Le scuole superiori hanno ripreso a lavorare in presenza, meglio, al 50% in presenza e un altro gruppo segue, a distanza, da casa. La fatica dei docenti si moltiplica, tra la necessità di avere lo sguardo rivolto agli studenti in aula e, contemporaneamente, guardare lo schermo e avviare un dialogo educativo congiunto, che contempli la visione simultanea di due differenti realtà, una diretta, tangibile, e una virtuale, che appare su uno schermo.
Inoltre è complicato assolvere alla necessità di effettuare le verifiche e, soprattutto, che queste siano quanto più ragionevoli, visto il periodo, eque e sostenibili. Sappiamo che siamo in emergenza e dobbiamo fare di necessità virtù, compreso accettare che i ragazzi abbiano potenziato le loro abilità nell’uso di tutti gli stratagemmi per evitare interrogazioni, grazie alla possibilità di simulare interruzioni momentanee di video, mancate sincronizzazioni, ritardi di video e audio.
Laggare, freezare e pixellare: cosa significano?
I termini laggare, freezare, pixellare sono ormai largamente usati dai ragazzi che praticano vari trucchi, elargendo suggerimenti con grande generosità, grazie a tutorial disponibili su varie piattaforme.
“Laggare” indica la presenza di un problema o ritardo di connessione, che si può caratterizzare con disturbi di varia natura, fino alle temporanee interruzioni, che, quando non reali e simulate, sono spesso coincidenti con momenti particolari della lezione, proprio quando si chiede a qualche ragazzo di intervenire su un certo argomento.
Grazie ad alcune app, ci si può anche “freezare”, cioè "congelare"/bloccare la telecamera temporaneamente, di solito il tempo necessario per recuperare in un’altra scheda del pc l’informazione per poter completare il compito, per rispondere a un questionario o a una verifica orale.
È molto diffuso anche “pixellare” la propria immagine, cioè diminuire i pixel dello schermo grazie a un’App che consente di ottenere l’effetto sullo schermo e di trasmettere, quindi, un’immagine molto simile a quella che è trasmessa da connessioni non perfette.
Altri trucchetti sono quelli che accompagnano difficoltà di percezione dell’audio.
Non è infrequente trovare i ragazzi stranamente assorti davanti allo schermo, con lo sguardo vigile, poi ci si accorge che compaiono lampi di luce sul volto, frutto della seconda schermata aperta sul pc, che trasmette giochi ai quali i ragazzi stanno allegramente partecipando.
Sono trucchi nuovi, ma nascondono vecchi vizi, come quelli degli inguaribili vagabondi che sono sempre esistiti nella storia della scuola, con ragazzi dalla vista lunga, che serviva per copiare i compiti, o che erano sempre assorti nelle battaglie navali sostenute quando l’ora di studio si faceva più noiosa. Il mondo non cambia, si trasforma, si adegua alle nuove tecnologie, ma resta la certezza che ancora esistono ragazzi che sanno distinguersi per impegno, uso accorto delle tecnologie, contemporaneo utilizzo di metodi di studio tradizionali e, soprattutto, di amore per la lettura.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Laggare, freezare, pixellare: i nuovi trucchi usati durante la didattica a distanza
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