La versione di Fenoglio
- Autore: Gianrico Carofiglio
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2019
I libri si distinguono in due gruppi: scritti bene oppure male. Il romanzo "La versione di Fenoglio" di Gianrico Carofiglio, pubblicato da Einaudi nel febbraio del 2019, è da inserire tra quelli del primo gruppo.
L’autorevole critico televisivo di Rai 3, presentando l’opera, ha detto che essa si distingue per una trovata narrativa ingegnosa, che è la seguente. In un centro di fisioterapia, il maresciallo Pietro Fenoglio, prossimo alla pensione, esegue esercizi riabilitativi per riprendersi da un intervento chirurgico all’anca. Si esercita con lui Giulio, ragazzo ventitreenne, intelligente e dotato d’esprit filosofico. Ne nasce un rapporto d’amicizia, come tra maestro e discepolo. Li segue, nel percorso di rimessa in salute, la fisioterapista Bruna, bionda e belloccia, che fa sentire vibrazioni sentimentali al maresciallo, non più però in età di passioni divoranti.
Mentre eseguono gli esercizi, i due conversano. Fenoglio, stimolato dalle domande di Giulio e mosso dai ricordi, racconta di come riuscì a far parte del nucleo investigativo, mostrando acume e astuzia su come procedere nelle indagini per non incappare in errori e farsi ingannare dai pentiti.
A un certo punto del racconto non sono più trascinata nella lettura. Mi coglie come uno sbadiglio di noia, nonostante la narrazione sia fluida e ricca di citazioni e riferimenti letterari tipici di uno scrittore colto.
Il testo è scritto con rigore logico, la trama è sviluppata in modo coerente ma, a mio parere, difetta di tensione. Il ritmo narrativo lento e monocorde rivela intento didascalico e fa del libro una sorta di vademecum utile per districarsi in campo investigativo.
Pur essendo l’opera un bestseller non mi sono trovata in sintonia con il gusto letterario corrente.
La versione di Fenoglio
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Il maresciallo dei carabinieri Pietro Fenoglio prossimo alla pensione deve effettuare sedute di fisioterapia dopo un’operazione all’anca. Condivide gli esercizi con il ventenne Giulio, in riabilitazione dopo un incidente stradale. Bruna la fisioterapista sarà l’artefice di questa conoscenza. Il carabiniere e il ragazzo avvieranno un confronto profondo che li spingerà a raccontarsi ed a sorreggersi fino allo sbocciare di una amicizia. Che ci vuole dire Carofiglio con questo libro? Non l’ho capito.
Io ho trovato un maresciallo dei carabinieri prossimo alla pensione che racconta i suoi arresti e i suoi metodi investigativi. Non divaga sui discorsi, non sorride non fa battute, è serioso, pieno di sé e talmente preso solo dal suo lavoro da non accorgersi che anche “un altro mondo” può girargli intorno. Che la vita è anche altro. Sia Bruna che il giovane Giulio sono due comparse messe lì affinchè Fenoglio possa fare il suo show, quando in realtà potrebbero avere molto da raccontare. Sicuramente più di lui. Bruna lasciandogli il suo numero di telefono gli apre uno spiraglio, una possibilità di fuga da quella vita movimentata ma grigia senza uno spiraglio di luce e lui non sa cogliere l’aggancio. Anche Giulio potrebbe essere un mondo da scoprire con la sua delicatezza e la sua inadeguatezza alla vita, eppure soccombe sotto il peso della personalità grigia ma schiacciante di Fenoglio, uomo piatto noioso che vive da solo, sembra un Furio della situazione che a stargli vicino ti viene solo da suicidarti. Il punto di partenza sarà sempre l’indagine investigativa, dalla quale si partirà per poi arrivare a momenti di riflessione sulla vita ma tutto molto piatto e banale.
Carofiglio mi piace come opinionista e sicuramente è stato un buon magistrato. Pacato e riflessivo. La scrittura è colta, veloce ma questo libro mi è sembrato quello che lo scrittore deve sbrigarsi a scrivere pena le frustate (metafora) dell’editore.
Ci sono vari consigli su come ben investigare. Più che un romanzo a volte mi è sembrato un saggio. Ci sono solo due raggi di sole in questo romanzo: Bruna la fisioterapista donna forte sicura di sé, prorompente e sfrontata e la nonna di Giulio, poetessa dai tratti normanni. Due donne, lasciate in secondo piano ma che affiorano per la forza vitale del femminino. Tutto il resto è noia.
Cordelia