Da un punto di vista psicologico sappiamo che cos’è l’innamoramento.
Lo sappiamo dal punto di vista neurochimico e da quello della psicologia dinamica. L’amore causa una piccola e temporanea perdita di lucidità. Si perde il proprio senno. Si fanno delle pazzie. Ludovico Ariosto ci canta di Orlando che ha perduto il suo senno a causa di Angelica. Non si è in noi quando si ama e si è tutti rivolti verso la persona amata. Non si ha occhi che per lei.
Chi ci conosce bene, i nostri amici e i nostri cari, vede che qualcosa è cambiato in noi, che abbiamo una luce nuova negli occhi. Uno può essere un genio e allo stesso tempo farsi prendere in giro da una ragazza qualsiasi. Socrate amava sua moglie Santippe, che non era particolarmente bella, né colta, ma bislacca e polemica fino all’inverosimile. Così come uno può essere un genio e trattare male la propria donna, come faceva Einstein. L’amore non dipende dall’intelligenza.
Cesare Pavese aspettò per tutta una notte una ballerina, che non lo considerò mai, come tra l’altro canto canta Francesco De Gregori in Alice. Eppure si può dire di tutto di Pavese, ma non che fosse stupido.
In amore conta più la stupidità che l’intelligenza. Lo stesso Napoleone scrisse che l’amore consiste “nell’essere sciocchi insieme”.
In psicologia esiste una teoria secondo cui si sposano persone che hanno un Q.i simile. Ma è ampiamente smentita dai fatti, a parte il fatto che sempre più psicologi si chiedono oggi che cosa misuri veramente il Q,i, ammesso e non concesso che misuri qualcosa e che sia veramente attendibile. A volte per innamorarsi basta uno sguardo. Altre volte due parole.
Sono ingenue le persone che dicono ad altre: “tu non hai mai provato l’amore” oppure “tu non sai cos’è l’amore”. Il sentimento amoroso è pervasivo, totalizzante, finché dura, ma è anche universale; papi, santi, eroi, assassini hanno provato almeno una volta l’amore nella loro vita.
Vediamo di approfondire più nel dettaglio il concetto di amore.
Che cos’è l’amore: tra letteratura e psicologia
Stendhal scriveva in modo magistrale della fisiologia dell’innamoramento. Per il grande scrittore in ogni innamorato avviene una “cristallizzazione”, come nei rami spogli che vengono gettati in una miniera di sale. Ogni innamorato vede nell’amata una serie di “perfezioni”.
Per Freud esistono due tipi di innamoramento: quello narcisistico (in cui si proietta la migliore parte di sé nella persona amata, rispecchiandosi e idealizzandola) e quello anaclitico (in cui si ritrova una figura parentale, spesso genitoriale, nella persona amata). Per Freud le due cose erano mutuamente esclusive. Altri psicologi hanno ritenuto che spesso i grandi innamoramenti narcisistici hanno una piccola componente analitica e viceversa. La letteratura ha spesso idealizzato la donna amata.
Si pensi al Dolce Stil Novo e al mito dell’amore romantico.
Da una parte il soggetto desiderante, quindi la scelta oggettuale e l’oggetto del desiderio.
In chiave evoluzionistica l’amore è un trucco della specie, è un trucco per perpetuare la specie. Per Freud si può parlare di pulsione amorosa e la pulsione appunto è un concetto limite tra lo psichico e il somatico. Ma tra l’innamoramento e la convivenza, la quotidianità dell’amore può esserci una certa discrepanza, un grande divario. Fromm in Avere o essere? distingueva tra l’essere e l’avere anche in amore.
Fromm faceva l’esempio del matrimonio, in cui spesso le dinamiche dell’avere predominano sull’essere, in cui vincono il possesso, la gelosia, il controllo della persona amata. Nell’innamoramento si può essere vittima di un gioco dell’anima, di un (auto)inganno, che diventa gioco di specchi, in cui le immagini rimandate sono falsate e illusorie. Nella convivenza giornaliera spesso ci si può trovare alla disillusione e delusione totale, alla scarnificazione dell’idealizzazione avuta in una prima fase, allo scontro tra il sogno e la cruda realtà.
Nella convivenza si scoprono i difetti, le pecche, i limiti della persona amata. Avviene una de-cristallizzazione. Bisogna poi vedere dopo una conoscenza più approfondita se si è in grado di comprendere il vissuto della persona amata e se essa è in grado di comprendere il nostro.
Se per Lacan si desidera ciò che non si ha, la convivenza quindi mette a dura prova il nostro desiderio. L’amore dura finché dura il desiderio. Sembra tautologico e lapalissiano in teoria, ma non lo è all’atto pratico. Talvolta è difficile riconoscere il vero amore, così come talvolta è difficile riconoscere quando un amore finisce: a ogni modo le risposte a queste domande vanno sempre cercate dentro di noi. Talvolta le storie d’amore continuano nonostante la mancanza di amore e come scrive Roberto Vecchioni ne Il cielo capovolto. Canto di Saffo:
L’amore che manca è l’amore che fa male.
Questo è vero sotto tutti i punti di vista. L’amore è un sentimento impegnativo, che può determinare dolore esistenziale. Nella poesia ad esempio gli amori più grandi sono sempre quelli sofferti, quelli non ricambiati o finiti, al punto che alcuni Incel deliranti riducono tutta la letteratura a un “cherchez la femme”.
L’Occidente e il mito dell’amore moderno
Ecco perché in Occidente, specialmente nelle nuove generazioni, è sempre più diffusa l’idea dell’amicizia con intimità sessuale, in cui l’amante non è amato/a. Si ha sempre più paura dell’impegno, del legame e della responsabilità.
Inoltre, se pensiamo a oggi, non vi venga in mente di considerare i femminicidicome effetto di un “amore malato”. Nel femminicidio avviene la “reificazione della persona” e questo non è amore. Così come è un fenomeno inquietante il revenge porn: come si fa a spubblicare totalmente, a diffamare in modo aggravato una persona un tempo amata, tradendo la sua fiducia? Anche questo non è amore, ma odio nei confronti delle donne.
Nonostante tutte le sofferenze possibili e immaginabili provocate dall’amore, come cantava Fabrizio De André, forse è meglio “essersi lasciati che non essersi mai incontrati”.
L’amore e le sue “meccaniche divine”
L’amore è anche rivoluzionario secondo alcuni. A livello individuale trasforma radicalmente in meglio le persone. Inoltre le grandi religioni, come il cristianesimo ad esempio, hanno rivoluzionato il mondo con la loro idea d’amore.
Cosa sarebbe il cristianesimo senza il comandamento fondante: “ama il prossimo tuo come te stesso”? Nel nostro piccolo dobbiamo considerarci fortunati quando ci innamoriamo e veniamo corrisposti. È un dono, un miracolo, una fortuna, se si pensa che la persona amata ci ha scelto tra le otto miliardi di persone che esistono sulla faccia della Terra.
Se pensiamo un attimo a questo ci rendiamo conto della straordinarietà, dell’eccezionalità dell’amore.
Ci rendiamo conto che ogni amore in questo senso, come scrive Battiato, nasce da “meccaniche divine”, che ci trascendono e sfuggono alla nostra logica, perché logica umana non ce l’hanno.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: La verità sull’amore: da Ariosto a Battiato
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