La finestra di Leopardi
- Autore: Mauro Novelli
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Feltrinelli
- Anno di pubblicazione: 2018
“Viaggio nelle case dei grandi scrittori italiani” è il sottotitolo del volume “La finestra di Leopardi” (Feltrinelli 2018) di Mauro Novelli, professore di Letteratura e Cultura nell’Italia Contemporanea presso l’Università Statale di Milano, dove coordina il Master in Editoria promosso insieme all’Aie e alla Fondazione Mondadori. Novelli, Vicepresidente del Centro Nazionale Studi Manzoniani, è autore di volumi e saggi in ambito otto-novecentesco.
Che cosa cerchiamo, che cosa troviamo nelle case degli scrittori? Cosa speriamo di portarci via, che non sia in vendita?
Ovviamente gettare uno sguardo sulla vita privata di personaggi celebri è tanto intrigante quanto coinvolgente. Nei corridoi di queste abitazioni, nelle camere, negli oggetti un tempo appartenuti a chi non c’è più, ma vive ancora nei libri che scrisse semmai secoli fa, il silenzio parla. Il visitatore cammina in punta di piedi a Palazzo Leopardi a Recanati, si affaccia dalla finestra della biblioteca del Conte Monaldo, dove Giacomo e sua sorella Paolina, chini sui libri, studiavano. Il visitatore è emozionato per aver ritrovato in piccole cose, un pettine, un ninnolo o un vetusto paio di occhiali, tracce del proprio poeta preferito. È un piccolo mondo antico che ci parla del passato, ma che sentiamo a noi vicino.
Novelli, in quest’ammaliante saggio compie un viaggio a metà tra il sentimentale e l’ironico attraverso i luoghi e le dimore, ville eleganti, palazzi nobiliari, appartamenti dignitosi, umili case contadine, castelli arroccati su una rupe, celle di prigioni e persino vagoni ferroviari di autrici (Alda Merini, Elsa Morante e Grazia Deledda) e autori del nostro Paese. Proseguendo nella lettura, il testo diventa rivelatore, specchio della secolare cultura letteraria italiana autentico patrimonio nazionale.
Dalle Langhe che diedero i natali a Cesare Pavese, nato nel 1908 in una casa poco fuori Santo Stefano Belbo, “dove Langhe e Monferrato si danno la mano, solo per combinazione”, fino ad arrivare in via Sant’Anna 8 a Catania, dove sorge il palazzo tardo settecentesco di famiglia, nel quale Giovanni Verga trascorse l’infanzia e l’ultima parte della sua esistenza, ora diventato Casa Museo. Dalle carceri degli scrittori, Torquato Tasso a Sant’Anna a Ferrara, “non una casa, ahilui, ma la cella dove l’autore dell’Aminta fu lasciato lunghi anni a stagionare dal duca Alfonso II d’Este”, Giacomo Casanova e Silvio Pellico ai Piombi di Venezia a Casarsa, paese di Susanna Colussi, madre di Pier Paolo Pasolini, che lasciò “donzel” la rugiada della pianura friulana per cercare fortuna nella Capitale. Nell’”Amata e odiata” Roma Pier Paolo Pasolini incontrò Alberto Moravia, celebre fu la loro sodale amicizia. Alberto Pincherle pseudonimo di Alberto Moravia, l’uomo che con i suoi romanzi aveva demolito convenzioni e ipocrisie borghesi suscitando infinite polemiche, morì alla fine dell’estate del 1990 nel suo attico con il terrazzo a forma di prua situato sul Lungotevere della Vittoria al n. 1, divenuto da alcuni anni Casa Museo per volere di Dacia Maraini e Carmen Llera Moravia. Il 26 settembre, la mattina presto, mentre si radeva, Moravia morì e quella morte improvvisa gli impedì di vedere non solo la prima copia dell’autobiografia scritta con Alain Elkann, che doveva arrivargli poco più tardi, ma soprattutto osservare le foglie morte cadere dai platani nell’incipiente autunno romano.
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