La congiura dei suicidi
- Autore: Petros Markaris
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: La nave di Teseo
- Anno di pubblicazione: 2022
Somiglia a Simenon? A Camilleri, a cui peraltro Petros Markaris dedica il romanzo La congiura dei suicidi (La nave di Teseo 2022, traduzione di Andrea Di Gregorio)? Qualche spunto di vicinanza con i due grandi autori è possibile trovarlo nelle pagine del libro: la quotidianità familiare, la presenza discreta della moglie, i cibi e le loro ricette... Ma il personaggio del commissario ateniese Kostas Charitos è assolutamente originale, come lo è il contesto in cui lo scrittore ha posto la sua trama: la pandemia di coronavirus che ha sconvolto la vita di tutti noi europei, imponendoci restrizioni alla libertà a cui siamo abituati da decenni, e che ha avuto gravi conseguenze sulla psiche di molti cittadini.
La pandemia viene raccontata da Markaris con intelligenza, quella che gli consente di mettere insieme una trama di suicidi che sconvolgono la capitale greca durante il confinamento dovuto ai contagi con un altrettanto grave disagio sociale che proprio per la pandemia subisce una forte accelerazione. Tre novantenni di modesta origine si danno la morte in diversi quartieri della città a cui seguono altrettante lettere autografe delle vittime che vengono immediatamente messe in rete divenendo di pubblico dominio; non è un reato, pensa il commissario, tuttavia è una stranezza da indagare.
Comincia così una meticolosa indagine che conduce anche nei distretti intorno alla città, che il nostro Charitos percorre su una scassata Seat, alla ricerca di tracce che svelino lo strano succedersi dei suicidi che si firmano come appartenenti a una congiura. In temi di complotti che la nostra attualità non ci risparmia, Petros Markaris racconta una storia incredibile e allo stesso tempo di estrema attualità: siti internet coperti, truffe informatiche, server bloccati, giovani su motociclette potenti che congiurano/complottano/ordiscono trame omicide in nome di una presunta libertà che la pandemia ha sottratto loro e che le autorità politiche cavalcano per ridurre i cittadini a greggi manipolabili.
C’è dunque nelle pagine del romanzo una critica politica e sociale di notevole spessore, unita però alla grande umanità, alla profonda affettività che si respira nella casa del commissario, e che pervade i rapporti familiari e amicali. La moglie Adriana, cuoca sopraffina e nonna impagabile del piccolo Lambros, l’amatissimo nipote che la mamma Caterina, avvocato in carriera, e il padre Fanis, medico impegnato in corsia, affidano spesso ai nonni e ai loro amici. Mascherine, igiene, cambio d’abito quando si torna a casa fanno da sottofondo alla vita quotidiana di questi personaggi ben costruiti, che si muovono nel caotico traffico ateniese, con le volanti che percorrono incessantemente i quartieri alla ricerca di chi attenta ai furgoni che consegnano i vaccini, unico vero presidio di salvezza contro il virus dilagante.
Markaris ha scritto un romanzo davvero attuale, pieno di risvolti psicologici e di dettagli anche minimi che registrano “l’amore al tempo del coronavirus”, se si vuole parafrasare un celeberrimo romano di Garcia Marquez, e che ci fanno riflettere su un tempo che non è ancora dietro di noi, e che è riuscito a cambiarci, in peggio, una serie di punti fermi che avevamo creduto intoccabili. Generazioni che si confrontano, vecchi militanti che hanno subito una feroce dittatura si trovano di fronte a trentenni arroganti, ignari della storia e del loro stesso passato. La congiura dei suicidi è un libro coinvolgente, intelligente, a tratti leggero, ma pieno di riflessioni con cui fare i conti: siamo in Europa, ci riguardano le implicazioni che lo scrittore mette in campo, di cui tutti siamo stati testimoni.
La congiura dei suicidi (Le indagini del commissario Kostas Charitos Vol. 17)
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