La febbre di Trump. Un fenomeno americano
- Autore: Mattia Ferraresi
- Genere: Politica ed economia
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Marsilio
- Anno di pubblicazione: 2016
Quando in passato si pensava a Donald Trump, la gente d’America rideva come se si parlasse di un fenomeno da baraccone dal glamour televisivo, conquistato con battute sessiste e arroganti. Da quando è seriamente impegnato nella campagna presidenziale come l’uomo da battere, nessuno ha più voglia di ridere.
Sono finiti i tempi di The Apprentice e dei suoi altri reality show campioni d’ascolto, di quando lo squalo Donald, con tanto di telecamera, diceva: "Sei licenziato".
Donal Trump è stato un bambino molto amato da entrambi i genitori ma, soprattutto, dal padre Fred che gli ha insegnato l’importanza di avere un lavoro che gli desse tanti soldi, tantissimi dollari. Lavorare duro negli Stati Uniti non basta: anche fare il cameriere è un lavoro faticoso ma sei vinto in partenza, perché non hai tenuto conto che lo scopo del maschio americano è quello di essere ricco.
Poi, quando hai raggiunto il tuo scopo, ti puoi rilassare facendo una "dolce vita" tra mogli bellissime, case sontuose, macchine spericolate. Un pascià.
La prima moglie di Trump è stata Ivana, donna agguerrita e seducente, che al momento del divorzio lo ha lasciato senza camicia. Noi italiani conosciamo bene la signora, per via del format televisivo L’isola dei famosi (in inglese The Survivor), dove è stata per ben due notti, sostanzialmente per riprendersi il marito gigolò, di trent’anni più giovane.
Anche Donald, che fino adesso, ha avuto tre mogli, si è sempre accompagnato a donne giovanissime e capaci, che gli hanno dato figlie dall’immenso talento mediatico, come Ivanka.
Ora, però, basta scherzi. Trump potrebbe diventare il prossimo presidente degli Stati Uniti. I motivi della fiducia riposta in lui dall’elettorato americano repubblicano: dare valore al lavoro, vivere una vita godereccia, non preoccuparsi del terrorismo internazionale. Un arrogante populismo becero secondo il quale gli americani devono potersi curare negli ospedali, anche se non hanno la polizza assicurativa, basta che lavorino sodo (di qui l’ossessione di Trump contro i professori, i perditempo, i lettori delle università, tutti parassiti pagati con le tasse della working class a stelle e strisce) ma, al contempo, devono tutti poter avere un’arma in casa.
Fa spavento quanto Trump odi le persone colte, quelli che parlano bene nella sua New York. I pilastri della sua filosofia politica sono il carrierismo sfrenato, l’anti-intellettualismo, la sopportazione degli immigrati di ultima generazione, il sessismo e un maschilismo dichiarato.
Mattia Ferraresi con “La febbre di Trump. Un fenomeno americano” ci spaventa, perché ci fa capire che per nessun motivo Trump deve vincere alle prossime elezioni. Un libro da leggere. Subito!
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