La cacciatrice di storie perdute
- Autore: Sejal Badani
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Newton Compton
- Anno di pubblicazione: 2019
Le vicende del romanzo La cacciatrice di storie perdute di Sejal Badani (Newton Compton, 2019 traduzione italiana di Valentina Legnani e Valentina Lombardi) iniziano a New York nel 2000. Nel suo ufficio, Jaya legge notizie sull’aborto. Tra le mani ha l’ecografia di suo figlio, in testa solo terrore. Sta accadendo di nuovo: ha appena avuto delle perdite; per la terza volta il suo corpo sta rifiutando la vita.
Fino a poco prima che decidessero di diventare genitori, lei e Patrick erano felici: giornalista lei, avvocato lui, vivevano una storia d’amore da fare invidia a chiunque. Poi erano cominciati gli aborti e si erano ritrovati incapaci di affrontare il dolore. Il terzo segna il punto di rottura definitivo del loro matrimonio.
Proprio in quei giorni, mentre si trova a casa dei genitori, Jaya apprende la notizia che il nonno materno sta per morire e desidera incontrare la figlia per l’ultima volta.
La madre di Jaya ha lasciato l’India, il suo paese d’origine, subito dopo il matrimonio e non vi ha più fatto ritorno. Anche stavolta si rifiuta di andare perché col padre non vuole avere nulla a che fare. Jaya non capisce, le fa domande, ma come sempre si scontra contro un muro. La decisione arriva improvvisa: andrà lei al posto della madre, incontrerà un nonno che non ha mai conosciuto ma, soprattutto, si allontanerà da una vita che non riesce più a gestire.
L’India la stordisce con la sua miseria, il caldo, la confusione. Ma a sconvolgerla sarà soprattutto la storia che apprenderà una volta giunta a casa del nonno. Qui, il servitore Ravi, le racconterà la vita di Amisha, la nonna morta tanti anni prima, quando era solo una ragazza.
La vicenda comincia negli anni trenta, durante il colonialismo britannico e si svolge in un paese in cui il destino di ogni individuo sta scritto sulla fronte, in cui tradizione e religione regolano ogni momento della vita; sono la vita stessa. Un’India in cui nascere donna è quasi una sventura, esserlo fino in fondo una condanna.
Ma per Amisha tutto ciò non ha senso:
«Jay». Amisha si inginocchiò e prese la mano di suo figlio nella sua. «Le donne e gli uomini sono fatti nello stesso modo». Cercò le parole giuste per aiutarlo a capire. «Tu hai due braccia e due gambe, proprio come me». Agitò gli arti facendolo ridere. «Tu hai due occhi, un naso e una bocca. E anche io». […] «Tu hai un cuore e io ho un cuore» […]. «Siamo uguali».
Lei vuole studiare, capire, scrivere. Immaginare di essere ovunque, libera, senza rinunciare però alle proprie tradizioni. La sua è una fiaba al rovescio, che comincia con un matrimonio, senza principe e con una principessa-ragazzina che non visse “per sempre” ma riuscì comunque a essere “felice e contenta”, anche se per poco tempo e a modo proprio.
I personaggi che appaiono accanto alla protagonista non potrebbero essere più distanti l’uno dall’altro: è proprio questa diversità il motore narrativo dell’azione. L’incontro-scontro tra caste, culture e generi è reso con un tono semplice, quasi fosse filtrato dalla coscienza di una bambina. E in fondo, Amisha all’inizio lo è e per certi versi, con la sua incapacità di accettare il male, lo resta.
La cacciatrice di storie perdute è un romanzo che con tono leggero racconta una storia che leggera non è; ne viene fuori una lettura scorrevole e interessante, che offre spunti di riflessione senza mai scadere nel piatto moralismo.
Sejal Badani, con questo libro, denuncia senza accusare, emoziona con delicatezza, ma soprattutto, spinge il lettore a guardare oltre ogni tipo di appartenenza.
Proprio in quel momento, si rifiutava di appartenere a coloro che avevano rivendicato un diritto di proprietà su di lei. Non al padre e alla madre che l’avevano generata e scelto il compagno con cui lei avrebbe dovuto passare il resto dei suoi giorni. Non al marito al quale era stata ceduta allo scopo di procreare e mandare avanti la sua casa. Non alle aspettative che le erano state inculcate. Per una notte lei sarebbe appartenuta a sé stessa.
La cacciatrice di storie perdute
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