

L’arte di prender marito
- Autore: Paolo Mantegazza
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2025
Paolo Mantegazza, nato nel 1831, fu fisiologo, neurologo, antropologo e senatore della Repubblica per dieci anni, vicino al pensiero di Darwin. Non aveva molto tempo libero. Nondimeno, invece di riposare scrisse un libro dal titolo L’arte di prender marito (Bibliotheka edizioni, 2025, note di lettura di Stefania Coco Scalisi), come se avesse visto, prima di tutte quelle specialità mediche, un marito che insegna alle ragazze come prendere un uomo per diventare moglie e madre.
Niente orientamento sessuale, né lo smalto rosso sulle dita di un diciottenne, né ragazze tatuate, salvando solo il volto e nemmeno quello. D’altra parte era neurologo nell’Ottocento, fra le tante altre professioni, e pur se affascinato dal darwinismo Mantegazza era molto sicuro di una cosa: sul pianeta Terra ci sono uomini e donne e bisogna accoppiarli per aumentare la specie. Punto. Mai avrebbe pensato nella sua intelligenza di scienziato che decenni dopo decenni, fino a ora, ci sarebbe stato il problema del "non binario" come genere, persone che non si riconoscono né nel maschile, né nel femminile. A saperlo, Mantegazza avrebbe scritto perché le formiche camminano a file.
All’inizio di questa novella, che non resterà immortale, Emma deve trovare marito entro e non oltre i trent’anni. A trentuno, se si aveva un fratello e una cognata, sarebbe diventata la zitella che aiutava nei servigi e si prendeva cura dei bambini. In caso fosse stata figlia unica o con fratelli e sorelle lontani, sarebbe finita col fare da badante ai genitori. Quindi sposarsi era una cosa molto seria e importante: le donne col corredo bianco e un po’ di dote, i futuri mariti, se non avevano un impiego, dovevano avere terreni e mezzadri.
Il bello del testo è che fa brevi capitoletti su ogni papabile marito. Quello fannullone, per carità, non fa niente, non ha un impiego e nemmeno terreni. Il marito libertino andrebbe bene se fosse ricco, perché in altri contesti sarebbe esiziale per il decoro della moglie. Il marito politico sarebbe sempre fuori e alle cene porterebbe con sé i suoi sodali; mancherebbe il pettegolezzo degli altri politici dello stesso gruppo. Il marito artista, uno strazio se non vende i suoi quadri, e il marito letterato che si perde tra i libri e comincerebbe con la lagna di voler scrivere e pubblicare un testo mai scritto finora.
Lo stile è umoristico e non comico, perché dietro queste chiacchiere scritte che ti lasciano ridere e riflettere c’è il problema di quei tempi: non puoi divorziare legalmente. Dopo anni, però, di Sex and the City, dove quattro donne abbienti possono cambiare uomini in quasi ogni puntata, ci scandalizzerà mica Paolo Mantegazza, si chiede la curatrice del libro Stefania Coco Scalisi?
Il problema maggiore è la felicità degli esseri umani dei personaggi di allora, che sembrano che vogliano solo sposarsi e una vita serena. Beati loro.

L'arte di prender marito
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