L’ultima profezia 2012. Il testamento Maya di Steve Alten

La fine del mondo è vicina e avverrà il 4 Ahau, 3 Kankin, ovvero il 21 dicembre 2012! Questo è quello che hanno profetizzato i Maya ben 2500 anni fa.

Dominique Vazquez è una giovane psicologa e, durante il tirocinio, le viene affidato un paziente molto particolare e difficile: si tratta di Michael Gabriel, rinchiuso in un ospedale psichiatrico da 11 anni per aver aggredito e ferito gravemente un uomo, colpevole di aver ridicolizzato e causato la morte del padre durante una conferenza stampa. Ma chi è il padre di Michael? E’ Julius Gabriel, un archeologo che aveva dedicato tutta la vita allo studio delle civiltà precolombiane e alla ricerca di un segreto che lega fra di loro la Grande Piramide di Giza, i megaliti di Stonehenge, la Piramide del Sole a Teotihuacàn e i templi indù di Angkor Vat in Cambogia. Era convinto che queste costruzioni non fossero state realizzate a scopo religioso ed era arrivato a teorie alle quali non credeva nessun esponente della comunità scientifica.

Dominique si farà coinvolgere anche sentimentalmente da Michael e lo aiuterà a scappare dall’ospedale perché c’è una missione da compiere: evitare che si realizzi l’ultima profezia dei Maya, e ormai manca poco. E’ una corsa contro il tempo, riusciranno nel loro intento?

Steve Alten ha miscelato archeologia, tecnologia e fantascienza in maniera magistrale. Infatti, mentre stiamo leggendo una pagina di diario di Julius in cui si descrivono in maniera dettagliata e precisa le più grandi civiltà del passato e le loro costruzioni, ci troviamo catapultati alla NASA ad osservare ed analizzare i segnali provenienti dallo spazio (non mancano le descrizioni degli strumenti ipertecnologici), per poi ritrovarci in un sommergibile in Florida a scandagliare le profondità di un bacino e di nuovo in qualche luogo del passato come la piana di Nazca in Perù. Alla fine è tutto collegato, ma come? Non voglio svelare niente per non togliere il gusto delle sorpresa. E poi… chi ci dice che non sia tutto vero?