L’aspra stagione
- Autore: Tommaso De Lorenzis e Mauro Favale
- Genere: Storie vere
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Einaudi
- Anno di pubblicazione: 2012
Prendi un pezzo di vita di un giornalista d’assalto degli anni Settanta, un cronista da marciapiede come ne sono rimasti pochi, e scrivici sopra un ottimo libro. E’ ciò che hanno fatto due giovani autori: Tommaso De Lorenzis e Mauro Favale. Il giornalista? Carlo Rivolta. Il libro? L’aspra stagione, edito da Einaudi (2012).
Questa è una storia di vita, specchio fedele dei tempi in cui le piazze diventavano arene di duri scontri tra polizia e manifestanti, anni in cui il piombo colpiva alle gambe o volava ad alzo zero su magistrati, forze dell’ordine, giornalisti, militanti politici, civili innocenti.
Anni di crisi economica e politica - corsi e ricorsi storici di vichiana memoria? - in cui la disperazione di un’intera generazione, senza un grande futuro davanti a sé, si annientava perdendosi nel terrorismo o nell’eroina.
Carlo Rivolta (classe 1949), giovanissimo e talentuoso reporter, lavorò per Paese Sera, la Repubblica (uno dei primi ad entrarvi quando il giornale fu fondato da Scalfari nel 1976) e Lotta Continua.
Impegnato nel giornalismo d’inchiesta, raccontò dalla strada il turbolento movimentismo del ’77. A rischio di prendersi qualche manganellata o, peggio, un proiettile vagante, Rivolta testimoniò l’Italia degli scontri a colpi di spranga e degli attentati, pane quotidiano per la stampa di allora: a volte anche in presa diretta, come nell’episodio della contestazione da parte di gruppi violenti della sinistra extraparlamentare (leggi Autonomia Operaia e indiani metropoltani) al segretario della Cgil Luciano Lama, alla Sapienza di Roma, durante un comizio il 17 febbraio 1977.
Suo fu il primo articolo a caldo, pubblicato su Repubblica, su quanto accadde in via Fani a Roma, quando le Brigate rosse rapirono Aldo Moro dopo averne trucidato la scorta.
Rivolta si occupò molto anche del mercato dell’eroina in via di espansione sulla piazza di Roma, a cavallo tra gli anni ’70 e ’80, con inchieste rischiose a stretto contatto con chi spacciava o si bucava. Egli stesso, poi, divenne un tossicodipendente, e fu proprio l’eroina a finirlo, poco più che trentenne, durante una crisi di astinenza.
L’aspra stagione è il resoconto di un frammento biografico di un giovane cronista di sinistra, di quella parte più radicale e contestataria del sistema e quindi schierato, ma onesto di fronte alla verità, mai fazioso da spingerlo a vedere il male soltanto in un’unica direzione. Rivolta rischiava in prima persona per le proprie idee: infatti, non condivise la linea della fermezza di Repubblica durante il sequestro Moro, guadagnandosi così molte antipatie tra i colleghi. Rivolta non risparmiò critiche a quella sinistra più dura che credeva di capovolgere il mondo ricorrendo alla violenza. Divenne bersaglio anche per gli stessi brigatisti rossi.
Soprattutto, però, fu una persona libera di scrivere ciò che intuiva e vedeva in quella stagione di rivendicazioni, di aspettative e di tanto sangue versato.
Rivolta, inoltre, firmò articoli importanti su eventi drammatici quali il terremoto in Irpinia e la morte a Vermicino del piccolo Alfredino Rampi.
Nonostante questo, il suo nome è rimasto sconosciuto ai più - io stesso, prima di leggere il libro, non ne avevo mai sentito parlare. Un “cane sciolto” non abituato a pensare per conto terzi, non allineato al conformismo di certi ambienti paludati del giornalismo capitolino.
Carlo Rivolta era un ottimo inviato, coraggioso, passionale, innamorato del proprio lavoro, capace di far rivivere al lettore ciò che accadeva per strada sotto i suoi occhi ed esemplari sono alcuni suoi pezzi riproposti su queste pagine dagli autori. Un testimone di una stagione difficile meritevole di essere ricordato.
L'aspra stagione
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