La pienezza della vita
- Autore: Wilhelm Schmid
- Genere: Filosofia e Sociologia
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Fazi
- Anno di pubblicazione: 2018
È di Wilhelm Schmid, filosofo e professore presso l’Università di Erfurt e di Tbilisi, l’opera “La pienezza della vita” (Fazi, 2018) saggio filosofico, diviso in quattro parti così come le stagioni dell’anno e anche dell’esistenza umana.
Quel che salta subito agli occhi è il titolo di ogni capitolo: ogni nome di stagione è comunque seguita dalla parola “pienezza” perché mai vuota è la vita e di ciò, attraverso i più svariati brani, disserta Wilhelm Schmid. Interessante e già esaustiva è la prefazione:
Pare che la via per giungere alla felicità non sia una sola. Chi non decide esplicitamente di precludersela viene infiammato dai tanti libri sull’argomento, ciascuno con la sua “formula della felicità, che soddisfa qualcuno e delude qualcun altro.
Sta proprio nella continua ricerca della felicità nonché nella sua presenza non riconosciuta il significato più profondo che Schmid presenta all’interno del libro: tale stato d’animo, di solito piuttosto breve, può essere dovuta al caso o alla fortuna e ha un suo valore, perché discrimina tra l’apertura e la chiusura dell’essere umano. Esiste anche la felicità del benessere, che coincide con il concetto di modernità: gli esseri umani possono sapere dove, come e con chi raggiungerla, sebbene resti incompleta.
Qui interviene l’autore:
Sebbene resti limitata a pochi momenti piacevoli e non possa essere duratura, è necessario introdurre anche un terzo tipo di felicità, quella della pienezza. Si tratta di una felicità più ampia derivante dalla complessiva compiutezza della vita.
Il saggio presenta naturalmente solo “frammenti di felicità” ma essi sono gemme preziose che noi spesso non assaporiamo e che invece contribuiscono alla “Pienezza della vita”.
Molti sono i riferimenti ai filosofi, da quelli dell’antica Grecia agli esponenti del Romanticismo; Schmid non si esime dal tenere in profonda considerazione i loro pensieri e le loro ricerche esistenziali.
Alcuni fra i testi raccolti in questo libro sono comparsi per la prima volta nella rubrica dedicata all’arte di vivere che l’autore tiene su alcune rubriche giornalistiche.
In queste parole la summa del professore di filosofia
Un mattino di primavera, una giornata estiva, la sera d’autunno e la notte d’inverno fanno risuonare la pienezza primaverile dei sensi, quella estiva dei sentimenti, la pensosità autunnale e le riflessioni notturne su che cosa vi sia oltre la vita.
Giorno dopo giorno, attraverso interessanti e al tempo stesso piacevoli dissertazioni, ogni azione, anche la più modesta, può apparire straordinaria se colta nell’essenza di un significato che va al di là dell’esteriore.
Ecco, nel “mattino di primavera, la pienezza dei sensi”, viene il tempo di dare inizio a quella che è definita “l’arte di vivere” che non consiste, per l’autore, solo nell’attivismo, bensì anche nell’esercizio della “passività” che significa lasciare aperta una questione, lasciare che qualcosa accada, far crescere, affidarsi a qualcuno e, se possibile, abbandonarsi agli altri. Difficile parlar di ciò allo sbocciare della vita, eppure non impossibile. Nella pienezza della vita del mattino di primavera l’autore tratta anche della “cultura del corpo” che si impara sia attraverso un’attività sportiva, sia attraverso il suo opposto, il riposo che impedisce atteggiamenti ansiosi.
Un capitolo a parte viene dedicato al lavoro :
Lavoro è tutto ciò che un essere umano realizza nei confronti di se stesso e della sua esistenza allo scopo di condurre una vita degna di approvazione.
Non poteva inoltre mancare un accenno alla ricerca del denaro che non può esser disprezzato perché dà possibilità di vita più ampia, ma, se in eccesso rappresenta un pericolo, una minaccia.
Perché chi ha troppo non può più fidarsi di nessuno e deve stare sempre attento ai suoi possedimenti.
Ecco la giornata estiva che corrisponde alla “pienezza del sentire”. L’estate è la stagione più calda in cui tutto risuona fortissimo. È la stagione del lavoro e anche del gioco e si sa, in esso, anche in quello d’azzardo, non tutto può filar liscio. E così anche nel gioco della vita: certo, le serie di errori sono possibili, ma non può mai essere tutto sbagliato. L’autore dà nuovamente una visione ottimistica della piena esistenza in cui incontriamo ostacoli. Ci vuole equilibrio, quello stato d’animo così simile alla danza nella quale ci si muove in maniera alternata e armonica su ambedue le gambe. Ecco, è questione di armonia e anche, come dice Heine, esponente della corrente filosofica del Romanticismo, del saper vedere le cose e le persone «con amore».
Da un’esplosione di sentimenti assai vivi e vitali si giunge alla “sera d’autunno, la pienezza del pensare” in cui per la prima volta, spicca il “diritto alla melanconia” che non è patologica e rassomiglia molto all’autunno, stagione dei “pensieri bui” perché le giornate sono meno luminose. Eppure c’è ancora tanto da vedere, tanto da meravigliarsi in questo lungo viaggio che è la vita e l’autore pian piano, con gli esempi più disparati ma efficaci, riesce a raccontarcelo. Forse si diventa più “streetwise” poiché, più maturi, si riesce a intuire i pericoli in anticipo le difficoltà ma anche a “fiutare” le opportunità. Fa tutto parte di quel tesoro inestimabile dell’esperienza, frutto di un lungo cammino.
Tutto ciò che prima verdeggiava, ora sfiorisce; si risveglia il pensiero del futuro – il fatto che anche la vita è irrimediabilmente toccata dalla caducità. Ma è ancora il tempo della pienezza, quella “dell’oltre, nella notte d’inverno” in cui, dopo aver tanto lavorato, possiamo dedicarci a qualcosa cui non eravamo più avvezzi, l’ozio. Anch’esso è necessario, per riposare, sognare.
Quando la nostra coscienza si addormenta, il sogno inizia a lavorare. Il sogno non lavora soltanto dentro di noi, ma anche su noi stessi.Perché la vita, vissuta come un sogno, ci rende partecipi di una dimensione diversa: apre il mondo infinito delle possibilità, più ampio di quello della concretezza e della finitezza, e ci mette in condizione di farlo anche senza ricorrere alla religione. Per questo nei sogni ci sentiamo liberi, senza limiti, e procediamo oltre i confini della quotidianità. Il sogno è un’esperienza della trascendenza che ci ha generati e alla quale torneremo. Ogni notte, sempre di nuovo.
Tra gli ultimi brani brillano questi pensieri:
Che cos’è l’arte di vivere? Lo sforzo per una condotta di vita consapevole
La vita ha un profondo senso e val la pena di viverla nella sua pienezza.
Non auguriamoci però stagioni e un’esistenza totalmente previste: sarebbero noiosamente mortali. Accettiamo, siamo aperti fino all’ultimo istante al nuovo e, proprio per questo, i sentimenti provati in gioventù saranno quasi intatti, freschi fino in fondo.
Questo saggio particolare, filosofico, spirituale e terreno allo stesso tempo ci fa conoscere Wilhelm Schmid che, con i suoi brani preziosi, rende più ricchi il nostro intimo e la nostra vita. Un bel dono letterario che l’autore e la casa editrice Fazi hanno saputo fare ai lettori.
La pienezza della vita
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