La bambina che amava troppo i fiammiferi
- Autore: Gaétan Soucy
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Marcos y Marcos
- Anno di pubblicazione: 2019
Lo scrittore canadese francofono Gaétan Soucy mancato precocemente nel 2013, ha raggiunto il successo soprattutto dopo aver ricevuto il Grand Prix du Roman de l’Académie de Lettres du Québec, che lo ha consacrato come lo scrittore più letto e tradotto del suo Paese. Attraverso l’ardua traduzione in italiano di Francesco Bruno, che ha dovuto affrontare, credo, una prova davvero difficile, possiamo leggere il romanzo, "La bambina che amava troppo i fiammiferi", pubblicato da Marcos y Marcos, difficile da iscrivere in un genere prestabilito. La voce narrante è quella di una ragazza che parla di sé al maschile, senza articoli, senza nomi propri, armata di una matita, di un incunabolo, del suo linguaggio rozzo, arcaico, ma anche colto e raffinato. Lei e suo fratello vivono in uno strano enorme castello semidiroccato, circondato da una folta pineta, lontano dal mondo civile, con un padre tirannico e crudele, spesso violento e conducono una non vita, si nutrono poco, bevono vino “a garganella”, lei legge indefessamente quanto trova nella biblioteca del castello, Saint Simon, Spinoza e i romanzi cavallereschi che costituiscono l’unica fonte di informazione.
Mio fratello ed io abbiamo dovuto prendere l’universo in mano una mattina poco prima dell’alba perché papà era spirato all’improvviso… Senza papà non sapevamo far niente. Da soli, riuscivamo a malapena a esitare, esistere, aver paura, soffrire.
Questo è l’incipt del romanzo, insolito, fantastico, sorprendente, pieno di segreti orrendi che saranno svelati con leggerezza nelle ultime pagine di questa storia tenera, ma anche tragica. Una vicenda di non famiglia, di non amore, di sopraffazione, di abuso, alla quale la protagonista cerca di resistere dandosi una ragione di quanto ha vissuto fino alla morte del padre. C’è un luogo segreto dove si custodisce qualcosa di innominabile, del quale solo la narratrice-scrittrice potrà occuparsi e dar conto a se stessa. Parole ricorrenti nel libro: catalessina, giusto Castigo, gonfiori, cammello a coda, dizionari, soissons, puttane, hanno un significato che solo leggendo il libro si riescono a decifrare, come pure sorprendono ed incuriosiscono i tanti giochi di parole e le tante trappole linguistiche che il traduttore ha dovuto affrontare. L’accattone, la tonaca, l’ispettore minerario, il principe, il cavaliere, personaggi che irrompono nella vita dei due solitari fratelli e che lei, gonna lunga, capelli massacrati da un taglio annuale del padre, identifica come nemici o come amanti, ignorando tutto del normale modo di vivere e della convivenza civile.
I fiammiferi del titolo alludono ad un incendio purificatore, altamente simbolico, che distrugge la biblioteca del castello, ma forse alcuni dei libri sopravviveranno e saranno risparmiati,
Sono duri a morire i dizionari, come se niente fosse hanno la calma cocciutaggine del legno da cui sono nati, gli alberi non potevano farci regalo più bello.
La bambina che amava troppo i fiammiferi
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