nel XI capitolo l’autore si domanda:
Se una menzogna sia contraddetta meglio dalla verità o da un’altra menzogna.
Hannah Arendt e le bugie sul Vietnam
Link affiliato
Negli anni Settanta la filosofa ebrea Hannah Arendt, prendendo spunto da alcuni documenti riservati del Dipartimento della difesa USA che ammettono l’inutilità dell’impegno americano in Vietnam, con il saggio La menzogna in politica: Riflessioni sui Pentagon Papers (Marietti, 2006) fa una riflessione sulla natura della politica e sul suo rapporto con la verità.
Secondo la Arendt la menzogna è insita nella stessa azione politica:
Ci troviamo di fronte a degli individui che hanno fatto del loro meglio per conquistare la mente della gente, ovvero per manipolarla.
I diritti della verità di Franca D’Agostini
Link affiliato
In una democrazia ciascuno può dire quello che vuole. Ma le “libere espressioni” non sono tutte uguali. Alcune sono infondate sul piano empirico. Altre sono incoerenti, fallaci o contraddittorie. Inoltre, nei dibattiti pubblici c’è chi è sincero e c’è chi mente, questa è l’opinione del politologo M. Ferrera e della filosofa Franca D’Agostini.
Che cosa significa vero?; Che cos’è la menzogna?; Le buone menzogne non sono menzogne o non sono buone; Modi di mentire si domanda Franca D’Agostini nei quattro capitoli del suo saggio Menzogna (Bollati Boringhieri, 2012 ), autrice di Verità avvelenata. Buoni e cattivi argomenti nel dibattito pubblico (Bollati Boringhieri, 2010) e insieme a Maurizio Ferrera di La verità al potere. Sei diritti aletici (Einaudi, 2019)
Immaginando che nel mondo domini la menzogna, le insidie che assediano quotidianamente la verità – nel discorso pubblico, nella politica, nella capacità stessa di ragionare in modo onesto – emanano da essa con una forza che tende a scardinare le basi della convivenza civile.
Scrivono D’Agostini e Ferrera:
Se l’uso corretto del concetto di verità è un bene collettivo, sembra opportuno oggi considerare l’introduzione di garanzie formalizzate (un quadro di diritti/doveri) per contrastare le “sofferenze” aletiche, appunto, derivanti da informazioni false e manipolatorie oppure dal mancato riconoscimento pubblico di verità collettive e individuali.
Franca D’Agostini ha proposto un primo elenco di possibili “diritti aletici” (al greco alètheia = verità intesa come svelamento, rivelazione. Termine differente dal concetto romano di veritas ), riferiti a tre diverse sfere politicamente rilevanti.
A differenza della verità, unica, indifesa (“nuda veritas”), la menzogna indossa mille abiti: da quello del filosofo a quello del teologo, da quello del poeta a quello dello scienziato.
© Riproduzione riservata SoloLibri.net
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: L’arte della menzogna in politica: da Jonathan Swift a Franca D’Agostini
Naviga per parole chiave
Approfondimenti su libri... e non solo Politica ed economia News Libri Storia della letteratura
Lascia il tuo commento